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Fanatismo e santoni: due casi in cui la follia è stata innescata dall’ecceso di fanatismo religioso

Alla luce del massacro di Altavilla Milicia presentiamo due casi storici tremendi di fanatismo religioso che ha condotto a massacri. Munster 1535 e Jamestown 1978

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Fanatismo e santoni
Fanatismo e santoni

L’Italia è rimasta profondamente colpita dal recente fatto di cronaca di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, dove il fanatismo religioso, al limite della follia, è stato alla base di un crimine orrendo e dello sterminio di una famiglia.

Eppure la storia è piena di episodi di pura follia religiosa e fanatica, finiti molto male, con stragi inenarrabili in mezzo ad atti indicibili. Vogliamo presentarvi due casi storici che ricordano, su larga scala, quello che l’invasamento senza senso critico può casuare. Parlamo del massacro di Munster del XVII secolo e del caso del Tempio del Popolo in Guyana del 1978.

Muster 1535

Mustern nel XVII secolo era sede vescolive cattolica, ma la città era anche popolata da molti luterani e altri protestanti. Il vescovo Franz von Waldeck  non era per nulla amato, per cui la base per una sorta di piccola rivoluzione era già presente. Gli anabattisti riuscirono a conquistare la maggioranza nel consiglio comunale e cacciarono il vescovo, chiamando quindi predicatori della propria religione. Quando giunsero i “Profeti” anabattisti Jan Bockelson, Jan Matthys e Bernhard Knipperdolling, questi riuscirono a diffondere l’anabattismo in maniera capillare e a creare una tale esaltazione delle masse da far espellere  tutti i cittadini, cattolici e luterani, che non avevano aderito al loro credo, e andò anche bene perché Matthys aveva pensato di passarli tutti a fil di spada. Chi rimase fu obbligato a ribattezzarsi e Knipperdolling diventò borgomastro, adiuvato da Bernhard Rothmann, ex pastore luterano moldo seguito in città.

Matthys

Matthys proclamò Munster la Nuova Sion in terra ed invitò tutti gli anabattisti ad accorrere a Münster: circa 2.500 fedeli risposero all’appello, tra cui i due fratelli ed ex preti Bernhard ed Hinrich Krechting, che avrebbero assunto in seguito incarichi ufficiali nel governo della città. All’interno della città i capi si spartirono i compiti: Matthys assunse il comando della dittatura teocratica,  Rothmann si occupò della propaganda e Knipperdolling della difesa. Il giorno di Pasqua, 4 aprile 1534, data prevista da Matthys per la fine del mondo, questi guidò una folle sortita con soli 20 compagni contro le truppe del vescovo, che avevano iniziato un blando assedio dellla città, e cercò perfino di arringare i soldati per passare dalla parte degli assediati, ma fu ucciso da un ufficiale con un colpo di spada al petto. Il mondo, fra l’altro, non finì.

Caduto il profeta Matthys, si poteva ipotizzare che l’intero pazzesco complesso da lui architettato sarebbe crollato ed invece se ne approfittò Bockelson per impadronirsi del potere: egli fu investito del titolo di profeta di Sion in seguito ad un quanto mai “opportuno” sogno di Knipperdolling. Preso il potere, Bockelson. si dimostrò purtroppo ancora più fanatico e sanguinario di Matthys stesso e non rinunciò al solito metodo di imporre decisioni spiacevoli alla popolazione, presentandole come parte, non discutibile, di un suo delirio mistico. In seguito alla prima visione egli comunicò che il governo della città sarebbe stato gestito da un consiglio di dodici anziani, che sarebbero state varate delle nuove leggi molto severe, che ogni insubordinazione sarebbe stata punita con la morte.

Dal luglio 1534 venne introdotta la poligamia obbligatoria e Bockelson sposò 15 mogli, tutte giovani e belle, tra cui la vedova di Matthys, Divara, mentre Rothmann si accontentò di 9 mogli e via di seguito. La disposizione, imposta con la forza, incontrò una crescente resistenza: una congiura fu repressa nel sangue e tutte le donne che rifiutavano il matrimonio forzato erano orribilmente torturate ed uccise. Oltre a questo, Bockelson fece abbattere i campanili della città perché aperta sfida all’Altissimo e nominò giudici tre bambini.

A settembre fedelissimo di Bockelson, tale Dusentschnuer, raccontò di aver sognato che Dio gli comunicava la designazione di B. come novello Re Davide del regno della Nuova Gerusalemme. L’ex accettò la nomina divina minacciando di morte coloro che si fossero opposti. Si fece quindi incoronare, con la sua regina Divara al suo fianco, sfarzosamente circondato da dignitari e guardie del corpo: un bello smacco per la sincera umiltà e povertà dei primi anabattisti!

