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Legge 107, chiamata diretta e alternanza scuola-lavoro (di Giovanni Panunzio)

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L’accordo sull’abolizione della chiamata diretta degli insegnanti, appena sottoscritto dal Miur e dai sindacati, è senza dubbio un positivo passo avanti nella direzione del cambiamento radicale della Legge 107/15. Lo step successivo più urgente, a questo punto, è un intervento sostanziale sull’alternanza scuola-lavoro (asl), anche se il suo cammino è iniziato prima del 2015. In tal senso il 18 giugno u.s. il comitato di volontariato Osservatorio Antiplagio, su iniziativa del coord. naz. Giovanni Panunzio, ha inviato al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e ai sottosegretari Lorenzo Fioramonti e Salvatore Giuliano, oltre che alla Presidenza del Consiglio, una proposta di modifica articolata in quattro punti. Segue il testo integrale del documento: con preghiera di pubblicazione.
Grazie
Osservatorio Antiplagio
Tel. 3333665000Alla c.a.
del Presidente del Consiglio
del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
dei Vicepresidenti del Consiglio
del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, dr. Marco Bussetti
dei Sottosegretari all’Istruzione, Università e Ricerca, dr. Lorenzo Fioramonti e dr. Salvatore Giuliano

Oggetto: proposta di modifiche all’alternanza scuola/lavoro

In qualità di insegnante e coordinatore nazionale del comitato di volontariato Osservatorio Antiplagio, mi pregio di portare alla Vostra attenzione alcune criticità dell’alternanza scuola/lavoro e le eventuali modifiche necessarie affinché possa essere svolta nel totale rispetto degli studenti e delle famiglie.
Nel mettermi a disposizione per ulteriori delucidazioni, invio i miei più cordiali saluti.
Giovanni Panunzio
Fondatore Osservatorio Antiplagio
@antiplagioblog

– L’alternanza scuola/lavoro (asl) non dovrebbe essere imposta, né proposta, durante le vacanze natalizie, pasquali, ecc. D’estate può essere facoltativa, lasciando agli studenti e alle famiglie la libertà di decidere. Le ore o i giorni di asl, proprio perché obbligatori, non devono precludere a nessuno il diritto alla vacanza, a meno che qualcuno non lo chieda espressamente; ma solo d’estate, visto che è il periodo di stop più lungo.

– Le famiglie non dovrebbero più spendere. Tutto ciò che è obbligatorio, è giusto che sia anche a costo zero per gli studenti. Attualmente gli alunni partecipano quasi sempre all’asl con un contributo economico, tra l’altro discriminante, che in caso di spostamento prolungato arriva fino a centinaia di euro.

– La perdita delle ore di asl, se l’alunno non viene ammesso alla classe successiva, non dovrebbe essere contemplata: è una totale mancanza di rispetto nei confronti delle famiglie e dei figli che all’asl hanno comunque partecipato. Se hanno pure contribuito finanziariamente, la mancanza di rispetto è indiscutibile. Quando uno studente deve ripetere l’anno, è meglio (oltre che giusto) validargli le presenze di asl svolte l’anno precedente, e nell’anno nuovo permettergli di utilizzare quel numero di ore in corsi di recupero nelle discipline dove ha avuto insufficienze gravi (per es. al di sotto del 5), per le quali è stato respinto.

– Vediamo l’aspetto più critico. Gli alunni impegnati nell’asl, in particolare se minori, dovrebbero essere sempre accompagnati dagli insegnanti, nella misura minima di un docente per ogni “gruppo” da 2 a 10/15 componenti. Uno studente, da solo, non dovrebbe svolgere ore di asl. Delegare la sorveglianza a un estraneo, o a un esterno, non offre alcuna garanzia: né alla scuola, né alle famiglie. La vigilanza dei professori potrebbe avvenire:

a) su base volontaria, con il rimborso delle spese;

b) per contratto temporaneo tra le parti (scuola-insegnante-genitore), con remunerazione aggiuntiva per il docente.

È opportuno sottolineare la responsabilità e l’impegno di un insegnante che, a volte, accompagna per alcuni giorni (24 ore su 24), un certo numero di studenti nei luoghi più disparati. Attualmente l’asl non prevede l’accompagnamento costante retribuito, neanche quando riguarda i minorenni. Da genitore mi rifiuterei di concedere l’autorizzazione per l’asl a un figlio minore non accompagnato; vorrei vedere poi come farebbe la scuola a non ammetterlo all’anno successivo per non aver raggiunto le ore di asl obbligatorie. Penso che in questo caso qualsiasi tribunale sconfesserebbe il consiglio di classe. A tutto ciò è doveroso aggiungere lo sfruttamento degli alunni oltre l’orario di “lavoro” prefissato e/o in mansioni che non competono loro, come segnalato da più parti: sfruttamento che, grazie alla vigilanza degli insegnanti, non sarebbe più praticabile.

La criticità più seria dell’asl in vigore è, dunque, la non-vigilanza sugli alunni minori. In pratica, per mancanza di fondi, i minorenni impegnati nell’asl non sono soggetti a sorveglianza costante da parte della scuola. L’asl, quindi, non è considerata continuativa e complementare all’attività didattica: è come se le famiglie affidassero i propri figli (minori, ma anche maggiorenni) all’istituzione scolastica solo quando si trovano all’interno delle quattro mura di un’aula; ma sappiamo che non è così, perché l’asl è attività scolastica a tutti gli effetti. La motivazione di tale limite è sempre la stessa: non si possono retribuire tutti i docenti accompagnatori necessari. In questo caso, quindi, l’asl si potrebbe svolgere diminuendo drasticamente le ore, se non abolendola.

Credo che apportare alla asl le modifiche summenzionate, ma eventualmente anche altre, sia il modo più appropriato per tutelare gli studenti e le loro famiglie. L’alternanza scuola/lavoro è una buona idea, ma come tutte le buone idee ha bisogno di buon senso e buoni finanziamenti.

Ringrazio per l’attenzione.

Giovanni Panunzio – Cagliari, 18 giugno 2018


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