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Politica

Germania: si dimette tutto il vertice del parito dei Verdi. “Ci vogliono facce nuove”. Non basterà

I vertici del partito dei Verdi in Germania si dimettono in blocco dopo le ultime secche sconfitte elettorali e una popolarità in forte calo ovunque. Non sarà che le loro idee sono sbagliate e le loro promesse non si sono realizzate?

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Piccolo terremoto politico in Germania: l‘intero comitato esecutivo federale dei Verdi ha deciso di dimettersi. “È necessario un nuovo inizio”, ha affermato mercoledì mattina il leader del Partito dei Verdi Omid Nouripour in una conferenza stampa a breve termine. Dopo le sconfitte elettorali in Turingia, Sassonia e Brandeburgo, il partito si trova nella “crisi più profonda degli ultimi dieci anni”. Con Nouripour si è dimessa anche Ricarda Lang, la co-presidente. 

Nouripour ha spiegato: “Ci assumiamo la responsabilità”. Il comitato esecutivo federale ha discusso insieme e intensamente quali cambiamenti fossero necessari. “È giunto il momento di affidare le sorti di questo grande partito a nuove mani”.

La co-leader Ricarda Lang ha sottolineato: “Servono volti nuovi per far uscire il partito dalla crisi. Le prossime elezioni federali non sono elezioni qualsiasi”. Si deciderà anche in che direzione si svilupperà questo Paese e quale ruolo svolgeranno i Verdi nel sistema dei partiti. “Vogliamo che il nostro partito partecipi alla competizione per il futuro del Paese con la massima forza possibile”.

“Ora non è il momento di restare fermi sulla propria sedia, ora è il momento di assumersi la responsabilità”, ha continuato Lang. Lei e Nouripour continuarono a gestire l’attività fino al congresso del partito a Wiesbaden a metà novembre. La decisione non è stata facile, ma è stata presa per convinzione. “È stato un grande onore servire questo partito”.

Lang e Nouripour guidano il partito dall’inizio del 2022. Normalmente rimarrebbero in carica almeno fino alla fine del 2024. L’attuale consiglio direttivo comprende oltre a Lang e Nouripour anche i vicepresidenti del partito Pegah Edalatian e Heiko Knopf, l’amministratore delegato Emily Büning e il tesoriere federale Frederic Carpenter.

hanno in programma di tenere un congresso del partito a Wiesbaden dal 15 al 17 novembre. È la 50a Conferenza dei delegati federali, come vengono chiamate le conferenze dei Verdi. Lì dovrà essere eletto un nuovo consiglio.

Dimissioni dovute a sconfitte secche e prospettive pessime

Le dimissioni dei vertici del Partito avvengono dopo che lo stesso è rimasto sotto la soglia del 5% nelle ultime elezioni regionali in Brandeburgo e Turingia, hanno raccolto il 5,1% in Sassonia,  vedendo ridotto il loro peso politico al minimo. Una sonora sconfitta  che ha visto più che dimezzati i voti. Nell’ex Germania Est il partito dei verdi è avvianto verso l’irrilevanza.

Anche a livello federale i sondaggi non sono brillanti e si avviano a scendere sotto il 10%, quando nei sondaggi, al picco della loro parabola, erano giunti al 17%-20%.  Vediamo idati del sondaggio Forsa

 

I GVerdi sono saliti al potere con la prospettiva di guidare una transizione verde dolce, senza problemi energetici, senza farne pagare i costi sui lavoratori, anzi promettendo un boom occupazionale nelle nuove energie che avrebbbe dovuto proiettare la Germania nel futuro.
In realtà è successo esattamente l’opposto: i costi energetici, complice anche la guerra in Ucraina, sono esplosi, le aziende tedesche hanno perso competitività, iniziando a licenziare e a fallire e la transizione energetica si è rivelata un disastro economico e pratico, con progetti sull’idrogeno cancellati un po’ ovunque. In compenso la rigidità dei verdi ha portato alla chiusura anticipata delle centrali nucleari, la cui produzione energetica è stata sostituita da gas e carbone. La vita dei tedeschi è stata resa però più difficile da una serie di norme demenziali, come l’obbligo di cambiare le caldaie con le pompe di calore. Ora la pubblica opinione dà, in parte ingiustamente, la colpa della crisi ai Verdi.

Si rafforzza Habeck, il ministro verde all’economia

Nouripour e Lang non hanno commentato i possibili successori. Secondo quanto riportato dai media vi sarebbero delle discussioni sul subentro tra la segretaria di Stato dell’economia Franziska Brantner e il deputato del Bundestag Felix Banaszak. Brantner è il segretario di Stato parlamentare del ministro dell’Economia Robert Habeck, che potrebbe guidare i Verdi come candidato cancelliere alle prossime elezioni federali . Banaszak è stato in passato leader dei Verdi nel Nord Reno-Westfalia ed è un’importante mente della sinistra. 

Comunque vale la pena di notare che si tratta di discussioni chiuse, senza partecipazione pubblica o condivisione del potere con gli elettori e, soprattutto, prosegue il disinteresse per il benessere economico e materiale dei cittadini tedeschi. Proseguendo questo programma, non c’è da attendersi nessun cambiamento sulla loro parabola politica. I Verdi hanno fondato la propria carriera nel disprezzo del benessere personale dei cittadini: come faranno a cambiare?

Per il governo Scholz il cambiamento alla guida dei Verdi costituisce un ulteriore elemento di instabilità, ma per lui il problema verò verrà dai Liberali della FDP, un partito destinato a sparire se non prenderà qualche decisione radicale.

 

 


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