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Ed il peggio deve ancora venire….

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In questi giorni , a fronte di un superficiale e fastidioso ottimismo che viene dispensato da una sciocca TV, vediamo i risultati di un alcuni profondi errori strategici compiuti dai nostri alleati e che ci porranno grosse sfide nel futuro. Ora diamo una rapida analisi , premettendo che non mi interessa dare nessuna visione dietrologica o partire dagli antichi romani, ma vedere le cose per come sono e valutarne le opzioni.

a) Medio Oriente . L’Isis nasce da una serie di valutazioni politiche sbagliate americane, a cui si unisce la frustrazione sunnita e la sempre maggiore disponibilità di alcuni paesi del Golfo nel finanziare l’estremismo, anche al costo di rompere con i propri vicini . L’Isis è una minaccia per i paesi confinanti ed in generale per qualsiasi concetto di libertà e di tolleranza religiosa. Chi parla di “Ritorno al medioevo” offende il medioevo stesso, più tollerante di questi estremisti. Però , sino ad ora, non si è visto un effetto di questa rivolta sul prezzo del petrolio. Questo perchè l’Isis stessa vende molto petrolio di contrabbando, con incassi fra gli 1 e 2 milioni di dollari giornalieri, tramite contrabbandieri iraniani, turchi ed iracheni, come ben pubblicizzato dalla news agency curda Rudaw. L’Isis funziona bene perchè si finanzia bene: prima i 500 milioni provenienti dalle banche irachene, poi i rapimenti, il petrolio ed il controllo delle risorse agricole. Tra l’altro questo petrolio vine venduto sotto prezzo, e sul mercato è giunto in contemporanea con i primi carichi , legittimi benchè difficoltosi, provenienti da area curda. La guerra fa si che tutti estraggano il più possibile. quindi il problema è proprio di civiltà e di sicurezza interna europea, non di approvigionamenti o economico.

b) Diversa e molto più grave la posizione in Ucraina. Qui la maldestra posizione americana ha causato una bella crisi che lascia cocci alle popolazioni locali ed all’Europa. L’escalation degli ultimi giorni, con un intervento diretto ormai malamente nascosto russo, fa si che il conflitto non si risolverà nell’arco di giorni o di settimane, ma probabilmente vedrà il prolungarsi di un confronto armato per un tempo più lungo, di mesi. Gli Stati Uniti hanno reagito al maggior coinvolgimento russo non con un intervento difensivo diretto, magari simbolico, ma minacciano nuove sanzioni.  Serviranno? Sicuramente no. Ormai la direzione russa non ragiona più con una logica economica, ma con una logica puramente politica, ed in questo modo reagirà, con una escalation di ritorsioni economiche. Si parla di un blocco delle importazioni di auto prodotte nella UE, e persino di ricadute  sulle forniture di gas.  A queste sanzioni l’Europa non ha nessuna possibilità pratica di rispondere, in quanto verme politico e militare. 

 

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(il Cancelliere tedesco Merkel guida l’economia europea)

c) In questo si inserisce il grande errore strategico della costruzione dell’euro: aver legato tutta la politica economica dell’area ai vincoli , sbagliati, imposti dal governo federale tedesco , alle politiche di bilancio ed alla BCE. Il buon Draghi ha un bel dire che “Farà tutto il necessario”; quando il giorno dopo Schaulble subito lo rimbecca dicendo che “Non voleva dire quallo che è stato inteso”, quasi che il povero presidente della BCE sia un minus habens che non è in grado di esprimersi in modo comprensibile. In realtà Draghi ha bene chiaro che, come mostrano gli ultimi dati, senza una potente politica espansiva l’eurozona è condannata alla deindustrializzazione, alla decadenza ed all’impoverimento, oppure all’esplosione. Il problema che i tedeschi, grandi nella tattica, come sempre si sono rivelati pessimi nella strategia: il loro interesse centrato solo sul’inflazione ha tolto alla BCE qualsiasi strumento tattico di espansione, utile per controbilanciare le crisi improvvise ed il ciclo economico. Hanno prodotto un’automobile senza retromarcia: finchè si marciava in avanti non ci sono stati problemi, quando vi è la necessità di fare un’inversione , ecco che si rimane bloccati. A questo si è accompagnata la cecità mercantilistica imposta, per cui l’espansione è possibile solo con le esportazioni e solo con l’avanzo commerciale. Ottima politica, se non che ora , in un momento di tensione politica, questa pratica riveli TUTTA LA FRAGILITA’ dell’economia Europea  e tedesca in primis. Già ad agosto vi è stata una contrazione dello 0,2 del PIL tedesco. Cosa pensate accadrà con le nuove sanzioni?? La risposta sarebbe una politica di investimento spinta, finanziata dalla BCE, non dell’ordine dei famosi 1000 miliardi di euro di cui si parla ora, ma per lo meno 3 volte tanto, e tali da spingere verso una maggiore indipendenza energetica, e quindi anche politica. Invece si prosegue con la solita politica di austerità che non può che condurre al crack dell’Europa. I governi francese ed austriaco già scricchiolano. Quale sarà il prossimo ?

 

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Intanto il Prode Galeazzo Musolesi nostrano gioca con le riforme.L’unica cosa realistica per ora messa in campo è una riforma della giustizia civile, soprattutto del diritto del divorzio, che forse potrà dare un minimo sollievo a qualche famiglia. Tutto il resto o è rinviato o è fufffa. Si parla di aggiustamenti di pochio miliardi di euro raschiati qui e la da fondi futuri, quando il debito è di oltre 2000 miliardi, le entrate (in calo ) di oltre 690 miliardi. Come se per risparmiare sullo stipendio risparmiaste  a comprare un quotidiano una volta al mese, per poi magari comprare un Gratta e Vinci da 20 euro…. Perchè, dietro le parole, vi è una  tassazione locale incrementata anche quest’anno. Un crollo del mercato immobiliare, una deflazione (per la prima volta dal 1959), una disoccupazione al 12,6, un Pil in calo dello 0,2. Il nostro Galeazzo combatte una polmonite con una aspirina, quando ormai anche i sassi hanno compreso che solo una diversa politica fiscale  accompagnata da una svalutazione del’euro potrebbe rilanciare la nostra economia, e se non fosse possibile la svalutazione dell’euro, dalla nostra uscita , ragionata , dalla moneta unica. Lo hanno capito i sassi, ma non il Prode Alleato Galeazzo Musolesi da San Giovanni in Persiceto.

 


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