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Analisi e studi

Economia Cinese: Rallentamento nel 2° Trimestre 2025, ma senza dramma. Tiene l’industria. Stimolo in arrivo?

L’economia cinese mostra segni di rallentamento nel secondo trimestre del 2025, ma con una resilienza inaspettata che potrebbe rimettere in discussione l’entità delle prossime manovre di stimolo. Nonostante le incertezze globali e una domanda interna ancora debole, i dati ufficiali dipingono un quadro di robustezza, pur con le solite riserve sulla loro piena affidabilità.

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  • L’economia cinese mostra segni di rallentamento nel secondo trimestre del 2025, ma con una resilienza inaspettata che potrebbe rimettere in discussione l’entità delle prossime manovre di stimolo.
  • Nonostante le incertezze globali e una domanda interna ancora debole, i dati ufficiali dipingono un quadro di robustezza, pur con le solite riserve sulla loro piena affidabilità.

Nel secondo trimestre del 2025, l’economia della Cina, misurata tramite il PIL,  è cresciuta del 5.2% su base annua, in calo rispetto al 5.4% registrato nei due trimestri precedenti.

Questo segna il passo più debole dal terzo trimestre del 2024. Tuttavia, il dato ha sorpreso positivamente il consenso di mercato, che si aspettava un più contenuto 5.1%. Questa performance migliore del previsto è stata in parte sostenuta dalle misure politiche messe in atto da Pechino, in un contesto di fragile tregua commerciale.

Ecco il relaitvo grafico:

Tuttavia, non tutte le notizie sono positive. Le vendite al dettaglio, un indicatore chiave dei consumi interni, hanno mostrato la crescita più debole degli ultimi quattro mesi, con un aumento del 4.8% su base annua a giugno, in calo rispetto al 6.4% di maggio. Questo nonostante i sussidi governativi per l’acquisto di articoli elettronici.

Il calo riflette una domanda interna ancora insufficiente, una preoccupazione evidenziata anche dall’agenzia di statistica cinese.

Sul fronte del commercio estero, le esportazioni hanno mostrato un’accelerazione, con le fabbriche che hanno aumentato le spedizioni, mentre le importazioni sono aumentate per la prima volta quest’anno.

Gli investimenti fissi lordi complessivi sono aumentati del 2.8% su base annua nei primi sei mesi del 2025, un rallentamento rispetto al 3.7% del periodo gennaio-maggio.

L’investimento immobiliare, un settore che ha pesato notevolmente sulla crescita economica lo scorso anno, ha continuato a mostrare una contrazione, scendendo dell’11.2% nel primo semestre dell’anno, peggiorando rispetto al -10.7% dei primi cinque mesi. Ancora più preoccupante è il calo del 0.6% negli investimenti privati nel primo semestre, un segnale di minore fiducia da parte degli investitori.

Produzione industriale sotto la lente

Analizzando i singoli indicatori di giugno, la produzione industriale ha registrato un’accelerazione inattesa, raggiungendo un massimo di tre mesi con un aumento del 6.8% su base annua. Questo dato supera le aspettative del mercato del 5.6% e segna la crescita più rapida da marzo.

A trainare la produzione sono state in particolare l’attività manifatturiera (+7.4% rispetto al +6.2% di maggio) e l’estrazione mineraria (+6.1% contro il +5.7%). Ben 36 delle 41 principali industrie hanno registrato una crescita, con spicchi di eccellenza nel settore automobilistico (+11.4%), computer e comunicazioni (+11.0%), e costruzioni ferroviarie e navali (+10.1%). Nel primo semestre del 2025, la produzione industriale complessiva è avanzata del 6.4%.

Ecco il relativo grafico.

Per riguarda il mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione urbano si è mantenuto al 5% a giugno, il livello più basso degli ultimi sei mesi, invariato rispetto a maggio.

Prospettive e Considerazioni Finali

Nel complesso, l’economia cinese è cresciuta del 5.3% nella prima metà del 2025. Nonostante la resilienza mostrata, le proiezioni per la seconda metà dell’anno indicano un ulteriore indebolimento del momentum di crescita.

Le principali sfide includono le crescenti tensioni commerciali in vista della scadenza tariffaria del 12 agosto, le pressioni deflazionistiche e la prolungata crisi immobiliare. L’ufficio statistico nazionale ha ribadito l’esistenza di “molti fattori instabili e incerti nell’ambiente esterno” e ha avvertito che “la domanda interna effettiva è insufficiente, e le fondamenta per la ripresa e la crescita economica necessitano di essere ulteriormente consolidate.”

Questo quadro complesso solleva interrogativi sulla necessità e sull’entità di una potenziale manovra di stimolo da 1500 miliardi di Yuan di cui si è parlato nei giorni scorsi. Se da un lato la crescita è inferiore alle attese generali di inizio anno, la sua resilienza, unita a un’accelerazione della produzione industriale e al mantenimento di un basso tasso di disoccupazione, suggerisce che l’intervento potrebbe non essere così massiccio come ipotizzato.

La vera sfida per Pechino rimane quella di stimolare efficacemente i consumi interni per compensare una domanda esterna in calo e mitigare i rischi derivanti dal settore immobiliare e dalle tensioni geopolitiche. Soprattutto ques’ultimo rimane la spina nel fianco, anche perché la demografia non permetterà di assorbire l’enorme quantità di immobili sul mercato facilmente.


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