Euro
Euro a quadrupla velocità?
Ormai da più parti l’Euro viene messo sotto accusa a causa del fatto, dimostrato sia a livello analitico che empirico, che i paesi economicamente più forti ne siano avvantaggiati mentre i più deboli no. Il grafico sopra riportato dimostra chiaramente come le aree già svantaggiate come quelle dell’Europa meridionale abbiano peggiorato la propria situazione, come anche quelle più ricche tra l’Italia occidentale e la Spagna orientale, mentre la situazione dell’Europa centrale è chiaramente migliorata. E questo è abbastanza logico, le aree dell’Europa centrale godono di una valuta sottovalutata, cosa che comporta basse importazioni e ottime esportazioni al contrario delle altre regioni europee che tenderanno a spendere troppo e ad esportare poco.
Ma queste considerazioni sono ormai scontate. Esistono due visioni a riguardo: i sovranisti sostengono il ritorno alle valute nazionali per riequilibrare queste distorsioni, mentre euristi e liberisti sostengono al contrario che l’Euro è un regalo per quelle regioni che dovrebbero avere una valuta più bassa. Entrambe le fazioni intellettuali dicono delle verità. Effettivamente è vero che ad esempio uno statale dell’Italia meridionale prende uno stipendio in euro che gli consente un buon potere d’acquisto nei confronti dei prodotti importati, che la propria regione non meriterebbe, ma è anche vero che questo beneficio è solo apparente perché il vantaggio lo hanno solo gli individui con un posto fisso a scapito dell’intera economia regionale che invece piange. Avere una valuta alta senza meritarla è come far vivere il proprio figlio senza lavorare, effettivamente lui nel breve-medio periodo ne godrà ma nel lungo si è creata una persona inetta totalmente dipendente dai propri genitori, idem per le regioni europee sottosviluppate tutte con bilance commerciali negative e dipendenti dai trasferimenti statali, incapaci di sviluppare una propria solida economia. E’ la colpa di questa situazione è proprio data dalla centralizzazione valutaria e politica.
Tralasciando quindi la decentralizzazione politica che dovrebbe essere attuata con un federalismo delle regioni europee, la decentralizzazione valutaria è sicuramente un’altra riforma che andrebbe fatta per riequilibrare le gravi distorsioni interne all’Unione Europea, che colpiscono in maggior misura le regioni meridionali. Ma come attuarla?
Questo blog vuole proporre un sistema valutario parallelo, cioè un Euro sovranazionale scambiabile sui mercati internazionali (come l’Euro attuale) e utilizzabile quando si va all’estero e diversi Euro a velocità variabile non scambiali sui mercati valutari e utilizzabili SOLO nel territorio dove hanno il valore legale. Questa soluzione da un lato risolverebbe le distorsioni economiche causate dall’Euro dall’altro garantirebbe agli Euro locali protezione dalla speculazione, perché solo l’Euro sovranazionale sarebbe scambiabile sui mercati, quelli locali no. Quelli locali sarebbero scambiati con cambi semirigidi e coperti illimitatamente dall’Euro sovranazionale. Le modificazioni valutarie potrebbero seguire diverse regole ma a mio avviso la più semplice e logica e l’adozione di una semplice bilancia valutaria: ad esempio se in un trimestre una regione ha visto entrare meno valuta di quanta ne sia uscita nella misura dell’1% del PIL semplicemente la propria valuta in automatico verrà svalutata dell’1%. E ad ogni trimestre (o mese o semestre) gli euro locali verrebbero modificati secondo questo parametro, che porterebbe gradualmente all’equilibrio di import ed export. Dato che gli Euro locali sono coperti illimitatamente dall’Euro centrale, gli stati non torneranno in possesso della sovranità monetaria, perché altrimenti torneremo indietro alla deresponsabilizzazione della politica. Questo non toglie che sia necessaria una graduale creazione di nuova moneta (questo argomento è da trattare a parte), ma questa creazione sarà fatta secondo regole condivise e secondo determinati parametri condivisibili a livello europeo (l’ideale sarebbe la compensazione della deflazione tecnologica se si riuscisse a individuarne il valore annuale). Inoltre gli stati federali saranno obbligati al pareggio di bilancio, perché l’indebitamento di uno stato è qualcosa di eticamente sbagliato nei confronti degli elettori che non hanno votato il governo in carica e soprattutto nei confronti dei cittadini futuri che non hanno responsabilità nei confronti delle scelte del governo stesso.
