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Disastro aviazione: ci sono troppi pochi piloti. Prezzi alle stelle, viaggi aerei inaffrontabili

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C’è un  mezzo disastro mondiale nel settore dell’aviazione e chi si è trovato a comprare un biglietto aereo in questi giorni lo ha vissuto sulla propria pelle.

Una grave carenza di piloti negli Stati Uniti ha ridotto i voli proprio mentre la stagione dei viaggi aumenta, il che farà salire alle stelle i prezzi dei biglietti quest’estate, secondo la CNBC. Dato che il lavoro del pilota aereo è un lavoro internazionale per eccellenza, questa scarsità poi di ripercuote sull’Europa e sul resto del mondo. Fuori dalla UE, soprattutto in Asia, le linee aeree hanno ripreso sviluppo e domanda dopo il covid, per cui restiamo noi a fare il vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro.

Le origini della carenza sono iniziate nei primi giorni della pandemia del virus, quando l’assunzione, la formazione e le licenze dei piloti si sono fermate. Poi le compagnie aeree hanno costretto migliaia di piloti al pensionamento anticipato per ridurre drasticamente i costi del lavoro mentre la domanda di viaggi aerei aumentava.

Ora i legislatori di Capitol Hill stanno proponendo una legislazione per aumentare l’età pensionabile per i piloti di linea da 65 a 67 anni per estendere il tempo di volo dei piloti mentre l’industria è alla ricerca di soluzioni. Un’inversione a U rispetto a soli due anni fa. Ad essere più colpiti sono le compagnie regionali e  low cost, che pagano un po’ meno i piloti e che, per conseguire utili di breve periodo, hanno licenziato con più facilità. Ora non hanno voli e quindi registrano mancati utili anche consistenti.

Se poi aggiungiamo la crescita verticale del prezzo del carburante aereo accentuata nella UE ancora di più dalle imposizioni per il Green Deal, abbiamo la tempesta perfetta. Ecco l’andamento dei prezzo del carburante jet negli USA

Quindi per quest’estate si prepara una stagione infernale per i viaggi aerei, in cui i costi dei biglietti andranno alle stelle limitando il numero di persone che potrà muoversi, da entrambi i lati dell’oceano. Un disastro anche per il turismo italiano che rischia di dover rinunciare a una fetta dei propri clienti.

 


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