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EUROPA DISUNITA: l’Austria limita il passaggio in Tirolo, alla faccia della libertà di transito delle merci

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In teoria l’Europa si dovrebbe costruire sulla libera circolazione delle merci, delle persone e dei capitali, ma, in realtà, l’unica cosa che si spostano rapidamente sono i soldi, specialmente se diretti verso i paradisi fiscali del Nord-Centro. Quando si tratta delle persone i limiti, anche ovvi, di carattere linguistico sono enormi, ed anche sulle merci la geografia può più di tutti i legislatori di Bruxelles.

Dal primo agosto sono in vigore restrizioni ancora più forti sul traffico merci in Tirolo.Per la precisione i mezzi pesanti non possono più uscire dal tratto autostradale per rifornirsi. Queste restrizioni si aggiungono alla stretta regolamentazione dei passaggi già in atto, ed ai divieti di transito per determinate categorie di merci o a certi tipi di mezzi. Senza contare le oltre 5 ore di coda che i tir devono effettuare alla frontiera fra Germania ed Austria…

Il problema è reale: il Brennero vede passare 2,4 milioni di mezzi pesanti all’anno, quando tutto gli altri passi alpini messi assieme vedono transitare 2,37 milioni di mezzi in tutto. Un numero abnorme , la cui unica soluzione vera sarebbe il trasferimento via treno o il lungo percorso in nave.

Il problema è proprio questo: la linea ferroviaria che dovrebbe risolvere il problema è in corso di realizzazione ma in grave ritardo. La colpa non è italiana, ma tedesca , in quanto i ritardi sono nella galleria di 64 km al confine fra Austria e Germania. Proprio la Germania, o meglio le merci tedesche , sono quelle che si avvantaggerebbero di più dall’opera, sia perchè il paese teutonico è in avanzo commerciale con l’Italia, sia perchè le merci della Baviera destinate ad oriente potrebbero più facilmente raggiungere i porti di imbarco italiani. Purtroppo è proprio Berlino, o meglio Monaco, responsabile dell’opera,  in ritardo e l’ultimo incontro fra leader tirolesi e bavaresi non ha portato a nessun risultato concreto se non la decisione di aumentare i pedaggi.

Bruxelles osserva ed è pronta a castigare eventuali ulteriori restrizioni al traffico imposte dal Tirolo. Eppure l’unico caso di successo nella trasformazione da trasporto su gomma a su rotaia è stato quello della Svizzera che, non essendo parte della UE ed essendo quindi esentata dalle sue regole, ha potuto imporre il passaggio da strada a ferrovia, atto reso poi economicamente interessante dalla realizzazione del Tunnel del San Gottardo. Insomma la UE non riesce neanche a garantire gli investimenti minimi per il libero transito delle merci, cosa che gli stati nazionali riuscivano a realizzare piuttosto bene.

 


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