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È andato tutto male, consigli pratici per evitare che finisca peggio

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andrà tutto male
È andato tutto male, eppure lui insiste: “Andrà tutto bene, restate a casa” dice Caputo, giocatore del sassuolo, 800 mila euro di stipendio all’anno.
Covid, inizia il conto alla rovescia.
Il popolo italiano, tanto per cambiare, si lascia sedurre dalla prospettiva più facile, quella che prevede che tutti i problemi si dissolveranno da soli. Come se una crisi finanziaria, pompata a suon di lockdown e restrizioni, avesse una data di scadenza e come se giunti a quel punto, come di incanto, il mondo dovesse tornare a fiorire attorno a noi come un novello Eden.
È vero o no?
Peccato che l’economia non sia un fatto divino e nemmeno naturale, ma un prodotto proprio dell’ingegno umano; per chi ce l’ha. E chge occorra darsi da fare.
Senza fatica, senza ingegno e senza sforzi. Come se il vero dazio che stiamo pagando fosse una punizione divina e non una conseguenza dell’aver fatto tutto il contrario di ciò che occorreva fare per affrontare l’influenza cinese.
Senza il minimo presentimento che invece il peggio deve ancora arrivare.
Con la fine della tregua tra gli Stati europei, cesseranno anche gli aiuti (se, quali e quando arriveranno, non ci sono certezze), mentre il parafulmine sui BTP offerto dalla BCE potrebbe anche via via cessare.
È tempo di bilanci. È ora di tirare le somme su ciò che è imminente.
Gli avvisi stavolta sono stati mandati tutti.
Il primo ci arriva direttamente dalla BCE tramite l’appunto sulla scrivania che le nuove regole per la stabilità delle banche stanno per entrare in vigore:
andrà tutto male
Lockdown e NPL
Anche secondo il governatore di BankItalia, Ignazio Visco, si mette male. Ha avvisato sui prossimi fallimenti di banche sia in Italia che in Europa:
Visco, si mette male: rischio fallimenti delle banche
Appunto dicevamo, senza lavoro non ci sono ristori, aiuti e mancette che tengano.
Adesso possiamo dirlo: è andato tutto male, ma potrebbe finire anche peggio, quindi vediamo come comportarci per evitare il default. Quello nostro, personale.

Il primo consiglio quindi è quello di smettere di schierarti in difesa di questo o quel canale di bufale che vogliono chiudere perché spaccia notizie false e sensazionalistiche senza inserirle nel loro contesto. E sto parlando sia dei blog sovranari che di quelli europeisti.

Devi schierarti in difesa di te stesso e della tua famiglia.

Il vero casino non lo stiamo passando oggi, ma arriverà quando la pandemia sarà passata.
Senza lavoro non ci sono ristori, aiuti e mancette che tengano.
E a pagare saranno aziende e dipendenti a contratto: insomma, molti di quelli che oggi assieme a statali, studenti universitari mantenuti e pensionati, chiedono le restrizioni e acclamano il lockdown, perché credono di essere garantiti.

I motivi sono sotto il naso di tutti. Il primo è che quel giorno cesseranno di arrivare aiuti dall’Europa e riprenderà l’austerità in stile Grecia.

Ma è da quasi un anno che ripeto che ognuno deve occuparsi di salvare il proprio culo eppure anche tra i miei followers vedo gente che tutto fa fuorché darsi una sveglia.

“Ognuno per sé e Dio per tutti”, deve diventare il motto. Che ti piaccia o no, è ciò che ci aspetta.

Bisogna entrare nell’ordine delle idee che bisogna salvarsi da soli, come singoli, famiglie e piccole comunità, del tipo di qualche decina di individui in grado di sorreggersi a vicenda.

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Non è chiaro dove sia finita tutta la potenza di fuoco degli honesty, visto che nel 2020 hanno chiuso 390 mila aziende.

Cosa accadrà se continuano le restrizioni, quando (non se) verranno sbloccate le carte esattoriali? Quando finiranno i fondi per la cassa integrazione? E il blocco dei licenziamenti? E quanto possono rimanere chiuse le attività commerciali e le aziende?

Come difendere i risparmi

Visco ce l’ha detto chiaro e tondo. Le banche eccessivamente esposte con i crediti deteriorati, che le restrizioni e i lockdown hanno aggravato e aumentato, chiuderanno. Falliranno.

E non ci sono abbastanza capitali accantonati dalle banche per risarcire anche quei risparmi al di sotto dei 100 mila euro come le norme sul bail-in prevedono.
Perché se crolla il sistema, non c’è garanzia che tenga. Chiaro?
Quindi il secondo consiglio è: se si mette male, scegliti una banca sicura.
Il video che segue ti darà tutti i consigli più opportuni.
È tratto da un canale che seguo da un po’ e che ti consiglio di seguire a tua volta, perché è molto ben fatto, è accessibile a tutti pur offrendo contenuti estremamente professionali ed utilizza anche i toni giusti per informare.

Fai come se dovesse andare tutto male: accantona i risparmi in modo sicuro

Il terzo consiglio l’ho già dato più volte negli anni ed è un po’ il metodo della nonna. Come accantonare i risparmi senza metterli su un conto corrente.

Oltre a sceglierti un consulente finanziario INDIPENDENTE: cioè un professionista che fa i tuoi interessi e non quelli della banca o del fondo che gli paga lo stipendio, inizia a informarti su quali sono gli investimenti più sicuri.
Non sto parlando solo di investimenti basati su rendite garantite o sulla conservazione del capitale, ma anche di tutti quegli investimenti non soggetti a prelievi forzosi o a patrimoniali.

