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Economia: la UE perderà ancora più terreno rispetto agli USA nella crescita

Gli USA cresceranno molto di più della UE nel prossimo decennio. Non ci sono investimenti nel vecchio continente, soprattutto nella tecnologia. Del resto chi li farebbe?

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Il divario tra il prodotto interno lordo europeo e quello statunitense è destinato ad aumentare ulteriormente entro la fine del decennio, ha avvertito giovedì il FMI, lanciando un allarme sulla “mancanza di dinamismo delle imprese” nel continente.

Nelle sue ultime prospettive economiche per l’Europa, il FMI ha affermato che l’invecchiamento della forza lavoro e la bassa crescita della produttività ridurranno il tasso di crescita annuale del PIL del continente nei 10 anni fino al 2029 ad appena l’1,45%. Negli Stati Uniti, il tasso di crescita medio per lo stesso periodo è stimato al 2,29%.

La crescita americana ha superato quella europea a partire dalla crisi finanziaria globale, in particolare dopo la pandemia di Covid-19.

In blu in PIL reale dell’Area Euro, in grigio quello USA

Pril Pro capite EU (in blu) e US (in grigio)

 

Alfred Kammer, direttore del dipartimento Europa del FMI, ha affermato che la regione ha problemi “fondamentali” che risalgono a decenni fa, sottolineando che il PIL pro capite, aggiustato per il potere d’acquisto, “era lo stesso negli USA e nell’UE” all’inizio del millennio.

“Nei due decenni e mezzo successivi, il divario si è ampliato”, ha dichiarato al Financial Times, sottolineando che oggi il reddito pro capite in Europa è inferiore del 30% a quello degli Stati Uniti. “Si tratta di un divario ampio [che] non esisteva prima, ma esiste ora”.

Il Fondo ha aggiunto che la pandemia ha temporaneamente aggravato il problema, stimando che il tasso di crescita medio dell’Europa sia diminuito di 0,6 punti percentuali rispetto ai due decenni precedenti il 2019. Negli Stati Uniti, invece, la crescita prevista per i 10 anni fino al 2029 è leggermente aumentata rispetto ai decenni precedenti.

Il FMI ha affermato che le scarse prospettive dell’Europa sono legate a fattori quali i bassi livelli di investimento delle imprese e l’insufficiente attività transfrontaliera, oltre a una produttività molto più bassa rispetto agli Stati Uniti.

Niente tecnologia in Europa

Il Fondo ha affermato che la divergenza tra i livelli di produttività negli Stati Uniti e in Europa riguarda tutti i settori, ma è particolarmente marcata per la tecnologia.

“La produttività europea [tecnologica] è rimasta praticamente stagnante dal 2005. Negli Stati Uniti è cresciuta di quasi il 40%”, ha dichiarato il fondo.

L’industria dei capitali di rischio del continente, che ha solo un quarto delle dimensioni degli Stati Uniti, è un’altra delle ragioni “per cui l’Europa ha una più ampia mancanza di dinamismo imprenditoriale”. In Europa, la quota di nuove imprese che esistono da cinque anni o meno è “solo la metà di quella degli Stati Uniti”.

Il fondo ha appoggiato il rapporto dell’ex presidente della BCE Mario Draghi, pubblicato all’inizio dell’anno, che sostiene che l’Europa deve investire di più e aumentare la competitività. Il fondo ha invitato Bruxelles a prendere maggiori misure per integrare l’economia della regione.

Però nessuna delle due opzioni è realistica: investire di più richiederebbe la capacità degli stati di fare più debito, cosa che, per ora , sembra esclusa per i patti di stabilità e le norme del bilancio europeo. Anche l’integrazione non sembra un obiettivo realistico, oltre a sussistere il reale dubbio che questo possa, in qualche modo, venire a cambiare qualcosa dal punto di vista pratico.

I paesi della  UE avrebbero bisogno di essere più dinamici  e competitivi, ma questo è un obiettivo utopico nel momento in cui proprio la UE è la fonte di normative e lgacci che impediscono la crescita stessa. 

 

 


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