Vi furono diverse congiure per rovesciare il re, una delle quali vide anche Knipperdolling protagonista, e vi furono numerose esecuzioni. Oramai le follie sanguinarie di B. erano all’ordine del giorno: una volta convocò un banchetto per tutti, dove decapitò di persona un mercenario del vescovo von Waldeck, da poco catturato, e poco dopo, come se nulla fosse, celebrò la Santa Cena!

Tutto questo portò a una mobilitazione dei principati della zona, terrorizzati per quanto stava succedendo in città e alla fine l’assedio diventò serio, tale da non far passare rifornimenti. I cittadini prima esurirono le scorte, ma il 24 agosto 1535 un cittadino aprì le porte alla città. Le minizie che entrarono procedettero con estrema durezza. Bockelson si offrì di riconvertirsi e perfino di aiutare alla conversione degli anabattisti rimasti, ma non venne creduto e quindi, nello stile del XVII secolo, venne torturato, ucciso e il cadavere esposto in una gabbia.
Quello che era successo a Munster portò a una reazione negli anabattisti e molti seguirono il predicatore Simons Menno diventando Mennoniti, cioè pacifisti totali.

Jim Jones e il massacro di Jamestown

Il massacro di Jonestown è stato, prima dell’11 settembre, il più grande incidente di morte civile intenzionale nella storia americana. Morirono più di 900 persone, molti bambini. È stato anche un trauma culturale devastante: la fine degli ultimi strascichi di un certo tipo di idealismo degli anni Sessanta e di radicalismo degli anni Settanta.

Jim Jones era nato in una famiglia povera dell’Indiana. Descritto come un bambino intelligente e strano, Jones era istintivamente attratto dalla religione, in particolare dalle tradizioni cristiane carismatiche come il Pentecostalismo. Si fece strada come predicatore di strada e, cosa insolita per l’epoca e il luogo, fu un appassionato sostenitore dell’uguaglianza razziale e fin da subito molto vicino alle posizione della sinistra radicale dell’epoca

Chiamò la sua nascente chiesa il Tempio del Popolo e predicava un mix di egualitarismo di sinistra, new age e cristianesimo. Il Tempio del Popolo sosteneva il socialismo e la vita comunitaria ed era integrato razzialmente ad uno standard eccezionale raramente eguagliato da allora.

Nel 1965, quando Jones aveva circa 30 anni, ordinò di trasferire il Peoples Temple in California. Si allontanò dagli insegnamenti cristiani tradizionali, descrivendosi in termini messianici e affermando di essere la reincarnazione di figure come Cristo e Buddha. Sostenne inoltre che il suo obiettivo era sempre stato il comunismo e che la religione era solo uno strumento per rendere il marxismo più appetibile.

Negli anni ’70, il Peoples Temple, che ora ha sede a San Francisco, ha acquisito una notevole influenza politica. L’accanimento di Jones nei confronti degli oppressi gli valse l’ammirazione di icone della sinistra come Angela Davis e Harvey Milk e il sostegno di gruppi come le Pantere Nere: un’affinità politica tragicamente sbagliata, visto che più di due terzi delle vittime di Jonestown erano afroamericane.

Il Tempio del Popolo era utile, perché era in grado di mobilitare molte persone di aspetto serio in modo affidabile, qualcosa di molto utile per le manifestazioni dell’epoca.

Tuttavia, c’erano già segni di una corrente sinistra nel Tempio del Popolo. Ci si aspettava che i seguaci si dedicassero completamente al progetto utopico della chiesa: rinunciando alle loro ricchezze personali, lavorando per lunghe ore senza retribuzione per la chiesa e spesso interrompevano i contatti con le loro famiglie. Ci si aspettava che crescessero i loro figli all’interno della comunità. Come dimostrazione di impegno, ai membri del Peoples Temple veniva chiesto di firmare false testimonianze di aver molestato i propri figli, che la chiesa conservava a scopo di ricatto.

Nel suo studio del 1980 su Jonestown, lo scrittore Shiva Naipaul, fratello minore di VS Naipaul, sostenne che il Peoples Temple era in fondo un progetto religioso fondamentalista – “ossessionato dal peccato e da immagini di distruzione apocalittica, autoritario nei suoi impulsi più profondi, che pensava istintivamente in termini di salvati e dannati”.

