Draghi pesta i piedini perchè il Parlamento non è un Bivacco di Manipoli

«Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli:
potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti.
Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.»

Con un tono volutamente drammatico quasi 100 anni fa Benito Mussolini, il 16 novembre 1922, chiedeva la fiducia al primo governo fascista all’indomani della marcia su Roma.

Oggi, dopo 100 anni, non abbiamo fatto grossi passi avanti nel rispetto del Parlamento che, almeno in teoria, pro tempore, esprime la volontà popolare. Oggi un presidente del Consiglio, Professor Mario Draghi, si indigna perché il Parlamento non è sufficientemente “Bivacco di manipoli” e si permette di fare il proprio lavoro, cioè di emendare le leggi.

Appare incredibile che nessuno osi ricordare al divo Mario che il Parlamento, per quanto imperfetto, per quanto in questo momento non eccessivamente rappresentativo, comunque rappresenta la volontà popolare , così come previsto dalla Costituzione. Capisco che, dopo così tanti governi tecnici, il termine “Volontà popolare” sembri fuori moda e superato, ma qualche residuo, per ora, resiste ancora.

Perché una reazione così eccessiva a fronte di quattro emendamenti approvati in dissenso, cosa normale nella storia democratica? Ce lo spiega bene Capezzone.

+++Oggi su @laveritaweb+++
Segnatevi la data di lunedì. In Comm. Affari Sociali al voto importante emendam Lega (via il greenpass con la fine dello stato d’emergenza). Spiega tutto @borghi_claudio. Per ora (scelta grave) il governo dice no con due sottosegretari.Battaglia aperta. pic.twitter.com/0nassqVe9B

— Daniele Capezzone (@Capezzone) February 18, 2022

Il gioco “Duro” ci sarà nella conversione del Super Green pass e dell’obbligo vaccinale per i super cinquantenni. Una fetta della maggioranza che ora supporta il governo odia queste norme e proporrà sicuramente degli emendamenti per far cessare ogni obbligo a fine marzo. Il timore del professor Draghi è che un emendamento libertario, che metta fine a questa mattana, possa essere approvato. A quel punto che cosa rimarrebbe della macchina repressiva voluta da Speranza in nome del PD? Nulla

Ecco la scommessa che Draghi teme di perdere, quella di non poter più reprimere. Per il resto è ovvio che il suo governo sia a tempo: comunque tra nove mesi se ne va e la sua popolarità è pari a quella dei governi tecnici che lo hanno preceduto: bassa.