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ECCO IL “BUON GOVERNO” DELL’EMILIA ROMAGNA: il bidone FICO ed i regali alle COOP

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Ah l’Emilia Romagna è governata bene. Certo, se lo chiedete ai mass media di mass media oppure alle Cooperative emiliano-romagnoe è amministrata BENISSIMO. Poi c’è la realtà.

Prendiamo il caso FICO. Nato con l’Idea di  sfruttare il lancio dell’EXPO di milano e rilanciare il cibo italiano, come se ne avesse bisogno, e creare un luogo dove si potesse mangiare e vedere la produzione della qualità. Un’idea che sarebbe stata anche interessante, se realizzata in uno dei migliaia di luoghi italiani dove tradizione alimentare e bellezza artistica e paesaggistica si combinano. Invece lo si è fatto in una squallida, e scomoda, periferia di bologna, utilizzando il fallimentare CAAB, il mercato all’ingrosso agroalimentare, enorme e mezzo abbandonato. Un orribile, enorme, edificio di cemento armato a poca distanza dall’inceneritore e da un centro commerciale, questo si, ampio e completo. Un valore di 50 milioni di euro che avrebbe potuto essere utilizzato, ad esempio, per il polo universitario esterno, ed invece ha creato un mostro.

Questa macchina mangiasoldi avrebbe dovuto attirare 6 milioni di visitatori all’anno, ma è arrivata a 5 in due anni. Come mai? Semplice, è una delle più grandi mistificazioni sulla faccia della terra. Chi scrive ha avuto la dubbia fortuna di vistarlo un paio di volte per vari motivi. Prima di tutti i laboratori alimentari sono deludenti e male organizzati. I ristoranti sono cari e di qualità, ad essere gentili, mediocre. Questo è incredibile in una città dove con venti euro si mangia bene, e con diciotto si mangiano i tortellini fatti a mano nel più celebre ristorante cittadino. Dato che quest’anno andava anche peggio del solito hanno deciso di aggiungervi un Luna Park con ottovolanti e calcinculo. Una vera operazione culturale, come possiamo vedere, il tutto in una città che, nonostante tutto, ha un centro storico bellissimo, con uno stile unico poco rovinato dal passaggio dei secoli, anche se molto degradato dalla presenza dei centro sociali (vedi Piazza Verdi).

Per completare il disastro sono stati spostati sulla linea Stazione – FICO i Civis, i bus che avrebbero dovuto essere il primo caso di guida autonoma dimezzi pubblici in strada al mondo e che invece sono stati un colossale disastro, essendo NON solo non in grado di guidarsi da soli, ma troppo grandi anche per circolare con guidatore. La periferia di Bologna mostra ancora per strada le righe stradali speciali e le piazzole che avrebbero dovuto accogliere e guidare  questi monstre-bus, mai utilizzati. 49 bus elettrici che , comunque non molto utilizzati visti che, secondo panorama, portano circa 4 passeggeri l’uno a viaggio.

Eppure si poteva dedicare uno spazio alle eccezionali produzioni alimentari emiliano romagnole, magari utilizzano le aree spoglie e di servizio del bellissimo Palazzo Ducale di Colorno, la piccola Versailles voluta da Maria Luigia d’Austria

Il Palazzo è già di per se mezzo vuoto perchè, alla caduta del Ducato di Parma e Piacenza, i Savoia portarono l’arredo, di eccezionale qualità, al Quirinale, dove ora allieta gli occhi e le natiche degli ospiti presidenziali. Non era forse questo un luogo migliore, nelle aree di servizio, per ospitare un laboratorio sul Parmigiano? Invece si è preferito un orrido palazzone bolognese. Però questp è il Buongoverno. …


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