Economia
Dazi alle auto cinesi: come ritorsione Pechino blocca gli investimenti automobilistici nei paesi che appoggiano i dazi
La Cina reagisce in un modo molto semplice ai dazi europei alle auto elettriche: bloccando gli investimenti delle proprie case automobilistiche nellas UE, e in special modo nei pesi che hanno appoggiato i dazi
Le autorità europee hanno fatto di tutto per fermare l’importazione di veicoli elettrici cinesi, temendo che i modelli a basso costo provenienti dall’oriente stiano danneggiando il mercato europeo e mettendo i produttori nazionali in una posizione di svantaggio. Però adesso la Cina contrattacca.
Ora, nell’ambito dei continui scontri con le autorità di regolamentazione europee, la Cina ha ordinato alle sue case automobilistiche di sospendere gli investimenti nei Paesi dell’UE.
Secondo la Reuters, la Cina ha dato istruzioni alle sue case automobilistiche di interrompere i principali investimenti nei Paesi europei che sostengono tariffe più elevate sui veicoli elettrici di produzione cinese. Questo fa seguito alle nuove tariffe dell’UE, fino al 45,3%, attuate dopo un’indagine durata un anno che ha diviso il blocco e provocato la risposta di Pechino.
Nel corso di una riunione tenutasi il 10 ottobre presso il Ministero del Commercio cinese, alle case automobilistiche come BYD, SAIC e Geely è stato consigliato di sospendere i grandi investimenti nei Paesi che sostengono le tariffe. Le case automobilistiche straniere presenti all’incontro sono state inoltre incoraggiate a investire nei Paesi dell’UE che si sono opposti al piano tariffario, mentre hanno usato cautela in quelli che si sono astenuti.
Ricordiamo che giorni fa l’azienda cinese di batterie SVOLT ha chiuso le sue attività in Europa. L’azienda cinese SVOLT Energy, produttrice di batterie per veicoli elettrici, prevede di chiudere le sue attività in Europa entro gennaio 2025, in una mossa che indica chiaramente il ritiro della Cina dal mercato e il calo delle vendite di veicoli elettrici in Europa, secondo quanto riportato da Nikkei.
Secondo una fonte, SVOLT, collegata a Great Wall Motor, chiuderà le sue filiali tedesche e licenzierà il personale.
Le scarse vendite di veicoli elettrici e le pressioni finanziarie hanno spinto il produttore cinese di batterie SVOLT a chiudere tutte le sue attività europee, compresa la sede di Francoforte, secondo lo stesso rapporto.
Secondo la Reuters, la mossa suggerisce che “il governo sta cercando di fare leva nei colloqui con l’UE per trovare un’alternativa alle tariffe”.
La mossa ha senso, perché poche ore prima di questa notizia è stato riferito che l’Unione Europea stava inviando dei funzionari a Pechino per ulteriori colloqui al fine di esplorare alternative alle tariffe sui veicoli elettrici cinesi.
Il raggiungimento di un accordo per sostituire le nuove tariffe rimane complesso, con piani ancora in fase di sviluppo, ma le due parti stanno esaminando un accordo di “impegni sui prezzi” per regolare i prezzi e i volumi delle esportazioni come alternativa alle tariffe.
Bloomberg scrive che dopo otto tornate di colloqui, le proposte sul tavolo sono ancora al di sotto degli standard dell’UE, compresi i requisiti di conformità e applicabilità dell’OMC.
Di recente i negoziatori hanno fatto progressi, valutando come semplificare i termini dei potenziali impegni sui prezzi, in particolare per i nuovi modelli di veicoli elettrici non ancora esportati. Uno degli obiettivi è evitare le compensazioni incrociate, in cui gli accordi sui prezzi dei veicoli elettrici potrebbero essere compensati dalle vendite di prodotti ibridi o di altro tipo.
Un problema della trattativa è che la Cina richiedde non tariffe differenziate, ma un singolo accordo, con una singola tariffa , che copra tutte le case automobilistiche, da BYD, a SAIC Motors, a BMW-Brilliace. La UE invece ha applicato dazi diversi per le dverse case.
Nello stesso tempo le vendite in Cina stanno andando ottimamente per le case cinesi,t anto da non mostrare la necessità di concedere più i forti sconti che erano stati concessi nel 2023.
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