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ELEZIONI REGIONALI IN FRANCIA: COSA È SUCCESSO E PERCHÉ. CON UN OCCHIO PUNTATO IN CASA NOSTRA (di Giuseppe PALMA)

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Marine Le Pen, France's National Front leader, speaks during a news conference the day after the first round of local elections at the party headquarters in Nanterre

 

Al ballottaggio di ieri in Francia il FN, dopo aver vinto al primo turno, non ha ottenuto neppure una presidenza di Regione.

Ciò è potuto avvenire solo grazie al fatto che i socialisti di Hollande e Valls e i repubblicani di Sarkosy hanno messo insieme tutte le loro forze per sconfiggere la destra anti-UE ed anti-euro. Ma v’è di più: perché ciò potesse accadere, i socialisti non solo hanno ritirato le proprie liste in occasione dei ballottaggi in quelle Regioni in cui si sfidavano repubblicani e lepenisti (salvo in un caso), ma hanno addirittura fatto “terrorismo mediatico e psicologico”. Si è arrivati addirittura a terrorizzare il popolo che, nel caso di vittoria del FN, vi sarebbe stata una guerra civile.

Ciononostante, il dato politico resta: il FN, a seguito di questa tornata elettorale, è il primo partito francese a livello nazionale! Al primo turno, infatti, dove si stabiliscono democraticamente i rapporti di forza, il partito di Marine Le Pen aveva ottenuto il 28% dei voti, avanti di un punto percentuale rispetto ai repubblicani e di quasi cinque punti rispetto ai socialisti. Inoltre, il FN è anche il primo partito di opposizione nei sei consigli regionali di quelle Regioni nelle quali al primo turno aveva ottenuto la maggioranza relativa dei voti.

Ciò premesso, quello a cui abbiamo assistito nell’ultima settimana è un film bruttissimo sull’autosalvataggio dei partiti di sistema. Per questa volta ci sono riusciti. Ma la Storia insegna che tali strategie sono del tutto fallimentari e non pagano mai nel medio-lungo periodo. La rivoluzione è solo rinviata… un altro anno di austerità, disoccupazione e insicurezza e neppure l’alleanza tra il gatto e la volpe fermeranno la vittoria di Marine Le Pen alle presidenziali del 2017.

Quando quasi tutta la penisola italiana era già diventata regno d’Italia, a Roma la Consulta papale – allo scopo di autosalvarsi ed autoproteggersi- condannava a morte Monti e Tognetti. Fu uno stupido tentativo di autotutela del sistema che si rivelò inutile. Dopo soli tre anni lo Stato Pontificio cessava di esistere!

Ieri in Francia, con tutti i limiti cui l’esempio si presta, è andato in onda un film similare, cioè quello dell’autoprotezione del sistema che, pur morente, ha fatto quadrato attorno a se stesso sacrificando la regolare e sacrosanta volontà popolare espressa al primo turno. Tuttavia, la morte dei partiti pro-Europa e pro-euro è solo rinviata!

Se in Francia vi fosse un sistema elettorale regionale come quello italiano (a turno unico) che assegna la vittoria al candidato che ottiene la maggioranza relativa dei voti (con conseguente attribuzione del premio di maggioranza alla coalizione di liste che sostiene il candidato presidente “vincente”), già lunedì scorso il FN avrebbe ottenuto la presidenza di ben sei giunte regionali! Ma la Francia non è l’Italia, dove nessuno dei cinque Presidenti di Regione PD eletti circa sei mesi fa ha ottenuto il 50% più uno dei voti. Tutti eletti a maggioranza relativa!

Tutto ciò premesso, poco ha da esultare “la palude” di casa nostra (Nuovo Centro Destra, Scelta Civica, Italia Unica, UDC e parte di Forza Italia). In Italia si tenta di far somigliare la Lega Nord al FN e Forza Italia ai repubblicani di Sarkosy. Giusto, anzi, giustissimo. Tuttavia, cari cacciatori di seggiole, sappiate che l’esito elettorale francese del secondo turno nulla – ma proprio nulla – ha a che fare con i futuri esiti elettorali delle prossime elezioni politiche italiane, dove – molto probabilmente – Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia si coalizzeranno, sia al primo che all’eventuale secondo turno, in un’unica lista di centro-destra. In Francia, invece, la destra lepenista ha, in entrambi i turni, corso da sola, trovandosi contro al ballottaggio l’intera armata dei partiti di sistema (centro-destra e centro-sinistra).

Giù i calici, cari ipocriti di sistema.

 

Giuseppe PALMA

 

 

 

 


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