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Germania: l’Export crolla, ma il surplus aumenta. Un segno di debolezza travestito da forza?

Germania, il surplus commerciale record è un’illusione: perché il crollo delle importazioni svela la vera crisi della sua economia.

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A leggere i dati della bilancia commerciale tedesca di agosto 2025, un osservatore distratto potrebbe brindare. Il surplus commerciale si è allargato a 17,2 miliardi di euro, superando le aspettative e segnando il valore più alto da maggio. Un risultato eccellente, si potrebbe pensare, un segno della perdurante forza della macchina esportatrice tedesca. Peccato che, grattando sotto la superficie di questo numero apparentemente positivo, emerga una realtà ben diversa e molto meno rassicurante, non solo per la Germania ma per l’intera Eurozona.

La verità, scomoda ma necessaria, è che questo surplus non nasce da un boom delle esportazioni, ma da una debolezza ancora più profonda della domanda interna. Un po’ come un pugile suonato che vince un round solo perché l’avversario è inciampato sui suoi stessi piedi.

Un’analisi dettagliata dei flussi commerciali

Per capire la situazione, dobbiamo guardare ai due lati della medaglia: export e import.

Le esportazioni tedesche sono calate dello 0,5% rispetto al mese precedente, attestandosi a 129,7 miliardi di euro, il livello più basso degli ultimi nove mesi. Un dato che delude le attese degli analisti, i quali prevedevano una modesta crescita dello 0,3%. Il motore dell’export tedesco, quindi, non solo non accelera, ma sta decisamente perdendo colpi.

La frenata è dovuta principalmente al crollo della domanda proveniente dai partner dell’Unione Europea, che ha segnato un pesante -2,5%. Un dato che dovrebbe far suonare più di un campanello d’allarme a Bruxelles e Francoforte, perché se la locomotiva tedesca rallenta per mancanza di domanda dai suoi stessi “vagoni”, significa che l’intero treno europeo è in difficoltà.

Analizzando più nel dettaglio, il commercio si è contratto sia con i Paesi dell’Eurozona (-2,2%) sia con quelli non-Euro (-3,1%). Anche le spedizioni verso gli Stati Uniti, influenzate dai dazi, continuano a soffrire, segnando un -2,5% e toccando il valore più basso da novembre 2021. Male anche il Regno Unito, con un -6,5%. In controtendenza, si registra un aumento delle esportazioni verso la Cina (+5,4%) e un balzo, quasi anomalo, verso la Russia (+53,5%), su cui pesano dinamiche geopolitiche complesse.

Se l’export piange, l‘import non ride. Anzi, crolla ancora di più. Le importazioni sono diminuite dell’1,3% su base mensile, fermandosi a 112,5 miliardi di euro. Questo è il dato cruciale: il surplus commerciale migliora non perché la Germania vende di più, ma perché compra molto di meno. E perché compra di meno? Semplicemente, perché la sua economia interna è ferma. La debolezza della domanda interna e l’incertezza generale frenano gli acquisti dall’estero.

Anche qui, il calo è generalizzato:

  • Acquisti dai Paesi UE: -1,9%
  • Acquisti da Paesi extra-UE: -0,7%

In particolare, si nota una contrazione degli acquisti da Cina (-4,5%), Regno Unito (-4,6%) e Russia (-8,5%), mentre crescono quelli dagli USA (+3,4%).

Un surplus che nasconde la tempesta

Il quadro che emerge è quello di un’economia tedesca in evidente affanno. L’aumento del surplus commerciale è un’illusione ottica, un “falso positivo” generato da una dinamica recessiva. Il calo delle importazioni, più marcato di quello delle esportazioni, segnala che famiglie e imprese tedesche non consumano e non investono.

Questa debolezza si ripercuoterà inevitabilmente sui partner commerciali, Italia in primis, e sull’intera economia europea. La locomotiva tedesca non solo sta rallentando, ma rischia di fermarsi, con conseguenze che sentiremo tutti nel prossimo futuro. L’euforia per un numerino positivo sulla bilancia commerciale è, quindi, fuori luogo: è il segnale di una malattia, non di buona salute.

Domande e Risposte per il Lettore

1. Perché un surplus commerciale in aumento può essere un segnale negativo?

Un surplus commerciale indica che un Paese esporta più di quanto importa. Se questo surplus aumenta perché le esportazioni crescono, è generalmente un segno di forza economica e competitività. Tuttavia, se il surplus cresce perché le importazioni crollano più velocemente delle esportazioni, come nel caso tedesco, il segnale è negativo. Indica una forte debolezza della domanda interna: le aziende investono meno e le famiglie consumano meno, frenando l’acquisto di beni e servizi dall’estero. È un sintomo di stagnazione o recessione economica, mascherato da un dato apparentemente positivo.

2. Cosa significa per l’Italia e l’Europa il calo della domanda interna tedesca?

La Germania è il principale partner commerciale per l’Italia e per molti Paesi europei. Un calo della domanda interna tedesca si traduce direttamente in una diminuzione delle importazioni dalla UE, come mostrano i dati (-1,9%). Questo significa che le aziende italiane ed europee che esportano in Germania vedranno ridursi i loro ordini e il loro fatturato. Essendo la Germania la “locomotiva d’Europa”, un suo rallentamento ha un effetto a catena, frenando la crescita economica dell’intera Eurozona e aumentando i rischi di una contrazione economica generalizzata.

3. Come si spiega il forte aumento dell’export tedesco verso la Russia nonostante le tensioni geopolitiche?

L’impressionante aumento del 53,5% delle esportazioni verso la Russia è un dato che richiede un’analisi più approfondita, non specificata nel testo base. Potrebbe essere legato a transazioni specifiche e non ricorrenti, a triangolazioni commerciali attraverso Paesi terzi per aggirare eventuali sanzioni, oppure a una ripresa degli scambi in settori non colpiti da restrizioni (ad esempio, beni di consumo non strategici o prodotti farmaceutici). È anche possibile che si tratti di un effetto “rimbalzo” rispetto a mesi precedenti particolarmente negativi. Senza dati più dettagliati, resta un’anomalia statistica da monitorare con attenzione.

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