La prossima fusione fra FCA e PSA segnerà la fine non dell’industria automobilistica italiana, ma degli impianti produttivi nel nostro paese. Perchè, parliamoci chiaro e definitivo, dopo questa operazione, lasciato tutto a PSA, non rimarrà NULLA della produzione e probabilmente neppure dei marchi auto italiani.
I motivi sono banali:
- si fondono marchi di tre paesi in cui due, USA e Francia, difendono fortemente i propri impianti industriali con politiche e tramite partecipazioni industriali strategiche. Lo stato italiano se ne è disinteressato completamente, in mano a politici, di tutte le parti, incapaci, nel 2009, di capire quanto fosse danno per il sistema industriale italiano la scelta della creazione di Fiat con Chrysler;
- il valore di mercato di FCA è pari a 20 miliardi di dollari, ma una banca d’affari valutò i marchi Jeep Dodge a 23 miliardi. Quindi il valore della parte italiana , Fiat Alfa Romeo, Maserati (Lancia è già stata ammazzata) è pari a meno 3 miliardi;
- si è trattata non di una fusione, ma di un’incorporazione di FCA in PSA, tanto che il CEO del gruppo sarà quello di PSA e la sede operativa a Parigi.
- PSA ha pagato e caro (vale, al netto del superdividendo FCA, 7 miliardi in più dell’azienda olando-americana) FCA e l’ha pagata cara perchè interessa il mercato nord americano. Al contrario c’è un surplus di offerta in Europa, e potete immaginare chi chiuderà gli impianti, dato che il governo tedesco ha
Quindi tutto l’apparato industriale italiano se ne va a quel paese. La cosa divertente è vedere i sindacati, quasi felici di questa situazione. Mi chiedo cosa farà ad esempio Bentivogli della CISL che fino a ieri, anzi a oggi, appoggiava le decisione della FCA ed ora parla già di “Inevitabili sovrapposizioni”. Chissà se i suoi tesserati, quando inizieranno a restare a casa, la prenderanno così bene, e rideranno quando prendeva in giro la FIAT degli anni 90.
Per superare il problema ci vuole un disegno strategico ed un governo stabile. Se no tanto vale chiudere ILVA e settore auto, subito. Sarebbe più serio.
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