I timori per le interruzioni delle forniture di gas naturale dalla Russia stanno spingendo, lentamente, a dei cambiamenti di posizione del governo “Semaforo” nei confronti dell’energia nucleare. Siamo passati da una posizione di chiusura totale, con la dismissione di tutte e sei vecchie centrali nucleari tedesche a un “ma, forse dovremmo farci un ragionamento”…
Proprio oggi sulla Welt il capogruppo dei Liberali (FDP) al parlamento tedesco ha iniziato a segnalare la prima rottura nella diga della chiusura al nucleare, affermando che, comunque, la chiusura delle restanti tre centrali aperte al 31/12/2022 (tre, come sappiamo, sono già disconnesse dal 31 dicembre 2021, ma non ancora smantellate) dovrebbe essere oggetto di “dibattito senza ideologie”. “Non sono una panacea, ma in caso di carenza, il gas deve essere disponibile per riscaldare le case e l’industria”. insomma nel governo le posizioni chiusuriste della SPD socialdemocratica iniziano a essere messe in discussione
Che la discussione sia piuttosto avanzata si capisce da un altro articolo della Welt che, non casualmente, esce lo stesso giorno. Come tenere aperte tre vecchie centrali, anzi, magari, riaprire quelle appena spente, dato che si è andati avanti per mesi affermando che sono strutture vecchie, insicure e non redditizie? Semplice: investendoci! L’articolo afferma, papale papale, che non c’è problema di carattere operativo che non possa essere risolto con una sana iniezione di denaro, necessario per ammodernare le strutture, metterle in sicurezza e rendere l’attività senza rischi per chi ci lavora.
Alla fine è bastato relativamente poco per far capire anche ai tedeschi che i blocchi ideologici sono un lusso che bisogna essere in grado di permettersi, e che è meglio stare al caldo con il nucleare che al freddo con l’eolico che, magari, non funziona perchè non tira vento. Chissà se un po’ di sano freddo e buio farà cambiare idea anche agli italiani…
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