Euro crisis
FINLANDIA IN CRISI: Evoluzione in stile Giapponese per NOKIALAND o … penitenziagite come i Pigs ?
<<A casa di “Caprone Natale” si sente la crisi>>
Vibra ancora nell’aria il profumo del natale, per tale motivo, abbiamo deciso di occuparci della nazione che, pur distribuendo ogni anno immense soddisfazioni ai bambini di tutto, comincia ad assaporare una crisi di non facile soluzione data la complicazione matematica dei fatti: Nokialand!
La crisi, che ha radici profonde e peculiari (scherzo, in pratica sono sempre quelle!), potrà far evolvere Nokialand in una delle seguenti realtà:
– Piglandia;
– Nippolandia.
Cerchiamo di capire a quali lidi approderanno, tra 40 anni, questi biondi popoli del Nord Europa!
In quelle zone vive il “Capro di Canuto” (nuuttipukki: Capro di Nuutti, o di Canuto), un uomo che per San Canuto (13 gennaio) gira di casa in casa nei villaggi vestito da caprone. Non porta doni, aspetta Natale per farsi offrire dagli inquilini delle case bevande alcoliche assicurando loro, in cambio, benevolenza dagli spiriti. Costui spaventa i bambini, è un Bobo Nero che esige regali natalizi (anziché portarli). Caprone Natale non si intrufola di nascosto nelle case di notte per portare i regali, ma entra dalla porta principale, si intrattiene con tutta la famiglia e dialoga coi bambini per vedere se sono stati bravi.
Dunque….. non entra in casa di nascosto, dialoga apertamente, non porta nulla ma, anzi, toglie e per farlo aspetta Natale!…mmmmhhh….chi ci ricorda?
Comunque, essendo Natale, facciamo i buoni ed occupiamoci del monitoraggio dei conti di Nokialand per capirne la situazione economico-finanziaria.
L’economia Finlandese ha aziende di rilevanza mondiale in elettronica, meccanica, metallurgia, chimica, carta e legno. Tra i nomi famosi abbiamo Nokia (telecomunicazioni) e Kone (metalmeccanico per ascensori e scale mobili).
L’agricoltura è quasi inesistente (quasi 5% del PIL), e il terziario (due terzi del PIL) è sviluppato: ramo immobiliare; logistico; finanziario (la Nordea è la più importante dei società finanziaria dei Paesi del Nord).
La Finlandia è uno stato sociale ad alta tassazione (51,1% Tassa sui redditi delle persone) ed elevata fornitura di servizi pubblici ai cittadini (alta sicurezza sociale), servizi sociali ed educazione sono molto importanti in Finlandia.
La Lapponia (nord del paese) per quanto incantevole è quasi invivibile,
quindi la maggior parte delle attività sono concentrate nel Sud. Al nord lavora solo Babbo Natale (Caprone Natale non lavora, lui non porta, semmai porta via al prossimo) e il turismo (non importante nel paese) è in crescita a quelle latitudini: vacanze alla ricerca di Babbo Natale.
Per il resto la Finlandia è esattamente uno stato come piace ai Commissari della UE, senza troppa ingerenza dello stato nell’economia: il settore pubblico impiega in Finlandia il 30% dei lavoratori (anche se è molto efficiente) e lo Stato è coinvolto nelle maggiori aziende nazionali (Finnair, la compagnia dei trasporti ferroviari nazionale, il monopolio dei giochi d’azzardo, quelli dei casinò, dei giochi di scommesse e lotto e della distribuzione di alcolici superiori al 5%.
Insomma, proprio uno stato per niente invadente !
Dal 1999 la Finlandia ha adottato l’Euro (in circolazione dal 2002) e come tutte le nazioni con l’euro stanno oggi subendo una contrazione degli affari. Questo poiché essendo poco popolato, il mercato interno è quasi inesistente e l’export è quindi fondamentale nella realizzazione del PIL: 33%.
Di questo 33%, due terzi dipende dai Paesi Europei, il resto con Russia, Stati Uniti e Cina.
Metalli, prodotti meccanici, elettronici e della carta sono le principali fonti di vendita all’estero.
L’importazione riguarda principalmente materie prime e beni di produzione e i principali Paesi, da cui la Finlandia importa, sono Germania, Russia, Svezia e Cina.
