Attualità
Fillon, futuro candidato del CDX europeista in Francia, e padre della disoccupazione
Domenica si sono tenute le elezioni primarie del centrodestra in Francia. I tre principali candidati erano l’ex premeier Sarkozy, François Fillon e Alain Juppè.
Il confronto è finito con una grande vittoria di Fillon, che si scontrerà al secondo turno con Juppè ma che conta anche sull’appoggio di Sarkozy, ormai fuori dai giochi. Chi è Fillon, e quale sarà la sua politica ?
Nel descrivere cosa si può aspettare la Francia da Fillon ci corre in aiuto il sempre ottimo Jacques Sapir da suo blog Russeurope che i francofoni possono anche leggere a questo link.
Prima di tutto bisogna ricordare che Fillon fu primo ministro, per un certo tempo, del presidente Sarkozy, per cui non è per nulla una novità, che se lui ha cercato di accreditarsi in questo modo.
Dal punto di vista della politica estera si troverà nella necessità di ricostruire praticamente tutto , dopo l’avventurismo disastroso di Sarkò e quindi il totale appiattimento sulla Germania di Hollande. Basterebbe far notare che nel suo ultimo tour europeo Obama ha incontrato la Merkel e Tsipras, ma si è astenuto da una tappa parigina. Del resto aveva giàparlato con la padrona dell’Europa e con il principale combinaguai, tutto il resto era superfluo. Per fortuna l’elezione di Donald Trump viene a sparigliare le carte e potrebbe premettere un riequilibrio politico.
Però la partita del prossimo presidente francese si giocherà sulla crescita e sull’occupazione. Analizziamo le proposte di Fillon, che potremmo chiamare “Superliberiste” o “Iper-thatcheriane” , nel dettaglio:
- 100 miliardi di euro di risparmio nella spesa pubblica.
- 40 miliardi di sgravi fiscali per le azione e 10 miliardi di aiuti alle famiglie.
- Fine delle 35 ore nel settore privato e ritorno alle 39 ore nel settore pubblico.
- Abolizione dell’imposta patrimoniale di solidarietà (ISF).
- Abbassamento dell’età pensionabile a 65 anni, ma unificazione di tutti i trattamenti, per mantenere l’entità delle pensioni.
Sapir nota come si tratta di misure contradditorie. La prima misura avrà un effetto negativo sulla crescita, come ormai già ammesso anche dagli economisti del Fondo Monetario Internazionale. In questo il programma di Fillon sembra una cattiva copia dei quello dell’inglese May, non un lavoro autonomo, e rivela delle superficialità con cui è stato preparato.
La riduzione del costo del lavoro non è altro che una riduzione dei contributi, che si tradurrà in una riduzione delle prestazione sociali o nel trasferimento del loro carico sulle famiglie e sulle persone.
L’incremento dell’orario lavorativo a 39 ore per tutti significherà nulla più che una riduzione degli straordinari e questo condurrà, quindi , ad una riduzione del reddito dei lavoratori, con come conseguenza una riduzione dei consumi e della crescita.
La quarta misura, la soppressione dell’imposta patrimoniale di solidarietà ISF, va incontro ai desideri della destra, ma , secondo Sapir, forse era meglio rimodularla, non cancellarla tout court.
Infine la parificazione di tutte le età pensionabili a 65 anni, abbassandole , ma cancellando i regimi speciali, creerà dei problemi a quelle categorie di lavoratori, come quelli della sanità, della sicurezza, i militari, che si trovano a compiere lavori rischiosi ed a contatto con il pubblico. Avremo una Gendarmérie di vecchietti ?
In generale Fillon si rivela un filoeuropeista spinto, un filotedesco senza se e senza ma, che non rimette mai in discussione nessun processo europeo, nessuna decisione. L’euro, vero cancro europeo, non viene neppure toccato, eppure una svalutazione, sempre secondo Sapir, del 15% francese accompagnata ad una rivalutazione del 10% tedesca risolverebbe tutti i problemi dell’economia d’oltralpe.
Fillon, capo del governo sotto Sarkozy, è stato ilvero papà della disoccupazione francese, che poi si è sviluppata ulteriormente, sino a giungere a livelli preoccupanti , sotto Hollande.
Fillon è legato alla retorica europea, la retorica della collaborazione , e non la tradirà mai. Però questa retorica si è ormai trasformata in sottomissione all’Europa ed alla Germania, e dalla sottomissione la Francia non potrà mai ritrovare la propria strada per la crescita.
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