Attualità
Facciamo un servizio alla Scienza ed alla Salute e separiamo economia e vaccini
Non amo il tema dei vaccini, perchè un tema che dovrebbe essere scientifico, nel quale si è giunti al settarismo più spinto. Le parole utilizzate anche da medici sulla materia mi anno fatto perdere un bel po’ di fiducia nella categoria. Io sono pro-vax, sono vaccinato, ho fatto vaccini non obbligatori durante il mio periodo di viaggi che mi sono pagato personalmente, e per convincermi è stato sufficiente indicarmi il rapporto rischi-benefici, come del resto si è fatto sino a cinque anni fa, prima che nascesse questa mania vaccinale.
Ora non sono un medico, anche se qualcosa me lo sono letto (consiglio il chimico scettico, per un approccio all’epidemiologia) per cui vorrei affrontare un tema che dovrebbe essere affrontato a priori, cioè la possibilità che questa campagna vaccinale sia stata accentuata-finanziata dalle aziende farmaceutiche.
Se pensate che questa sia la solita teoria di carattere cospiratorio vi invito ad informarvi sullo scandalo, ancora in corso negli USA, riguardante l’abuso di oppioidi, che ha arricchito la società Purdue Pharma causando 200 mila morti per il suo abuso:
Il Governo federale calcola che i tossicodipendenti per oppioidi prodotti dalla Purdue Phaema ia pari a 2,4 milioni , e già nel 2006 la società fu condannata per comportamento criminale. Il potere della Purdue è enorme tanto che, pur condannata prosegue nella distribuzione dei suoi farmaci. Il suo oppioide fu pubblicizzato con una campagna che prevedeva convention lussuose a cui erano invitati migliaia di medici. Il caso è stato definito “Un trionfo del marketing, una tragedia della salute pubblica”.
Capite che in un mondo farmaceutico dove il marketing è operato in questo modo non ci si faccia nessuna remora di passare come carri armati su obbiezioni all’uso di questo o di quel farmaco. Però è difficile a questo punto capire quanto di questa informazioni sia puramente scientifica e quanto sia interessata, tanto più che economicamente c’è moltissimo in ballo.
Prendiamo l’indagine conoscitiva che l’Autorità per la Concorrenza , la AgCom, ha prodotto relativamente al settore dei vaccini, e che potete trovare a questo indirizzo, a pagina 34 afferma in modo chiaro:
61. Sulla base dei dati sin qui riportati e di alcuni studi di settore, si può
concludere che, allo stato attuale, l’industria dei vaccini sia caratterizzata da
una struttura oligopolistica particolarmente concentrata a livello globale, con i
quattro principali operatori – MSD, Sanofi Pasteur, GSK e Pfizer – che
detengono insieme tra l’80% e l’85% del valore delle vendite mondiali di
vaccini, ciascuno di essi con una quota individuale vicina al 20%.
62. La redditività del settore vaccinale – e segnatamente delle imprese
appena citate – è elevata, addirittura superiore a quella dell’industria
farmaceutica nel suo complesso, che pure da tempo risulta essere l’industria più
redditizia in assoluto: secondo stime recenti il margine operativo netto dei
prodotti vaccinali raggiungerebbe infatti il 30%, a fronte di un margine medio
dell’industria farmaceutica del 21%67. Simile redditività risulta inoltre
amplificata dai tassi di crescita del settore, che, negli ultimi anni, sono stati di
molto superiori a quelli registrati dal resto dell’industria farmaceutica”.
.
Il report afferma che in passato la situazione di mercato non presentava un oligopolio del genere e che questa situazione non cambierà nel prossimo futuro. Quindi si alimenta un settore che ha un a redditività del 30% maggiore rispetto a quella del settore farmaceutico, che già di suo presenta un profitto netto fra i più alti, con una media fra il 12 – 14% e punte del 40%.
La dimensione delle poste in gioco è tale che dovrebbe essere dovere dello stato togliere di mezzo qualsiasi dubbio relativo alla possibilità di influenze del settore farmaceutico oligopolistico sulla salute pubblica di massa, così come avviene per i vaccini. Questo settore industriale presenta quindi tre caratteristiche che dovrebbero portare ad un intervento pubblico:
- altissima concentrazione oligopolistica;
- influenza su un interesse pubblico diffuso, la salute;
- margini in libero mercato non efficienti ed eccessivi.
Una situazione del genere sembra richiedere in modo quasi perfetto la necessità di un investimento pubblico per la produzione “In House” dei vaccini stessi, con l’applicazione della Golden Rule per l’esenzione degli investimenti dai vincoli di bilancio europei in quanto appare evidente che gli investimenti sarebbero redditizi, tanto più che sarebbero depurabili dalle ingenti spese di marketing e di comunicazione a carico delle case farmaceutiche: se un vaccino è obbligatorio non è necessario fare pressioni per la sua adozione. I vantaggi sarebbero enormi:
- risparmi economici rilevanti;
- la cancellazione dell’alea sull’utilità nell’utilizzo o meno dei vaccini;
- la definizione di standard elevati di sicurezza, trasparenti ed indipendenti dal mercato;
- la possibilità di soddisfare a prezzi politici la domanda internazionale di vaccini, anche tramite la cooprazione internazionale;
- la possibilità di effettuare ricerca interna autofinanziata.
Si tratterebbe di una soluzione Win-Win , dove vincerebbero la salute dei cittadini, la ricerca, le casse dello stato e la trasparenza. Perderebbero le multinazionali, che non pagano tasse in Italia, ma operano attività di Lobbying e perderebbe qualche medico un po’ troppo attivo, ma ne guadagnerebbe l’intera categoria. Una proposta non contro, ma, al contrario pro vaccini, tutti quelli utili. Sono curioso di vedere se avrà una risposta.
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