Nel 2012 il PIL finlandese si è contratto rispetto al 2011, determinando una battuta d’arresto alla sostenuta crescita. L’andamento economico invece nel 2013 non è stato affatto bello, vediamo che il tasso di crescita annuo è negativo in ogni trimestre e sicuramente terminerà negativo anche il quarto quadrimestre..
Nel 2012 il valore nominale del PIL si è attestato sui 193 miliardi di euro, economia molto piccola.
La recessione finlandese è stata resa meno aspra grazie all’andamento positivo dei consumi, sia pubblici (+0,8%) che privati (+ 1,6%), ma in questo 2013 anche questi si sono leggermente contratti.
Col calo della spesa dei consumatori sono calate le vendite.
In volume le esportazioni sono in leggera ripresa negli ultimi 2-3 mesi:
ma la stessa cosa è accaduta all’import:
Ne è risultato pertanto un saldo negativo della bilancia commerciale inferiore a quello del 2013: 1,670 miliardi di euro contro 2,3 miliardi dello scorso anno) ma alla chiusura dell’anno ancora mancano due mesi tra cui il temibile dicembre (-0,76 miliardi di euro lo scorso anno).
Houston, Babbo Natale ha un problema!
Mi chiedete se è grande?
Beh! In fondo parliamo qualche miliarducolo che si può sempre raggranellare, in fondo le tasse personali abbiamo visto sono solo al 51,1%, di strada per fare meglio ancora ce n’è!
Ah! Mi chiedete perché sono preoccupato?
Beh! Guardate il grafico che segue:
Il 35% del mercato dei mobile phone era controllato dalla Nokia (Campbell: Nokia-and-the-Global-Mobile-Phone-Industry). Nel 2003-2004 la Nokia vide precipitare le proprie vendite e la relativa quota di mercato (scesa al 28%). Dovettero attendere gli anni successivi per una ripresa della quota di mercato ma intanto, evidentemente, o gli altri settori dove il know-how pesa meno, vennero messi fuori mercato, o lo stile di vita dei finlandesi oramai è globalizzato e consumano troppo merci provenienti dall’estero.
Nascita di NOKIALAND e successiva perdita della capacità competitiva del paese.
Eppure lo stock degli investimenti nei settori produttivi, come si vede dal grafico seguente, risultato dello sviluppo parallelo a quello della Nokia, è cresciuto molto nel tempo, rallentato solamente dalla grande crisi mondiale:
Quindi non parliamo di una nazione che ha solamente speso in consumi allegri. Eppure, nonostante ciò, ci troviamo di fronte ad un paese con crescita negativa e bilancia dei pagamenti fortemente negativi!
Allora? Qual è l’elemento determinante che ha scatenato questa folle perdita di capacità competitiva che ha trasformato NOKIALAND in PIGLANDIA?
Sarà mica forse la solita competitività (CLUP) che da tempo andiamo dimostrando alla base del fallimento dell’euro? Vi rammento che a giugno 2013 sull’International Business Time vengono pubblicate le seguenti statistiche relative alla produzione:
“Ad essere particolarmente in difficoltà è l’industria. Il volume di valore aggiunto totale prodotto da tutti i settori ha fatto segnare un -0,6% su base trimestrale e un -1,8% su base annua. Crolla la produzione di prodotti elettronici (-12,8% su base annua), metallici (-9,3%) e chimici (-4,2%). Male anche le costruzioni (-6,1%)”
E quando questi sono i dati, l’industria ha di sicuro perso competitività e i governi sono costretti ad applicare l’austerity sperando che, per mezzo della legge di Okun, si recuperi la medesima nel minor tempo possibile (quel tanto di deflazione salariale che serve).
Fonte: Il fallimento della Deflazione Salariale (Emiliano Brancaccio)
Confermato da questo documento sempre dell’Ocse:
Da cui si evince che l’Inflazione in Finlandia è crescita più di quanto sia accaduto in Germania e, come tale, ha buttato fuori capacità competitiva le aziende finniche.
La contrazione è avvenuta con la grande recessione del 2008 e, dopo una buona ripresa, nel periodo 2012-13. Segnali preoccupanti arrivano proprio dai settori architrave del sistema industriale finlandese:
– elettronico;
– cartario-forestale
e che hanno sostenuto, sinora, le esportazioni dei prodotti “made in Finland”.
