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Francia: ma sono veramente così virtuosi?

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Si parla spesso di debito pubblico, di budget, di deficit, e di solite se ne parla per dare contro all’Italia. Non è che però i professori che danno i voti a livello europeo si comportino molto meglio. Vediamo un interessante grafico fornito da Canalesovranista sull’Italia

Prendiamo ad esempio la Francia, che sfiorava già il 100% del rapporto debito PIL prima del Covid, ha superato il 100% abbondatemente durante il covid, e ora invece sembrerebbe avviata a una riduzione, contenuta, del debito.

Il debito però continua ad aumentare, ma, ciò nonostante, il peso sul debito/PIL è decresciuto. Come è stato possibile ? Semplice, con quello che è stato definito il male assoluto, ma che ha risolto i problemi di bilancio di tanti paesi europei: l’inflazione.

L’inflazione francese negli ultimi tre anni è stata, diciamo, interessante…

Il calo fra 2021 e 2022 e anche nel 2022-23 è avvenuto soprattutto, banalmente, perché  ll’inflazione ha superato il tasso di credita del debito, e lo farà a dati attuali, anche nel 2023. Dato che il debito è un valore nominale, mentre il debito/PIL è un rapporto in cui il denominatore è un valore reale, che cresce con l’inflazione, il rapporto debito/PIl è più facilmente risolvibile con un’inflazione un po’ più elevata, come quella dal 2021. Del resto la Francia dei primi anni 80 e degli anni 70 non era sicuramente un paese parco nella spesa pubblica, eppure l’inflazione le ha permesso di mantenere un rapporto debito/PIL contenuto.

Il successo della BCE nel contenere l’inflazione, si fa per dire, quindi viene a rendere più complessi i tentativi dei governi di contenere il debito. Tra l’altro la Francia fino al 2022 ha superato il rapporto sacro della Commissione europea sul deficit/PIL

Se dal 2024 questo criterio verrà reintrodotto, la Francia sarà in grado di rispettarlo, o si unirà al gruppo di paesi che ormai ritiene questo valore irrealistico?

 


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