Jones, che da tempo credeva che gli Stati Uniti fossero in pericolo di un imminente olocausto nucleare, era alla ricerca di un luogo dove la sua chiesa sarebbe stata “al sicuro” durante un evento apocalittico. Un articolo di una rivista che denunciava abusi nel Peoples Temple stimolò il desiderio di Jones di trasferirsi. Scelse la Guyana, un’ex colonia britannica in Sud America il cui regime socialista era politicamente favorevole.

Nel 1977 il Tempio del Popolo trasferì la sua sede in una remota area selvaggia della Guyana. Qui, dichiarò Jones, avrebbero potuto costruire una società utopica senza l’ingerenza del governo o dei media. Lottando contro un clima tropicale opprimente e risorse limitate, iniziarono a convertire la fitta giungla in una comune agricola funzionante, presto nota come “Jonestown”.

La chiesa trasmetteva i monologhi sconclusionati di Jones agli abitanti di Jonestown con un megafono mentre lavoravano. La sera frequentavano lezioni di propaganda obbligatorie. L’ordine di Jones era fatto rispettare da guardie armate chiamate “Brigata Rossa”.

Jonestown non aveva motivo di aspettarsi interferenze da parte della Guyana, una “repubblica cooperativa” il cui governo ignorava volentieri i segni della tendenza autoritaria e paranoica della setta. Negli Stati Uniti, tuttavia, i genitori degli abitanti di Jonestown, preoccupati dalle strane lettere, o dalla mancanza di lettere, che ricevevano dai loro figli, avevano fatto pressione sul governo affinché indagasse.

Dopo che una famiglia statunitense ottenne un ordine di custodia per un bambino di Jonestown, la paranoia si intensificò. La comune divenne un campo armato, circondato da volontari con pistole e machete che minacciavano di combattere gli estranei fino alla morte.

Durante l’assedio (immaginario), le Pantere Nere Huey Newton e Angela Davis parlarono agli abitanti di Jonestown via radio per esprimere solidarietà. La Davis disse agli abitanti di Jonestown che erano all’avanguardia della rivoluzione e che avevano ragione a resistere a quella che lei definiva “una profonda cospirazione” contro di loro.

In quel periodo a Jonestown iniziarono le esercitazioni chiamate “notti bianche”, in cui gli abitanti si esercitavano a commettere suicidi di massa.

Su richiesta di alcuni familiari preoccupati negli Stati Uniti, il deputato della California Leo Ryan organizzò una delegazione di giornalisti e altre persone per una missione d’inchiesta a Jonestown.

La delegazione arrivò a Jonestown il 17 novembre 1978 e  riuscì a visitare la comune, ma la visita fu interrotta quando una persona cercò di accoltellare il deputato. La delegazione tornò alla pista d’atterraggio, accompagnata da una dozzina di abitanti di Jonestown che avevano chiesto di lasciare la comune e scortata dai vice di Jones.

I delegati non riuscirono mai a decollare. Mentre salivano a bordo degli aerei, le loro scorte estrassero le armi e aprirono il fuoco. Uccisero Ryan, cospargendo il suo corpo di proiettili per accertarsene, e ne uccisero altri quattro, tra cui due fotografi che avevano ripreso l’attacco prima di morire. I sopravvissuti feriti correvano o si trascinavano, sanguinanti, nella foresta. Una delle assistenti di Ryan, Jackie Speier, è sopravvissuta a cinque colpi di pistola e divenne deputata del Congresso.

Tornato a Jonestown, Jones annunciò che era giunto il momento di intraprendere l’ultima “notte bianca”. Per sedare il dissenso, disse agli abitanti che il deputato Ryan era già stato ucciso, segnando il destino della comunità e rendendo il “suicidio rivoluzionario” l’unico risultato possibile.

Gli abitanti di Jonestown, alcuni accettanti e sereni, altri probabilmente costretti, fecero la fila per ricevere tazze di punch al cianuro e siringhe. I bambini – più di 300 – furono avvelenati per primi e si possono sentire pianti e lamenti nelle registrazioni audio della comunità, poi recuperate dall’FBI.

Quando le truppe della Guyana raggiunsero Jonestown il mattino seguente, scoprirono un panorama inquietante e silenzioso, congelato nel tempo e disseminato di corpi. Emerse un numero esiguo di sopravvissuti, soprattutto persone che si erano nascoste durante l’avvelenamento. Una donna anziana, che aveva dormito per tutto il tempo, si svegliò e scoprì che erano tutti morti. Jones fu trovato morto per un colpo di pistola apparentemente autoinflitto.


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