Economia
Domani a Villa Doria Pamphili a Roma, vertice sul Piano Mattei con Ursula Von der Leyen

Non c’è un attimo di riposo per la premier Giorgia Meloni, appena atterrata dal Canada, dove ha partecipato ad un G7 complicatissimo, ecco subito un nuovo vertice a Roma sul piano Mattei, con la presenza della presidente della Ue Ursula Von der Leyen. In Canada Giorgia Meloni, ha cercato di mediare tra le varie posizioni in campo, che sono assai discordanti non solo tra Usa ed Europa, ma anche all’interno della stessa Ue, Macron e Merz sembrano avere idee assai differenti sul conflitto tra Israele ed Iran. Meloni ha potuto giocare la sua partita, grazie all’ottimo rapporto che ha con Donald Trump ed anche ad un rapporto cordiale ristabilito con Emmanuel Macron ( come dimostrato anche dallo scambio di opinioni durante il vertice con gli altri grandi). non è un caso che la Meloni abbia lasciato trasparire un cauto ottimismo alla fine del vertice canadese. Su Gaza e soprattutto sull’immigrazione la premier italiana è convinta di poter giocare la sua partita in un ruolo di certo non subalterno, come molti dell’opposizione vorrebbero far credere.
E proprio sulla gestione della immigrazione sarà incentrato il vertice di domani a Roma a Villa Doria Pamphili sul piano Mattei. “The Mattei Plan for Africa and the Global Gateway: A common effort with the African Continent”, il vertice co-presieduto da Meloni, e dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Meloni e von der Leyen accoglieranno a Villa Pamphilj i leader dell’Unione Africana, dell’Angola, dello Zambia, della Repubblica Democratica del Congo, della Tanzania e i vertici delle Istituzioni finanziarie multilaterali. Non una nuova vetrina, ma l’occasione per consolidare la sinergia tra il Piano Mattei per l’Africa promosso dall’Italia e il Global Gateway avviato dall’Unione europea e approfondire la rotta operativa per l’avanzamento delle iniziative comuni.Ma si parlerà anche di sviluppo e di economia. Il sostegno a 500mila start up africane entro il 2028 è l’obiettivo dichiarato dell’AI Hub per lo Sviluppo Sostenibile, immaginato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy e da Undp, e parte integrante del Piano Mattei per l’Africa.
Verranno sottoscritti fino a 50 partenariati ad alto impatto e favoriti 10 investimenti esterni in filiere dedicate all’AI nei 14 Paesi africani che sono parte del Piano ovvero Algeria, Angola, Congo Brazzaville, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Ghana, Kenya, Mauritania, Marocco, Mozambico, Senegal, Tanzania e Tunisia. In via di perfezionamento ci sono anche progetti con colossi come Microsoft, Cisco, Cassava Technologies, Cineca, Confindustria Anitec-Assinform e Assafrica & Mediterraneo. Un altro pilastro della strategia riguarda la transizione verde: il Piano Mattei mira a favorire lo sviluppo di filiere di materie prime critiche, la produzione di energia pulita e il rafforzamento delle interconnessioni infrastrutturali tra Mediterraneo e Africa. L’evento “A Green Mattei Plan for Development, Peace and Security”, organizzato dal think-thank ECCO presso la Camera dei Deputati il 25 giugno, approfondirà proprio il ruolo della transizione climatica come leva per la pace, la sicurezza e la crescita condivisa alla luce della relazione annuale sullo stato di avanzamento del Piano Mattei.
Si parlerà anche di nuovi strumenti finanziari, come il Fondo multi-finanziario con la Banca Africana di Sviluppo e accordi di cofinanziamento con la Banca Mondiale, che puntano a moltiplicare l’effetto leva dei fondi italiani e a catalizzare risorse internazionali. Un ruolo chiave potrà essere giocato dal Fondo Clima, in sinergia con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e adattamento ai cambiamenti climatici.
D’altra parte il rapporto tra Italia ed Africa è da tempo rilevante, considerando che nel 2023 l’interscambio commerciale dell’Italia con l’Africa è ammontato a 57.6 miliardi di euro, di cui ben 38 miliardi di importazioni e 19.6 miliardi di export. Soprattutto a seguito del conflitto russo-ucraino è infatti cresciuto il ruolo del continente africano quale fornitore del Belpaese, in particolare sul fronte delle commodity energetiche. Il ruolo del continente africano come partner dell’Italia si concentra soprattutto sulla fornitura di materie prime, che rappresentano oltre l’80% dei flussi del continente africano dirette nel nostro paese. Storicamente, questo continente ha conosciuto due approcci da parte delle potenze straniere: quello “paternalistico”, che trattava gli africani come eterni bambini bisognosi di guida, e quello “predatorio”, che vedeva l’Africa solo come fonte di risorse da sfruttare.
Il Piano Mattei propone una terza via, non paternalistica e neppure predatoria, bensì ispirata alla visione di Enrico Mattei, che negli anni ’50 – quando il mercato petrolifero era dominato dalle “Sette Sorelle” (le grandi compagnie angloamericane), rivoluzionò le regole del gioco. Un obiettivo primario del Piano è instaurare una maggiore complementarità tra il settore degli aiuti allo sviluppo e le attività imprenditoriali. L’intento è quello di coinvolgere grandi imprese italiane, comprese alcune partecipate pubbliche, così come le Pmi, un comparto le cui potenzialità in Africa sono ancora ampiamente inespresse; su questo fronte, sono state sollecitate in particolare quelle attive nei numerosi settori in cui l’Italia eccelle. Perché come ha sottolineato un mese fa proprio Giorgia Meloni “Il Piano Mattei non è un piano di aiuti imposto dall’alto, ma una strategia di cooperazione paritaria, pensata per costruire insieme soluzioni concrete e durature”.
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