L’occupazione non ha subito il tracollo atteso nonostante il non positivo andamento economico. Il tasso di disoccupazione medio si è attestato sul 7,7%, valore pressoché identico a quello registrato nel 2011, anche se le previsioni per il 2013 segnalano un peggioramento.
ED ORA ECCO A VOI UNA CHICCA: come ti trasformo le persone in numeri da manipolare:
LA LEGGE DI OKUN PER NOKIALAND
Dopo la diminuzione del PIL reale del 2009, la domanda interna nel paese è salita nel 2010, spinta da un aumento della fiducia dei consumatori e la crescita dei salari rinnovata, portando ad una rapida ripresa delle attività. Tuttavia, le esportazioni, che erano crollate di oltre il 20 per cento nel 2009, non hanno mai riacquistato il ritmo dei periodi precedenti. Il calo della domanda da parte dei partner commerciali europei ha trascinato l’economia ad un punto morto alla fine del 2011. La forte domanda interna ha impedito un indebolimento della crescita, che ha raggiunto il 2,9% per cento. Intanto, però, si andava deteriorando il clima favorevole agli investimenti che, indeboliti, hanno contribuito al deterioramento delle prospettive di crescita del paese.
Il livello generale dei prezzi è stato sempre più alto rispetto a quello dell’eurozona (2,8% per l’Istituto nazionale di Statistica; 3,2% secondo Eurostat) ma poi ha iniziato a scendere sotto l’obiettivo della UE: 1,2% – 1,4%!
E questo è normale se le importazioni (che poi sono le nostre esportazioni) avvengono con prezzi al ribasso:
E che il costo del lavoro ha attenuato notevolmente la sua fase di crescita:
Il calo dei consumi interni e le vendite all’estero a prezzi sempre più ridotti hanno determinato un calo della produzione industriale e manifatturiera veramente imponente:
Questa era la produzione industriale, e quella che segue è la manifatturiera
Ovviamente, con un simile trend dei due settori, cala anche la capacità sfruttata degli impianti esistenti (per la precisione dal valore 83 al 77,5):
E con il calo dell’utilizzo della capacità produttiva esistente sale l’output gap del paese (differenza fra il PIL EFFETTIVO e il PIL POTENZIALE):
Fonte: Nostra elaborazione su dati FMI
Notiamo subito che l’output gap a fine 2011 stava decisamente virando verso lo “0” quando invece grazie alla crisi dei partner europei e al crollo dei consumi interni si è appiattito tra il 2 e il 3%.
Ovviamente, incrociando i dati tra output gap e tasso di disoccupazione si riesce ad ottenere la seguente equazione di secondo livello:
y = -0,3139 x – 0,4433
R2 = 0,394
Sulla base di questa equazione, i grandissimi geni del FMI sono in grado di calcolare….. aspettate, pensano di essere in grado di calcolare….. la disoccupazione attesa in funzione dell’output gap.
Ecco, ora io mi chiedo “ma come si fa a dare responsi in merito a dati così importanti come la previsione del dato di disoccupazione quando erre quadro non si avvicina almeno a 0,7-0,8-0,9?
E’ chiaro che serve un’equazione non lineare, almeno di secondo grado (se non polinomiale)! Lo sanno anche i nostri studenti della più “sgangherata” e “sgarruppata” scuola media superiore!
Quasi quasi lunedi ci faccio un brevissimo post di approfondimento!
Riguardo alle finanze pubbliche, invece, si è assistito ad inizio crisi alla più pazzesca delle decisioni: un incredibile aggiustamento fiscale di ben 7 punti percentuali…..ma di tipo espansivooooooooooooo (orrore alemanno)!
E’ ovvio che un politica di allentamento fiscale di queste dimensioni, per fronteggiare la crisi mondiale, ha prevenuto la distruzione del paese e garantito la ripresa dei consumi
il PIL ha tenuto ma ha poi comportato l’impennata dell’import
trasformato in consumi dato che l’output gap era …
Fonte: ns elaborazione su dati FMI
Si è sì ridotto ma non annullato!
Comunque si è generato un incremento a fine 2010 di:
– manifattura + 6,4% a partire da un precedente calo del -19%
– industria + 7,1% a partire da un precedente calo del -13,9%
da cui ancora un output gap fortemente negativo, che altrimenti avrebbe decretato la scomparsa a quella data di Nokialand.
