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Analisi e studi

Euro forte? Grane per l’Industria. La tempesta si sta approssimando all’Orizzonte

Le valute delle principali nazioni industrialidell’Estremo Oriente si sono svalutate rispetto all’Euro. Indovinate dove finiranno i beni che non saranno più venduti negli USA?

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Il mito della “Moneta forte”, intesa stupidamente come una sorta di simbolo di virilità economica, continua a percorrere l’Europa. In Europa la Db ha, ad esempio, stigmatizzato il crollo del Dollaro, come se la supervalutazione di una valuta fosse, di per se, un elemento positivo.

il realtà una valuta forte, non sufficientemente supportata da un’economia efficiente, è la base della demolizione del sistema industriale: i prodotti, i beni e i servizi generati all’estero saranno molto più convenienti rispetto a quelli prodotti dalla nazione con super-valuta, li spiazzeranno, li escluderanno dal mercato e, alla fine, porteranno alla chiusura delle aziende, generando povertà e disoccupazione.

Questo effetto di spiazzamento sarà ancora più forte quando, come nel caso della UE, normative centralizzate vengono a imporre lacci e lacciuoli burocratici che impediscono il processo di efficientamento che è l’unico modo, in queste situazioni, per mantenere la competitività.

In un momento in cui gli USA, per i dazi, rischiano di non essere più l’unico grande compratore mondiale, una tempesta si sta addensando sulla UE, anche se nell’ultimi giorni vi è stata una correzione. Vediamo come stanno muovendosi le valute dei giganti industriali orientali, con i dati provenienti da Tradingeconomics:

Ecco lo Yuan Cinese a un anno

 

E a cinque anni:

Quindi vediamo una valuta, solitamente non molto esaminata, ma che comunque è l’espressione di un centro industriale tecnologicamente importante, Taiwan, in cui il riaggiustamento degli ultimi giorni è legato sia alle trattative di Trump con la Cina, sia a un intervento della BC del Paese:

La Corea del Sud mostra un andamento ancora più deciso:

Lo Yen Giapponese:

E perfino il Peso filippino:

Negli ultimi cinque anni si è assistito a una progressiva rivalutazione dell’Euro rispetto a quasi tutte le valute dell’Estremo Oriente. Solo la Cina ha visto una minore rivalutazione, ma solo perché questa valuta è tenuta sotto stretto controllo dal governo.

Dove andranno a finire tutte le esportazioni da questi paesi che ora hanno guadagnato punti di competitività rispetto all’industria europea? Quando gli USA non accetteranno più le produzioni industriali, e non solo, da questi paesi, dove finiranno tutti questi beni, in un regime di Dumping valutario? L’industria europea ha guadagnato l’efficienza necessaria a resistere a questo assalto?

C’è poi un problema di servizi: tutti is ervizi europei, compreso il turismo, sono meno competitivi. Trasporto internazionale, marittimo e aereo, sono meno convenienti. Perfino il turismo nell’area euro è molto più costoso.

Anche se gli ultimi giorni hanno portato a un riaggiustamento nelle quotazioni di queste valute, dopo che le notizie dagli USA sono diventate più moderate, comunque la sopravvalutazione dell’Euro è evidente, se consideriamo un orizzonte sui cinque anni. Le produzioni industriali europee sono in pericolo, e perfino il  problema, tanto sentito nelle grandi città italiane, dell'”Over tourism”, rischia di essere ben presto facilmente superato dal calo nel numero dei turisti stessi.  Però avremo una moneta forte…

 


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