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Facebook ha spiato le chat private degli americani e li avrebbe segnalate all’FBI. Addio privacy e libertà di parola

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Secondo gli informatori del Dipartimento di Giustizia, Facebook avrebbe spiato i messaggi privati degli americani e li avrebbe  segnalati all’FBI se esprimevano dichiarazioni “antigovernative o antiautoritarie”, tra cui la messa in discussione della legittimità delle elezioni statunitensi del 2020.

Come scrive Miranda Devine del New York Post, “nell’ambito dell’operazione di collaborazione con l’FBI, negli ultimi 19 mesi qualcuno di Facebook ha segnalato questi messaggi privati presumibilmente sovversivi e li ha trasmessi in forma redatta all’unità operativa per il terrorismo interno del quartier generale dell’FBI a Washington, senza un mandato di comparizione“.

È stato fatto al di fuori del processo legale e senza una causa di probabile pericolosità“, ha dichiarato uno degli informatori, che ha parlato a condizione di anonimato. “Facebook fornisce all’FBI conversazioni private, protette dal Primo Emendamento, senza alcun mandato di comparizione“.

Secondo una fonte del Post, loro [Facebook e l’FBI] stavano cercando individui conservatori di destra. Nessuno era un soggetto da Antifa“.

Gli utenti di Facebook le cui comunicazioni private erano state segnalate all’FBI come terrorismo interno erano tutti “individui conservatori di destra“. Apparteneva a questa categoria ogni americano che fosse arrabbiato per l’andamento delle elezioni. La segnalazione era quasi certa se chi scriveva poi amasse il tiro e le armi, e se postava foto in cui erano riprese più persone che  “che sparavano insieme e si lamentavano di ciò che era successo [dopo le elezioni del 2020]. Alcuni erano membri di una milizia, ma questo era protetto dal Secondo Emendamento…-NY Post

Una volta segnalati, i messaggi privati venivano distribuiti come “piste” agli uffici dell’FBI in tutto il Paese, che poi si rivolgevano all’ufficio del procuratore degli Stati Uniti di quell’area per ottenere legalmente le conversazioni private che erano già state mostrate. Quindi la segnalazione diventava la base per un’indagine la cui legittimità è, per lo meno, dubbia. Se poi l’indagine proseguiva allora FB era già pronta  “Non appena veniva richiesto un mandato di comparizione, nel giro di un’ora Facebook inviava gigabyte di dati e foto. Era tutto pronto. Stavano solo aspettando il processo legale per poterli inviare“, ha detto una fonte.

Tutto questo non ha portato a un arresto, ma si è rivelato solo una enorme perdita di tempo, senza considerare poi anche una colossale violazione dei diritti dei cittadini. Siamo abbastanza certi che ora fioccheranno le denunce contro il Social media e contro la FBI, in piena frenesia repressiva.


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