Ripeto per l’enesima volta, a mio giudizio è impensabile che un governo politico faccia una patrimoniale – a meno che non andasse a colpire i ricchissimi –  ma con questi chiari di luna, fatti di governi vacillanti che presto o tardi sfocieranno in un governo tecnico, che quindi non ha bisogno di badare al consenso, tutto può essere.

Infine i soliti vecchi amici di sempre: l’assegno circolare e la cassetta di sicurezza (fino a quando rimarrà un angolo segreto dove finanza, banche e politica non potranno ficcare il naso).

Questi due strumenti non sono tassabili, non sono violabili da patrimoniali o da prelievi forzosi.


Investimenti su attività imprenditoriali

Un  capitolo a parte meriterebbero gli investimenti in attività produttive.
Personalmente penso che con la sconfitta di Trump – dato che equivale alla vittoria del capitale finanziario e delle Big tech, che hanno finanziato la campagna elettorale di Biden – l’asse finanziario e commerciale si sia definitivamente spostato verso la Cina, mettendo in mano a Pechino il bastone di comando dell’economia mondiale per i prossimi anni.

Non solo, ma la miccia accesa sotto la polveriera americana si accorcia di giorno in giorno. Gli USA sono in declino da almeno 50 anni. Mica dal 6 gennaio. Ce lo diceva Kerouac in On the road che la pacchia stava finendo.
Ma davvero credete che i cretini comandino solo in Italia?

Dopo aver esportato la loro produzione e il lavoro in Cina, ora si trovano a stampare carta come unica leva per tenere in vita l’economia e i consumi. Carta che serve a consumare prodotti importati finché la bolla non esploderà.
E questo condizionerà anche l’Italia, che per non farsi mancare niente, pigia sul pedale dell’acceleratore facendo la stessa cosa.

Massì, chiudiamo tutto che tanto c’è la Cina che produce ciò che ci serve!

Ne conseguirà una naturale asfissia del mercato italiano, com’è ovvio, ma anche di quello europeo.
Vice versa assisteremo all’apertura di quello orientale, non solo cinese, che oggi, guardacaso, è l’unico in ripresa (+2%).
Chi avrà le spalle sufficientemente larghe, in grado di tutelare il proprio marchio ed i propri brevetti (auguri) non avrà comunque molte scelte.

Ma ciò che ci interessa oggi è prendere finalmente atto che l’Italia è davvero vicina a fare il botto. Cosa sapranno fare gli imprenditori italiani? Vedremo.

Per tutti gli altri: si salvi chi può.
 Per molti di loro andrà davvero tutto male. Sono ormai dieci anni che la realtà ci bussa alla porta quotidianamente per dirci di fare il punto della situazione.


Di male in peggio: la politica economica del suicidio

Proviamo a cambiare la prospettiva da cui osserviamo le cose. Stiamo vivendo, sfiga vuole, uno dei più importanti cambiamenti della nostra storia.

Era inevitabile che prima o poi ci saremmo finiti contro. Il mondo sta cambiando e non sta nelle mani dei semplici cittadini governare il cambiamento, ma delle elite.

Mario Monti ha ragione. Con il cessare della pandemia, l’Europa tirerà di nuovo i cordoni della borsa e tornerà a farci fare austerity.

  • A cosa sono serviti i ristori alle aziende (quelle che li hanno visti) se sono state fatte rimanere chiuse?
  • A cosa sono serviti i ristori se in quest’ultimo anno abbiamo potuto fare acquisti solo online spesso di merce prodotta nell’unico mercato rimasto aperto: la Cina?

Le banche che hanno conesso i prestiti alle stesse aziende che non hanno potuto lavorare, falliranno perché non riusciranno a rientrare dei presititi affidati.

Non solo, ma tutte le sovvenzioni a pioggia che non incentivassero la produzione e il mercato interno sono fatte creando nuovo debito pubblico.
Come lo ripagheremo in assenza di contribuenti che ha prodotto il crollo del 10% del PIL?

Spiace doverlo sottolineare, ma Economia Spiegata Facile è stata la prima a dire che eravamo entrati in guerra e che sarebbe finita male.

I trattati europei e lo statuto della BCE ci danno tutt’oggi imargini di autonomia sufficiente per introdurre strumenti di sostegno all’economia. Ne elenchiamo alcuni: CCF, Minibot, statonote, moneta a circolazione interna, moneta di Stato basata su blochain…
Si tratta diforme di emissione di crediti di imposta e di moneta parallela all’euro che se introdotte mentre si dibatte se uscire o restare nell’Euro, ci consentirebbero di salvare il tessuto economico e sociale del Paese senza perderci per i prossimi anni in dibattiti e contese di piazza.

Peccato però che se tieni tutto chiuso si trasformano in carta straccia, come qualsiasi altra moneta spesa nelle stesse condizioni.

Un Paese che vuol dirsi avanzato non può prescindere dalla capacità di tenersi informato sulle questioni che più lo riguardano da vicino.
L’Italia ha dimostrato ancora una volta di preferire stare al balcone con una candelina in mano a cantare canzoni strappalacrime, come reazione alle cause avverse e come estremo gesto di auto difesa.

 

Solo che stavolta, come negli ultimi decenni, i nostri politici – ammesso che abbiano ancora le facoltà e le capacità di tutelarci e non è il nostro caso – sono una accozzaglia di scappati di casa che non hanno saputo nemmeno trovare un lavoro per sé – fatte le debite eccezioni.

Questo la dice lunga sulle probabilità che hanno di salvarsi coloro che hanno passato gli anni tra girotondi, slogan sull’onestà e sulla kasta e in piazza tra BLM e sardine, senza un paracadute nello zainetto.

Ma prima o poi tutto finisce e tutto si rinnova. Accelerare gli eventi in fondo ci sta facendo risparmiare un sacco di tempo.


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