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“#Futuroalalvoro” di Raffaele Salomone Megna

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Se la manifestazione di Roma del giorno 9 febbraio u.s. organizzata dai Sindacati Confederali fosse stata fatta invece da marziani o da altri alieni, allora l’avremmo detta degna di considerazione.

Infatti, i partecipanti hanno chiesto a gran voce al Governo Movimento 5 Stelle-Lega più lavoro, più sviluppo, un fisco più equo, un federalismo più accorto ai problemi del Mezzogiorno, il superamento della legge Fornero, misure contro la povertà, più risorse per la sanità pubblica, maggiori stanziamenti per i rinnovi contrattuali del comparto scuola, università e pubblica amministrazione. E chi più ne ha più ne metta.

Ma i manifestanti non vengono da Marte, non sono alieni, sono i soliti sindacati italioti, concertativi, tutti in piazza insieme alla Confindustria, dalla memoria corta e quindi poco credibili.

Pertanto, dal palco di Piazza San Giovanni in Laterano, ad essere benevoli, si sono succeduti oratori velleitari totalmente decontestualizzati, ad essere più realisti, in mala fede.

E non è un giudizio di valore ma un giudizio di merito.

Questi contestatori à la page, infatti, sono pro euro, pro Unione Europea e pro NATO, osannano Draghi e Macron, ma non per questo disdegnano furori sessantottini di maniera.

Ma perché non sono credibili?

Cominciamo dal primo punto delle loro richieste: lavoro e sviluppo.

Come si possono chiedere più investimenti pubblici quando questi ultimi sono praticamente impediti dai vincoli esterni e nel contempo non dire nulla sull’aberrante normativa U.E.?

E che avrebbero fatto con Gentiloni, che addirittura prevedeva per il 2019 un deficit dello 0,8% di PIL , quando il Governo in carica, dopo estenuanti trattative, lo ha elevato al 2,04%?

Parlano di superamento della legge Fornero.

Giusto, anzi giustissimo, non si possono mandare i lavoratori in pensione a sessantotto anni e oltre. Ma quando fu approvata fecero, stancamente, solamente due ore di sciopero ( sic ).

E dove erano, quando le pensioni degli italiani furono colpite da Amato, Dini, Prodi e Maroni? Non proferirono verbo, perché era l’Europa che lo chiedeva.

Si preoccupano del federalismo, ma fecero qualcosa quando Massimo D’Alema nel 2001 modificò il titolo V della Carta Costituzionale, dando estesi poteri alle regioni, aumentando così in maniera notevole i centri di spesa accentuando così le difficoltà del sistema Italia?

Anche allora non hanno detto nulla, così come non hanno fatto alcuna manifestazione contro gli 80 euro di bonus erogati da Renzi e preferiscono che l’erario spenda 230 euro al giorno per ogni migrante che si trova in Italia ( così come accertato dalla Corte dei Conti) piuttosto che dare il reddito di cittadinanza ai nostri concittadini in difficoltà.

E che dire del fatto che hanno scoperto l’esistenza del pareggio di bilancio solamente nell’anno del Signore 2019 ? Ebbene sì, gli aumenti dell’IVA per il 2020 e 2021 sono proprio conseguenti a questa indicazione costituzionale, voluta da Mario Monti, contro il quale all’epoca neanche dissero nulla.

Mi sono sbagliato? Ma questi sindacati sembrano proprio venire da Marte…

Raffaele SALOMONE MEGNA


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