Detto questo come attuare questo doppio Euro a velocità variabile? A mio avviso abbiano due soluzioni di fronte a noi: o creare valute locali per ogni regioni europea o individuare delle aree valutarie omogenee. Creare degli Euro semplicemente nazionali è una soluzione molto stupida date le enorme differenze economiche all’interno degli stessi stati nazionali (ad esempio Lombardia con Calabria o Catalogna con Andalusia).
1) Euro a velocità variabile per ogni regione europea: questa soluzione sarebbe la mia preferita, perché alla fine un’area valutaria ottimale è a mio avviso quella che un individuo può facilmente raggiungere e passarci una giornata lavorativa nella stessa giornata, quindi al massimo ad una distanza di un paio d’ore di auto quindi all’incirca la grandezza di una regione di medie dimensioni. Certo una soluzione del genere, se pur più ottimale della prossima. vedrebbe la creazione di centinaia di euro regionali cosa che sarebbe fattibile solo con una completa virtualizzazione della valuta e quindi con un cambio automatico senza costi. A mio avviso è fattibile in futuro, adesso sarebbe un po’ troppo complesso.
2) Euro a velocità variabile per macroregioni: questa soluzione è sicuramente più fattibile ed adottabile anche subito se ci fosse la volontà di farlo. Guardando le cartine di sopra sono facilmente individuabili (escludendo le aree dove non c’è ancora l’Euro) almeno quattro Euro macroregionali con una certa contiguità territoriale : a) Euro centrale o germanico: sarebbe in vigore nella Germania occidentale, in Austria, nei Paesi Bassi, in Lussemburgo, nelle Fiandre e a Bruxelles in Belgio, nelle Rhone-Alpes francesi, in Lombardia, Valle d’Aosta e Trentino; b) Euro baltico o nord-orientale: sarebbe in vigore in Estonia, Lituania, Lettonia, Finlandia (che ha subito una discesa), Slovacchia e Germania Orientale; c) Euro franco-latino: in vigore in Irlanda, in tutta la Francia, Corsica inclusa, nord della Spagna inclusa Madrid e Valencia; nel nord e centro Italia, Malta e Slovenia; d) Euro mediterraneo: in vigore nel sud e centro della Spagna, Portogallo, Italia meridionale e Sardegna, tutta la Grecia e Cipro.
Quindi abbiamo due soluzioni per creare Euro locali a velocità variabile ora altro dilemma è se da subito adottare livelli valutari differenti, oppure partire tutti uguali pari al valore attuale dell’Euro e poi modificarsi in base alla bilancia valutaria:
1) Partire dallo stesso livello valutario: questa soluzione non modificherebbe particolarmente la situazione nel breve termine ma ci porterebbe nel medio-lungo periodo al giusto equilibrio valutario. Questa soluzione non ha dei vantaggi immediati però evita di creare grossi cambiamenti valutari che potrebbero avere un effetto deleterio sulle abitudini e sul morale delle popolazioni soprattutto di quelle che si troverebbero di colpo una valuta sottovalutata.
2) Partire da livelli valutari differenti: questa soluzione bilancerebbe immediatamente le distorsioni degli ultimi 15 anni però come detto sopra potrebbe creare una certa tensione sociale. Nel caso si adottasse questa soluzione le quattro aree sopra elencate dovrebbero partire dai seguenti livelli, proporzionali al differente Pil Pro Capite, rispetto all’Euro generale: Euro centrale: 1,05-1,1; Euro baltico: 0,85-0,95; Euro franco-latino: 0,85-0,95; Euro mediterraneo: 0,7-0,75. Euro baltico ed Euro franco-latino partirebbero simili ma poi seguirebbero livelli differenti dato che non avrebbe senso metterli assieme dato che non hanno contiguità territoriale.
Questo sistema per funzionare non dovrebbe comportare nuovi costi di cambio, filiali della Banca Centrale Europea dovrebbero effettuare i cambi a costo zero. Inoltre l’ideale sarebbe affiancare agli Euro locali anche una liberalizzazione valutaria, cioè pur mantenendo il corso forzoso della moneta, dare la possibilità ad esercenti ed aziende di accettare come pagamento anche valute differenti tipo oro o Bitcoin o qualsiasi altra cosa, sempre emettendo lo scontrino equivalente nell’Euro locale e quindi pagandoci le relative tasse.
by Fenrir
FONTE: HESCATON.COM
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.