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DISASTRO AUTO: ALTRO CROLLO DELLE VENDITE A MAGGIO. Chi manterrà aperte le fabbriche ?
A maggio le vendite di auto nuove nell’UE sono precipitate, scendendo del 57% ed attestandosi al valore, ridottissimo, di 623.812. Questo crea, nel vecchio continente, un effetto che si è già visto più volte negli USA, cioè enormi piazzali pieni di auto invendute.
Tutti i 27 Stati membri dell’UE hanno registrato cali a due cifre nelle vendite di auto nuove, con il Regno Unito in calo dell’89%, secondo MarketWatch. Un calo in leggero miglioramento rispetto ad aprile, ma comunque drammatico, sintomo di un settore in crisi profondissima.
Il problema vero è che la produzione è ripresa ed è tornata ad un livello simile al momento pre-Covid, ma la domanda latita: infatti un impianto industriale ha un livello minimo di produzione al di sotto del quale si chiude e basta, ma non si può obbligare il consumatore, stremato nel reddito e sfiduciato sul futuro, a comprare. Questo crea un grosso problema di scorte ha mandato in tilt tutta la catena di distribuzione, rallentandola e riempiendola di oneri accessori, dagli affitti delle aree per collocare queste auto agli interessi per questo enorme capitale congelato, ai rallentamenti in tutta la catena logistica.
Le auto nei parcheggi dei concessionari sono circa il 30% in più del normale, mentre l’inventario invenduto nella sola Germania valeva circa $ 17 miliardi, tutti soldi che sono fermi e non rendono un bel niente. Questo preoccupa soprattutto i nostri amici tedeschi che, però, confidano nelle esportazioni in Cina: infatti almeno là le vendite sono crescite del 6% a maggio. VW , Mercedes e BMW hanno investito enormemente in quel mercato e sperano di scaricare là le loro eccedenza, ma questo non sarà facile, perchè il pericolo di ricadute del Covid-19 può portare a crolli delle vendite improvvise.
La Germania ha offerto un aumento dei contributi per chi acquista auto nuove, aiuto che può arrivare a 6 mila euro, ma solo per le auto elettriche. Peccato che il grosso della auto nei depositi sia a combustione interna, tradizionali, per cui rimangono nei parcheggi, ad intasarli. Paradossalmente la confusione normativa non fa decollare la domanda di auto neanche delle più ecologiche. Presto, senza una ripresa della domanda, verrà la stagione della cassa integrazione e dei licenziamenti di massa.
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