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Giappone: il governo promuove il consumo di alcol… per motivi fiscali!

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Il calo del consumo di alcolici sta mettendo in allarme i vertici del governo giapponese perchè potrebbe portare ad un eccessivo calo delle derivanti entrate fiscali, quindi si è deciso di  prendere delle contromisure…

Il consumo medio di alcolici da parte degli adulti è sceso da 100 litri all’anno nel 1995 a 75 litri nel 2020. Nel frattempo, le tasse sugli alcolici sono diminuite dal 3% delle entrate fiscali del Giappone nel 2011 al 2% nel 2020.

Come spiega il Financial Times, gran parte della tendenza può essere attribuita alla demografia e alle nuove tendenze fra i giovani:
Un calo del volume totale di alcolici consumati in Giappone era inevitabile una volta che la popolazione indigena ha iniziato a ridursi più di un decennio fa e la percentuale di cittadini di età superiore ai 65 anni è aumentata a più di un quarto del paese otto anni fa.

Riflettendo un fenomeno mondiale, le giovani generazioni giapponesi non bevono più come i loro genitori e nonni.

La tendenza generale al ribasso si è accentuata quando la pandemia di Covid-19 ha sconvolto gli stili di vita. I ristoranti e i bar hanno chiuso o limitato le loro attività, le persone hanno socializzato meno e si sono spostate a lavorare da casa, quindi niente più aperitivi e birrette con i colleghi. “Molte persone potrebbero essersi chieste se sia necessario continuare a bere con i colleghi per approfondire la comunicazione”, ha dichiarato un funzionario fiscale al Japan Times.

Il calo delle entrate dal 2018 al 2020 è stato il più consistente degli ultimi 31 anni. Le tasse hanno subito un duro colpo nel 1989 con un’importante modifica della legge giapponese sulla tassa sui liquori. Aumentare l’aliquota di tassazione rischierebbe di essere controproducente, riducendo ulteriormente i consumi, oltre che alimentare l’inflazione.

Quindi questa ondata di sobrietà viene vista come un pericolo per le casse dello stato giapponese e l’agenzia locale delle entrare ha deciso di ricorrere a contromisure contro questo calo dei consumi di alcol, con una campagna d’incentivazione del consumo.

La prima fase della campagna di sensibilizzazione sul consumo di alcol è un concorso chiamato “Sake Viva!”, che chiede ai cittadini giapponesi di età compresa tra i 20 e i 39 anni di proporre nuove idee per dare nuova linfa al settore degli alcolici del Paese. Oltre a cercare “nuovi prodotti e design” e nuovi metodi di vendita, l’agenzia fiscale vuole anche strategie per incoraggiare le persone a bere a casa, come riporta The Guardian.

Dopo la nomina dei vincitori nel corso di una serata di gala che si terrà a novembre, l’Agenzia delle Entrate intende promuovere l’adozione delle idee vincenti da parte delle aziende che operano nel settore degli alcolici. Il ministero della Salute giapponese non partecipa al concorso, ma ha dichiarato di confidare che le campagne che ne deriveranno enfatizzeranno il consumo di una “quantità appropriata di alcol”, cioè che alla fine la gente beva un po’ di più, ma non troppo.

In Europa invece cerchiamo di distruggere il consumo di vino, con etichettature penalizzanti. Chissà chi ha ragione fra giapponesi e burocrati europei.

 

 

 


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