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Giappone autonomo. La giapponese Mitsui non si ritira da Sakhalin 2, nonostante il progetto sia con Gazprom

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La società commerciale giapponese Mitsui & Co non intende abbandonare la sua partecipazione di minoranza nel progetto Sakhalin-2 LNG in Russia, poiché l’impianto continua ad esportare gas naturale liquefatto in Giappone.

“L’anno scorso abbiamo deciso di mantenere la nostra partecipazione nel progetto Sakhalin-2 dopo aver consultato il governo giapponese, poiché il progetto fornisce circa il 9% delle importazioni di GNL del Giappone”, ha dichiarato Toru Matsui, senior executive managing officer di Mitsui, in occasione dell’assemblea generale annuale della società, come riportato da Reuters.
Il progetto Sakhalin-2 LNG non ha problemi operativi e continua a esportare GNL in Giappone, hanno dichiarato i rappresentanti della società agli azionisti.

La maggior parte degli acquirenti di GNL a lungo termine del progetto Sakhalin-2, tra cui Giappone e Corea del Sud, ha continuato ad acquistare gas dall’impresa, anche se le major occidentali hanno abbandonato in massa le operazioni in Russia dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, tra cui Shell, che ha dichiarato di voler abbandonare il progetto.

Le aziende di servizi pubblici in Giappone e Corea del Sud hanno continuato ad acquistare GNL da Sakhalin, citando la sicurezza energetica – e molte di esse hanno rinnovato i loro accordi a lungo termine.

L’estate scorsa, un decreto del Presidente russo Vladimir Putin ha stabilito che una società statale russa di nuova costituzione avrebbe rilevato i diritti e gli obblighi della Sakhalin Energy Investment Co. Shell e le giapponesi Mitsui e Mitsubishi erano azionisti di minoranza della Sakhalin Energy Investment Co, il cui maggiore azionista è Gazprom.


All’inizio di agosto, il governo russo ha concesso agli investitori stranieri di minoranza di Sakhalin-2 – Shell, Mitsui & Co e Mitsubishi – un mese di tempo per rivendicare le proprie quote in una nuova entità che sostituirà il progetto esistente. Shell ha confermato che sta valutando come uscire dal progetto, mentre le compagnie giapponesi hanno mantenuto le loro quote.

Mitsui, che detiene il 12,5% di Sakhalin-2, ha dichiarato a novembre che il progetto dispone di un know-how tecnico sufficiente per gestire le operazioni senza la Shell. Quindi il Giappone si distacca dagli altri paesi occidentali e consegue obiettivi propri.

 


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