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“Esproprio immobiliare”: anche i tedeschi iniziano a tremare per le

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Oggi il quotidiano tedesco “Die Welt”, espressione della classe media, si è svegliato con questo titolo: “Obbligo uguali a esproprio” ecco cosa significano per i proprietari di casa i nuovi obblighi della UE

Il fatto di voler obbligare i proprietari a ristrutturare i propri immobili dal punto di vista energetico, portandoli, nell’arco di pochi anni (max 2030) a classe A e B, con immobili che sono, attualmente, massimamente nelle classi G D E e C, è un’enorme forzatura legale, un disastro economico e una missione impossibile.

Un conto è applicare norme edilizie più strette su immobili di nuova costruzione, un conto è trasformare immobili esistenti, magari in aree rurali, e con strutture vecchie di 100 o più anni, se non di qualche secolo, soprattutto in Italia. Abbiamo interi quartieri periferici costruiti negli anni dal 1950 al 1980 che dovrebbero essere rasi al suolo e ricostruiti. Chi paga la ristrutturazione?  Soprattutto, è possibile ristrutturare  150 -170 milioni di unità immobiliari in Europa in così poco tempo?

La cosa divertente è che sembra che i verdi non siano ancora soddisfatti. Vorrebbero non la facoltà di ristrutturazione, senza la quale non sarebbe possibile comunque vendere o affittare gli immobili, ma vogliono l’obbligo a effettuare le ristrutturazioni stesse. Se uno non ha i soldi? Semplicemente perde l’immobile. Tutto questo è coerente con quanto sta accadendo in Germania, dove la collettivizzazione degli immobili è una realtà, anche se, per ora, colpisce solo le grandi società immobiliari.

Se leggete i siti europeisti che elogiano la magnificenza di questa conversione non paarlano mai dei costi per i singoli proprietari immobiliari. Al massimo affermano che la trasformazione di distretti in aree con abitazioni ecologiche  sono esperimenti di successo, senza considerare che queste soluzioni sono limitate a esperimenti in paesi nordici con costi immobiliari elevati. Un appartamento nella periferia di una media città italiana, magari con un prezzo di poco superiore ai 1000 euro al MQ, ha senso di essere ristrutturato?

Il risultato di tutte queste assurde richieste, sulla pelle dei singoli piccoli proprietari immobiliari, è ovvio:

  • un’ampia fetta del patrimonio immobiliare italiano sarà forzatamente espropriata e trasferita a banche o istituzioni che hanno i fondi per effettuare questi investimenti;
  • dato che l’immobile sarà molto più costoso verranno anche, ovviamente, a crescere i canoni di locazione;
  • l’offerta immobiliare verrà a calare verticalmente, quindi avremo meno caso, con una possibile tensione abitativa in  certe aree;
  • borghi interi verranno abbandonati, perchè non sarà conveniente ristrutturarli. Chi ristrutturerà, ad esempio, una casa nelle colline dell’Alessandrino, o in quelle umbre? La struttura demografica verrà a cambiare in modo epocale. Niente di simile è accaduto dalla fine dell’Impero Romano.

Gli italiani sono solo degli spettatori in un gioco che distruggerà il benessere di milioni di famiglie italiane. Sarebbe necessario non abbreviare, ma prolungare per anni il bonus 110% per riuscire a modificare, almeno parzialmente questa situazione e non è detto che ci sia la capacità produttiva per potervi far fronte. Un elemento che è perfettamente secondario per la Commissione e, alla fine, anche per i suoi esecutori in Italia. Lo sarà anche per gli Italiani?


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