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Ecco come potranno fregarci se il governo firmerà il global compact (di Davide Mura)

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Molti sottovalutano l’impatto del Global Compact for M


igration, che solo apparentemente sembra una cosa buona e giusta, ma che in realtà – al di là della retorica e delle dichiarazioni tranquilizzanti – intende sostanzialmente favorire le migrazioni globali, abbattendo di fatto le frontiere e le leggi sull’immigrazione irregolare, attraverso l’annullamento della distinzione tra rifugiati e migranti economici.

Patrocinato dall’ONU, la dichiarazione verrà firmata in Marocco, tra il 10 e l’11 dicembre. Ma molti dei paesi occidentali (tra cui gli USA), si stanno progressivamente defilando perché hanno subodorato la fregatura e cioè il rischio di non essere più padroni in casa loro.

E l’Italia che fa? In realtà, ancora non è chiara la posizione del Governo, con un Ministro degli Esteri possibilista, il M5S che sul punto appare diviso e il silenzio inspiegabile di Matteo Salvini, che ancora non si è pronunciato chiaramente contro, nonostante gli appelli di Giorgia Meloni.

Vero è comunque che la dichiarazione “non vincolante” è una trappola per il nostro paese. E lo è a causa di due articoli della Costituzione, l’art. 10 e l’art. 117, comma 1. Se il primo obbliga l’Italia a conformarsi alle norme e ai trattati internazionali per quanto riguarda la condizione dello straniero, il secondo obbliga la legge italiana e regionale a rispettare gli obblighi internazionali.

Ci vuole poco per intuire il pericolo insito nelle due disposizioni, una delle quali (l’art. 117) è stata modificata nel 2001, durante il Governo Amato. Per quanto sia vero che per vedere il Global Compact operativo nel nostro paese, sarebbe necessario quanto meno la ratifica del Parlamento italiano (e cioè il suo recepimento in una legge ai sensi dell’art. 80 Cost.), in realtà potrebbe spuntare qualche zelante giudice che ritenendo non necessario attendere i tempi, trasmetta gli atti alla Corte Costituzionale affinché dichiari l’illegittimità della legge che disattende la dichiarazione ONU sull’immigrazione, firmata (anche) dall’Italia. E non è affatto escluso che la Corte poi possa accogliere la richiesta, censurando la legge, colpevole di violare (appunto) gli artt. 10 e 117 Cost., poiché magari ha sposato qualche tesi massimalista che vorrebbe sempre l’adattamento automatico del nostro paese alle norme internazionali consuetudinarie e pattizie, anche se trattasi solo di dichiarazioni d’intenti e di principi senza alcuna efficacia vincolante, come dovrebbe essere il Global Compact.

Per le leggi sull’immigrazione e in particolare per quelle contenute nel DDL Sicurezza (caso mai diventassero legge) e, in generale, per ogni legge che tentasse di regolare con razionalità gli accessi al territorio italico, esisterebbe a quel punto solo il cestino della spazzatura se contrastanti con il Global Compact, con somma soddisfazione delle élite che usano l’immigrazione economica di massa per annichilire gli Stati nazionali e la sovranità dei paesi europei.


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