Sebbene il 2012 abbia registrato un incremento delle entrate per imposte indirette del 2,3%, si è verificato per il quarto anno consecutivo un deficit di bilancio. Dato che noi sappiamo che SE si ha un deficit di bilancio SE esiste un debito pubblico normalmente questo aumenta, esso ha raggiunto i 103 miliardi di euro, pari al 53% del PIL.
Da qui l’esigenza del Governo di adottare recentemente misure correttive volte ad affrontare il crescente indebitamento, con effetti da dispiegarsi nel periodo di riferimento 2014-2017.
Eppure la UE sostiene che tale manovra per la Finlandia c’è “un rischio significativo di deviazione dagli obiettivi di bilancio di medio termine”. Non basta! Ma quali sono?
Ecco un grafichetto dell’OCSE da cui si evince che il governo punta allo 0,5% di rapporto deficit/pil al termine del 2014 ed invece per la sostenibilità di medio-lungo termine serve un surplus tra il 2 e il 4%!
Secondo l’Ocse, confermato poi dai timori attuali della Commissione Europea, l’area di “sustainibility” si colloca tra il 2 e il 5%, mentre il programma governativo parla esclusivamente di un obiettivo 0,5% di deficit sul PIL!
Ora viene il bello, ma il paese evolverà da Nokialand Piglandia o piuttosto sceglierà di diventare la Nippolandia d’Europa ?
Il senso in cui va interpretata la domanda non deve essere nel nel senso di un’uscita dall’euro per poter applicare la Abenomics ma questo: Nokialand prenderà una deriva greca (attuando pesanti consolidamenti fiscali) o, dato che ha un pesante invecchiamento della popolazione, lascerà inalterate le cose arrivando pertanto ad un ratios debito/PIL pari a quello giapponese (il 204%) ?
Il Long Term Fiscal Outlook dell’Ocse riporta questo:
– L’ output gap si azzererà solo nel corso del 2017;
– La produttività del lavoro e il tasso di occupazione si svilupperanno debolmente, la prima, e leggermente negativo, il secondo;
– Gli interessi sul debito pubblico lordo saranno al 4,5%;
– Le attività finanziarie del governo resteranno al 122% e il tasso di interesse pagato su tali attività sarà al 2,9 % ;
– Le Spese collegate all’invecchiamento della popolazione aumenteranno di 5,4% sul PIL tra il 2012 e il 2030 a causa dell’aumento dei costi delle pensioni e la spesa sanitaria in rapporto al PIL , e resteranno più o meno invariate successivamente.
Sulla base di questi presupposti, o si alzano le tasse o si fanno tagli immediati pari al 4,6% del PIL o non si sarà in grado di garantire che i redditi futuri coprano la spesa futura in termini di valore attuale.
Mi par di comprendere che la Commissione UE, temendo un nuovo caso “Nippolandia” (ratio debito/pil superiore al 200%) pensi di trasformare la Finlandia nella PIGLANDIA del Nord, un protettorato a cui sottrarre autonomia amministrativa, come “gli occhi e le orecchie del Re” (LA Commissione in questo caso) facevano per conto di Dario (Re di Persia) con le Satrapie, province conquistate e sottoposte all’amministrazione di Satrapi (governi fantoccio). Ciò a mio avviso avverrà in tempi stretti visto che, oltre alla suddetta crescita esponenziale del Debito Pubblico sul PIL nel medio-lungo termine, la commissione UE teme pure un rapido superamento a breve dell’obiettivo 60% di MAASTRICHT!
Sono proprio curioso di vedere gli ulteriori aggiustamenti che saranno loro richiesti, una nazione con un output gap già oggi fortemente negativo (forte capacità produttiva inutilizzata) e una legge di Okun che predice, in caso di ulteriore riduzione del PIL causa consolidamento fiscale, un consistente peggioramento dell’occupazione e del PIL.
Purtroppo anche per loro Epicuro ha indicato la sola strada di ravvedimento nota ai popoli Europei: la penitenziagite!
“aver coscienza delle proprie colpe (ndr: il deficit attuale e quindi il debito futuro) è il primo passo verso la salvezza”.
(Epicuro)
Maurizio Gustinicchi
Economia 5 Stelle
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