Analisi e studi
Festa del risparmio, ma non più per l’Italia, dopo l’Euro
L’Italia ha fondato la sua ricchezza sull’accumulo continuo e sistematico, quasi eccessivo, di capitale, ma con l’Europ questo periodo è finito
Ieri era la giornata mondiale del risparmio, che si celebra il 31 ottobre. Un giorno che dovrebbe ricordare la capacità di ogni popolo di costruire il proprio futuro con l’attenta creazione del capitale tramite l’attento accumulo del’eccesso rispetto al consumi, appunto il risparmio.
L’Italia era, storicamente, una nazione costruita sul risparmio, cioè creata da secoli di lenta, continua, accumulazione di capitale. Generazioni si sono sacrificate per il bene delle successive. Però, adesso, stiamo ancora risparmiando?
Canale sovranista ha predisposto un bel grafico che mostra come sia avoluto il risparmio italiano in rapporto al reddito dagli anni settanta del secolo scorso a oggi.
Siamo passato dall’avere un risparmio agevolmente sopra il 20% ad un calo che è diventato drammatico dopo la fissazione del cambio con il futuro euro, nel 1998. L’unico momento di ripresa del risparmio è stato il momento del Covid, quando era oggettivamente quasi impossibile spendere.
Oggi il risparmio è pari allo 0,3% del reddito delle famiglie, un disastro: si stano bruciando le cifre accumulate sino agli anni novanta. La prossima crisi troverà gli italiani senza più riserve su cui basarsi, soli, di fronte alla povertà.
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