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Economia

Didier Reynders: Il Commissario Europeo nella Bufera di pesanti accuse

Il liberale belga Didier Reynders, Commissario Europeo alla Giustizia sino al 2019, è al centro di una grande inchiesta che copre vicende distribuite su molti anni. Nonostante tutto, è diventato un pezzo grosso nella UE

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Italia Corrotta ed Europa Santa? Sarebbe ora di mettere un freno all’autolesionismo nazionale  guardare un po’ di più alla realtà dei fatti di chi governa, senza un gran appoggio democratico, l’Europa, e dei molti scheletri nell’armadio che hanno. Iniziamo con il caso di Didier Reynders.

Un Percorso Politico tra Ombre e Controversie

Didier Reynders, già influente figura della politica belga e Commissario europeo per la Giustizia, si trova oggi al centro di un’indagine che minaccia di scardinare una carriera politica lunga oltre due decenni. La sua vicenda rappresenta un caso emblematico di come i meccanismi del potere possano intrecciarsi con zone grigie di legittimità istituzionale e come i soliti noti riescano sempre a rimanere in sella, nonostante voci e critiche.

Un Passato di Sospetti

Sin dagli inizi della sua carriera, Reynders ha navigato in acque decisamente torbide. Nel 1999, ricopriva contemporaneamente il ruolo di Ministro delle Finanze e membro del consiglio di amministrazione del gruppo  Carmeuse, cementieri valloni da 5 miliardi d’euro di fatturato, godendo di un regime fiscale straordinariamente vantaggioso. Soprannominato “il ministro dei ricchi”, Reynders è sempre stato abile nel muoversi tra interessi politici e imprenditoriali.

Le Accuse Attuali: Un Sistema di Riciclaggio?

L’ultima inchiesta solleva accuse gravi quanto circostanziate. Secondo gli investigatori, Reynders avrebbe utilizzato un metodo sofisticato di riciclaggio di denaro attraverso l’acquisto di biglietti della lotteria nazionale, un’organizzazione di cui era responsabile tra il 2007 e il 2011.

Come funzionava il riciclaggio del sistema Reynders? Il buon commissario acquistava cash i biglietti della Lotteria Nazionale a costi dal 1 al 100 euro l’uno. Quindi incassava le vincite che, così , apparivano come incassi puliti. Appare evidente che, essendo stato presidente della Lottteria, avesse i contatti per poter comprare i biglietti, diciamo così, più fortunati. Quindi lavava perfettamente i fondi non proprio limpidi che riusciva ad avere.

Dettagli dell’Inchiesta

L’inchiesta a suo carico sino al 2019 era stata rallentata dalle sue immunità come Commissario. Ora la carica è scaduta e finalmente, con tutta calma, come si usa in Belgio, hanno iniziato ad indagare. Questo ha comportato:

  • Perquisizioni presso le sue abitazioni a Bruxelles e Liegi
  • Ritrovamento di migliaia di euro in contanti
  • Sospetto di acquisto di “e-ticket” in contanti, con importi tra 1 e 100 euro
  • Tracce di almeno un milione di euro giocati e 200 mila vinti. Una fortuna sfacciata.

Un Curriculum di Casi Controversi

La storia di Reynders è costellata di episodi che sfidano l’etica politica:

  1. Kazakhgate: Nel 2011, il parlamento belga approva una legge che consente a imprenditori di “comprare” l’uscita da procedimenti penali.
  2. Il regalo: nel 2016  Reynders fece approvare una norma che regalava alle multinazionali belge 700 milioni di esenzioni fiscali senza neanche il bisogno di un dibattito parlamentare.
  3. FortisGate: Coinvolto nella vendita di Fortis Bank a BNP Paribas in circostanze quanto mai sospette.
  4. Scandalo Congo: Accuse di corruzione relative alla costruzione dell’ambasciata belga a Kinshasa, portate in ballo direttamente da un agente dei servizi segreti belgi

Le Connessioni Politiche

Reynders ha sempre potuto contare su una fitta rete di relazioni:

  • Amicizia con Albert Frère, potente imprenditore e re della Vallonia.
  • Rapporti stretti con Nicolas Sarkozy,
  • Collaborazione ventennale con Jean-Claude Fontinoy, definito il suo “alter ego”

Implicazioni Istituzionali

La vicenda assume contorni ancora più gravi considerando il ruolo di Reynders come Commissario europeo per la Giustizia. Colui che doveva vigilare sul rispetto dello stato di diritto è ora sotto accusa per presunte violazioni sistematiche. la Commissione tace, quasi non fosse stato mai commissario. Ursula von der Leyen non lo conosce, I Liberali di Renew, di cui era un importante esponente, si sono fatti di fumo.

Alla fine queste vicenda, in fondo sqaullida, rivela come i personaggi che governano l’Europa sono figure medie o mediocri, messe li perché, nel loro paese, rappresentano poteri molto forti che non potevano essere ignorati. Nessuno va nella Commissione per le sue qualità, almeno sinoi al 2024. Il grosso entra solo perché ha dei forti interessi da difendere, e quanto più sono nordici, o esponenti di piccoli stati, quanto è più facile influenzarli. Del resto abbiamo commissari intoccabili, ma che hanno preso meno voti dei consiglieri comunali di una grande città italiana. Come mai sono a Bruxelles?

 

 


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