Energia
Energia: la AI richiede così tanta energia che si pensa di utilizzare i reattori nucleari
I Data Center per lo svilupppo dell’intelligenza artificiale richiedono enormi quantità di energia. La risposta più logica sarebbero i reattori nucleari modulari. Però ci sono dei problemi tecnici
Non è un segreto che il funzionamento di un centro dati AI, per l’uso dell’intelligenza artificiale, richieda un’immensa quantità di energia. Scientific American, calcolava che per l’uso della Ai nel 2023 i centri elaborazione dati avessero bisgno di 84,5 terawatt/h di energia elettrica, più di quanto usi una piccola nazione. La situazione peggiorerà con l’introduzione della AI per la creazione dei video, come Sora.
Per far fronte a queste richieste energetiche enormi, gli esperti stanno cercando fonti alternative, come riporta la BBC, tra cui piccoli reattori nucleari che potrebbero alimentare i singoli data center.
“Il nostro settore deve trovare un’altra fonte di energia”, ha dichiarato Chris Sharp, CTO di Digital Realty.
Piccolo e modulare
Per anni gli scienziati hanno sviluppato piccoli reattori modulari (SMR), ovvero centrali elettriche in scala ridotta in grado di fornire energia in loco e quindi di ridurre drasticamente la dipendenza delle aziende dalla rete.
Nonostante un’intera industria fiorente si dedichi alla loro realizzazione, non esistono ancora reattori commerciali in funzione in tutto il mondo, come osserva la BBC.
Si tratta di un’idea intrigante che ha ispirato alcuni dei più grandi attori nel campo dell’intelligenza artificiale a investire in questa idea. L’anno scorso, annunci di lavoro hanno suggerito che Microsoft stesse cercando di lanciare il proprio piano per gli SMR, con l’obiettivo di utilizzarli per alimentare i propri centri dati AI.
Anche il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha investito in una startup nucleare chiamata Oklo, che sta lavorando su SMR autoregolati. (Altman ha anche suggerito che l’intelligenza artificiale è così affamata di energia da richiedere una fonte di energia innovativa).
“I centri dati sono già affamati di energia, ma con l’IA stiamo raggiungendo un nuovo livello di requisiti energetici”, ha dichiarato alla BBC il direttore del Centro di Ingegneria Nucleare dell’Imperial College di Londra Michael Bluck.
Il problema è che, nonostante la soluzione appaia logica, non è di immediata applicazione, perché, in questo momento, di SMR funzionanti in occidente non ce ne sono.
“Ci sono circa 50 progetti di SMR in circolazione”, ha aggiunto Bluck. “La sfida è costruirli in unità ripetibili, in stile fabbrica, standardizzando le linee di produzione“.
Un grande ostacolo da superare è la regolamentazione. Dopo tutto, l’energia nucleare comporta alcuni rischi evidenti. La Nuclear Regulatory Commission degli Stati Uniti è stata “impegnata in vari gradi di attività di pre-applicazione con diversi progettisti di SMR negli ultimi anni”, si legge sul suo sito ufficiale.
Nel 2022, la Commissione per l’energia nucleare USA ha approvato il primo progetto di SMR, sviluppato da una startup dell’Oregon chiamata NuScale Power. Altri due progetti sono in uno stato avanzato di autorizzazione.
Tuttavia, nonostante il chiaro slancio dietro l’idea, non è chiaro se gli SMR saranno la risposta ai nostri bisogni energetici in rapida crescita. Le aziende sono alla disperata ricerca di modi per scalare le operazioni ora, e non tra qualche anno. Quindi, se questa opzione vuole diventare realististica, è megio che si realizzi presto.
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