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Energia

Eni brucia i tempi in Congo: al via la Fase 2 di Congo LNG. 4,5 miliardi di mc di gas in arrivo (anche per l’Europa)

Eni avvia in anticipo la Fase 2 del progetto Congo LNG. Nuova unità Nguya e riutilizzo dello Scarabeo 5: 3 milioni di tonnellate di gas liquido all’anno pronti per l’export e per l’Europa.

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Mentre in Europa ci si interroga ancora su come gestire la transizione e la sicurezza energetica tra mille burocrazie, l’industria italiana fa quello che le riesce meglio: lavora, e pure velocemente. Eni ha annunciato l’avvio delle operazioni della Fase 2 del progetto Congo LNG nella Repubblica del Congo.

La notizia non è solo tecnica, ma strategica: il progetto è partito in netto anticipo sulla tabella di marcia. Parliamo di gas naturale liquefatto (GNL) pronto a prendere la via del mare, con una capacità che ora punta a numeri importanti per la diversificazione delle fonti energetiche europee.

Un record di velocità: 35 mesi

Il “cane a sei zampe” ha introdotto il gas nell’unità galleggiante di liquefazione (FLNG) Nguya. La cosa sorprendente, in un mondo abituato ai ritardi cronici delle grandi opere, è che questa fase è entrata in esercizio soli 35 mesi dopo l’inizio della costruzione dell’unità.

L’obiettivo dichiarato è esportare il primo carico di GNL prodotto dalla nuova fase all’inizio del 2026. Questo risultato porta la capacità complessiva del progetto a cifre che iniziano a pesare sul bilancio energetico:

  • 3 milioni di tonnellate all’anno (MTPA) di GNL.
  • Equivalenti a circa 4,5 miliardi di metri cubi di gas l’anno.

Come funziona: ingegneria e “riciclo” intelligente

Il progetto Congo LNG non è un semplice “tubo”, ma un sistema integrato complesso e tecnologicamente avanzato che sfrutta le risorse dei campi offshore di Nene e Litchendjili (licenza Marine XII).

La Fase 2 si basa su una configurazione che massimizza l’efficienza e, fattore caro a Scenarieconomici, applica concetti di economia reale e circolare:

  • Tre piattaforme di produzione offshore.
  • La Nguya FLNG: un gigante lungo 376 metri e largo 60, dedicato alla liquefazione e all’export.
  • Lo Scarabeo 5: qui c’è il tocco di genio ingegneristico. Si tratta di un ex impianto di perforazione che, invece di essere rottamato, è stato riconvertito in unità di trattamento e compressione gas.

Questa struttura alimenta sia la nuova Nguya sia la Tango FLNG, l’unità più piccola già operativa dalla fine del 2023.

I numeri del progetto in sintesi

Ecco un riepilogo delle forze in campo nel progetto Marine XII:

AssetFunzioneStatoCapacità/Note
Tango FLNGLiquefazioneOperativa (2023)~0.6 MTPA
Nguya FLNGLiquefazioneAvvio Fase 2Parte principale dei 3 MTPA totali
Scarabeo 5Trattamento/CompressioneOperativaEx trivella riconvertita (Economia Circolare)
Campi GasEstrazioneIn produzioneNene e Litchendjili

Geopolitica e Sviluppo Locale

Eni opera la concessione Marine XII con una quota del 65%. È interessante notare la composizione della partnership in un’ottica di realismo geopolitico: accanto all’italiana e alla compagnia di stato congolese SNPC (10%), troviamo la russa Lukoil con il 25%. Il gas, come si vede, impone pragmatismo. (Nota a margine: recenti accordi prevedono l’ingresso di Vitol nel capitale, segno che l’asset fa gola ai grandi trader internazionali, e che comunque si vogliono evitare problemi internazionali).

Non si tratta solo di export. Eni è in Congo da 55 anni e il gas estratto serve anche ad alimentare la Centrale Elettrica del Congo, garantendo il 70% dell’elettricità del Paese africano. Un approccio che unisce business e sviluppo locale (il famoso “Piano Mattei” in azione pratica, non teorica), creando occupazione e competenze in loco.

Fare da sé

L’avvio della Fase 2 di Congo LNG dimostra che, quando la tecnologia e la pianificazione industriale italiana vengono lasciate libere di operare, i risultati arrivano, e pure in anticipo. In un contesto globale incerto, avere 4,5 miliardi di metri cubi di gas in più nel “portafoglio” non è un dettaglio da poco per la sicurezza energetica nostra e dell’Europa.

Nguya

Domande e risposte

Perché è importante che la Fase 2 sia partita in anticipo?

L’anticipo sui tempi, soli 35 mesi dalla costruzione, è cruciale per due motivi. Primo, dimostra un’eccezionale capacità industriale e di project management di Eni, riducendo i costi e accelerando il ritorno sull’investimento. Secondo, in un mercato del gas ancora volatile, avere nuova capacità di offerta disponibile prima del previsto (con il primo carico export nel 2026) garantisce maggiore sicurezza energetica all’Europa e all’Italia in tempi brevi, diversificando le forniture rispetto ai vecchi gasdotti.

Che cos’è esattamente lo Scarabeo 5 e perché è citato come esempio di economia circolare?

Lo Scarabeo 5 era originariamente un impianto di perforazione (una piattaforma per bucare il fondale marino). Invece di dismetterlo o costruirne uno nuovo da zero, Eni lo ha riconvertito in un impianto galleggiante per il trattamento e la compressione del gas. Questo riutilizzo riduce drasticamente la necessità di nuovo acciaio e materiali, abbattendo i costi e l’impatto ambientale (CO2) legato alla costruzione di nuove infrastrutture. È un esempio pratico di come l’industria possa essere sostenibile senza essere ideologica.

Quanto gas arriverà e a chi è destinato?

A regime, il progetto Congo LNG produrrà 3 milioni di tonnellate di GNL all’anno, equivalenti a circa 4,5 miliardi di metri cubi di gas. Sebbene una parte del gas serva al mercato interno congolese per la generazione elettrica (coprendo il 70% del fabbisogno del Paese), la maggior parte dei volumi di GNL liquefatto, come indicato da Eni, è destinata all’export, con l’Europa come mercato di riferimento prioritario per contribuire alla sostituzione delle forniture russe.

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