Economia
Dazi sulle auto: Stellantis chiude impianti in Canada e Messico per potenziarli negli USA
Stellantis nel Nord America si piega ai dazi e chiude impianti in Canada e Messico per riaprirli negli USA. Intanto tutte le azioni delle case automobilistiche cadono

I dazi del 25% del Presidente Trump sui veicoli importati sono entrati in vigore durante la notte e i primi segni di impatto si sono materializzati giovedì mattina: le azioni delle case automobilistiche statunitensi sono crollate nella prima sessione di contanti e Stellantis NV ha annunciato l’intenzione di sospendere temporaneamente le linee di produzione sia in Canada che in Messico.
Bloomberg ha riferito che la casa automobilistica globale che supervisiona 14 marchi automobilistici sospenderà la produzione nello stabilimento di Windsor, Ontario, per due settimane a partire da lunedì prossimo. Non sono stati resi noti i dettagli sulla durata dell’interruzione delle linee di produzione in Messico.
“Con l’entrata in vigore delle nuove tariffe del settore automobilistico, sarà necessaria la nostra resilienza e disciplina collettiva per superare questo momento difficile”, ha dichiarato Antonio Filosa, responsabile delle attività nordamericane dell’azienda, in una nota inviata ai dipendenti. Filosa ha dichiarato che la mossa interesserà i dipendenti di “diversi” impianti di produzione e stampaggio dell’azienda negli Stati Uniti, a supporto delle attività in Canada e Messico.
L’analista Daniel Roeska di Bernstein ha avvertito i clienti che “un’importazione di autoveicoli del 25% che si protraesse per oltre quattro o sei settimane avrebbe probabilmente un effetto raggelante sull’intero settore, in quanto [le case automobilistiche] devono fare i conti con un impatto significativo sulla linea di fondo”.
Itay Michaeli di TD Cowen ha descritto le tariffe come “vicine al risultato peggiore rispetto alle recenti aspettative”, mentre Dan Levy di Barclays ha messo in guardia: “non ci sono ‘vincitori’ in assoluto – solo vincitori relativi”.
Gli imminenti cambiamenti di produzione in alcuni stabilimenti di Stellantis in Canada e Messico sono alcuni dei primi effetti delle tariffe del 25% imposte da Trump sulle importazioni di auto. La mossa dell’amministrazione è quella di rilanciare la base industriale americana e l’unico modo per farlo è quello di utilizzare le tariffe per costringere le aziende a delocalizzare le attività.
Dan Ives, analista di Wedbush, ha dichiarato ai clienti che “l’idea di una casa automobilistica statunitense con componenti provenienti esclusivamente dagli Stati Uniti è una storia fittizia che non esiste e che richiederebbe anni per diventare realtà”.
La CNBC ha osservato che “le parti attualmente conformi all’accordo commerciale USMCA saranno esenti da dazi, ma solo fino a quando il Segretario al Commercio e la Dogana e la Protezione delle Frontiere non stabiliranno processi per imporre prelievi sui contenuti non statunitensi”.
Sui mercati, le case automobilistiche hanno subito pressioni al ribasso insieme ai principali indici azionari. General Motors ha perso il 2,4%, Ford il -2,2%, Rivian il -3%, Lucid il -4% e Tesla il -3,5%. Un massacro su ruote.
Gli effetti di questa guerra sulle auto potrebbero essere molto più profondi di quanto si possa pensare e influenzando tutto, dagli showroom dei concessionari alle catene di fornitura globali.
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