Attualità
Elezioni in Cile: Pinochet contro Sinistra estrema per il secondo turno
Elezione con risultato che potrebbe apparire a sorpresa in Cile, nella selezione di chi passerà al secondo turno elettorale. I primi due candidati alle elezioni provengono da estremi opposti dello spettro politico, creando un ballottaggio polarizzante che avrà luogo il 19 dicembre nell’economia più avanzata della regione sud americana.
Ricordiamo che nel sistema elettorale cileno, se nessun candidato ottiene la maggioranza del 50%, i due primi classificati competono al ballottaggio.
Jose Antonio Kast, un deputato noto per la difesa della dittatura militare cilena, è arrivato primo con il 28% dei voti rispetto al 26% dell’ex leader della protesta studentesca Gabriel Boric. Estrema destra contro estrema sinistra.
Chi vince prenderà il controllo di un paese in preda a grandi cambiamenti ma incerto sul suo futuro corso dopo decenni di riforme centriste che hanno lasciato in gran parte intatto il modello economico di Pinochet. Intanto le forze che non sono giunte al ballottaggio si stanno schierando da una parte o dall’altra:
- Marco Enríquez-Ominami (PRO, centro sinistra) ha già annunciato il proprio appoggio a Boric;
- Francisco Chahuán, senatore e presidente del Partito per il rinnovamento nazionale, parte della coalizione Chile Podemos Mas, ha espresso il suo appoggio a Kast.
- Altri partiti centristi attendono di riunirsi per decidere da qualche parte schierarsi.
L’ago della bilancia potrebbe essere il candidato indipendente Parisi con il suo PDG e un 12,9% di voti che, se spostati, potrebbero decidere la vittoria di un candidato.
Comunque il Cile mostra come il mito del centro sia spesso solo un sogno, non qualcosa di reale. La crisi economica mondiale post covid causerà non una crescita del centro, ma delle ali estreme, concetto che in Italia pare proprio non entrare nelle teste dei politici…
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