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ESTATE 2019, FRA PROROGHE E NUOVI ADEMPIMENTI FISCALI

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Iniziamo questa volta con una buona notizia: ieri durante i lavori di conversione del Decreto Crescita è stato approvato un emendamento in Commissione Finanze della Camera che rinvia la scadenza al 30 settembre per il versamento delle imposte da parte dei contribuenti(ditte individuali e società) soggetti ai nuovi ISA che sostituiscono gli studi di settore.

La proroga riguarda i versamenti delle imposte dell’ex modello Unico (modello Redditi 2019) e si è resa necessaria dopo  l’introduzione degli ISA i nuovi indici sintetici di affidabilità fiscale che sostituiscono gli Studi di Settore a partire dall’anno d’imposta 2018 per motivazione tecnica in quanto il software dell’Agenzia delle Entrate è stato pubblicato solo il 6 giugno 2019 e questo non avrebbe consentito ai professionisti ed alle imprese di procedere con il calcolo degli Isa e di “adattarsi” al nuovo modello entro la scadenza originale del 30 giugno con tempistiche adeguate.

Non è la prima volta che si assiste ad una proroga dei versamenti relativi all’ex modello Unico, anzi questa situazione paradossale nel corso degli anni è divenuta ormai una normalità.  Prima era il software Gerico per il calcolo degli studi di settore quello in ritardo, ora è il software per il calcolo degli ISA. Quest’anno c’è almeno da riconoscere che l’annuncio della proroga arriva con tempistiche più “veloci”; infatti per esempio nell’anno 2017 si era giunti alla comunicazione della proroga con Decreto il giorno 20 luglio, addirittura dopo che era già sopraggiunta da diversi giorni la scadenza!

Le associazioni di Categoria dei Professionisti hanno inoltre manifestato disappunto e forte malcontento verso uno strumento nuovo cioè gli ISA che vanno a sostituire i vecchi Studi di Settore che dal precedente governo era stato “venduto” come un adempimento soft e semplificativo ma che in realtà ad oggi sembrerebbe tradursi in un qualcosa più complicato perfino con maggiori dati richiesti rispetto al precedente modello dichiarativo.

Quando si sente parlare di “riforme” degli adempimenti fiscali gli addetti ai lavori a differenza della collettività nutrono sempre una certa diffidenza e preoccupazione avendone vissute tante in passato ed oggi non siamo da meno. Inoltre negli ultimi anni le riforme e le modifiche alle normative fiscali sono state talmente rapide da variare più volte anche nello stesso esercizio fiscale (ad esempio nel 2017 le regole di compensazione dell’iva sono state modificate ad aprile ad esercizio già pienamente avviato con le vecchie regole), costringendo anche il procedente Governo a più riprese a prorogare le scadenze (ad esempio la prima scadenza del nuovo Spesometro del 2017 ha avuto ben quattro proroghe).

Gli addetti ai lavori si sono dovuti spesso adeguare in fretta a tutti i cambiamenti e novità che negli ultimi anni hanno portato fra l’altro un carico di adempimenti decisamente maggiore rispetto agli anni precedenti, con difficoltà tecniche e applicative non di poco conto che hanno obbligato anche al sostenimento di ingenti costi legati all’aggiornamento o all’acquisto di nuovi software senza averne alcun ritorno economico. Ed oggi ci risiamo!

Semplificare vuol dire eliminare norme, adempimenti, procedure ormai inutili e obsolete, richiedere in quelle già in essere il completamento con meno dati o comunque solo con quelli indispensabili e non già in possesso delle amministrazioni pubbliche stesse. Tutta questa burocrazia fa perdere molto tempo alle imprese, ai cittadini e soprattutto agli addetti ai lavori (professionisti, tecnici e pubblica amministrazione) ; non bisogna riformare una normativa con l’obbiettivo di migliorarla, ma renderla poi di fatto più complicata o semplicemente “diversa” (che in ogni caso crea sempre un disagio).

Un primo passo verso la semplificazione era già stato portato avanti in questa legislatura dalla Commissione Finanze alla Camera con la Proposta di Legge 1074 (che contiene semplificazioni fiscali/contabili e incentivi a imprese e famiglie). La Pdl è stata poi approvata alla Camera e in attesa dell’Iter al Senato si è provveduto ad inserire e rendere effettivi da subito tramite il Decreto Crescita alcuni punti importanti come la scadenza per la trasmissione telematica delle dichiarazioni dei Redditi e Irap spostata al 30 novembre dal 30 settembre che snellisce finalmente il calendario fiscale nel periodo autunnale.

L’importante lavoro della Commissione Finanze ha trovato molte difficoltà perché negli ultimi due/tre anni con il precedente Governo (ma anche con quelli precedenti) è stata consuetudine “caricare” di obbiettivi di bilancio e recupero di imposte la maggior parte degli adempimenti fiscali introdotti, ne sono esempio le Lipe (comunicazioni iva trimestrali) e l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria fra privati (con i famosi 4 miliardi di gettito fiscale aggiuntivo previsto).

Questa “prassi” ha avuto come conseguenza che diversi adempimenti che oggi si vuole abolire o semplificare comportino di fatto la necessita di trovare una “copertura” e sappiamo ad oggi con la situazione attuale quanto è difficile trovare fondi nel bilancio dello Stato.

Dario Polini


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