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Dati sui casi covid? Probabilmente sbagliati. Ce lo dice una ricerca USA
Mentre il Massachusetts ha riportato un record di 27.612 casi mercoledì scorso, i campioni delle acque reflue dell’area di Boston raccolti la scorsa settimana suggeriscono che il conteggio ufficiale non è affatto vicino al numero effettivo di infezioni da Covid-19.
Biobot Analytics, la società con sede a Cambridge che raccoglie i dati sulle acque reflue, ha dichiarato giovedì che “la sottostima è ora più ingente che mai”.
In effetti, dall’inizio di dicembre, la Massachusetts Water Resources Authority ha dovuto quintuplicare l’asse y sul proprio grafico per catturare il picco esponenziale, che ora sminuisce i precedenti picchi nella primavera del 2020 e lo scorso inverno. La presenza del Covid-19 sul lato delle ordinate è indicata dalla quantità di RNA virale per metro cubo di liquido esaminato.
Il capo dello staff di Biobot Casey McGinley ha affermato che gli ultimi dati suggeriscono che le infezioni a Boston e nei suoi sobborghi sono “molto più alte di quanto non lo siano mai state”, aggiungendo “Non possiamo dire con certezza quale percentuale di tutte le persone infette venga conteggiata come casi , ma i dati sulle acque reflue supportano che questa percentuale è diventata molto più piccola negli ultimi giorni”.
Il sistema di rilevazione del virus tramite le acque reflue non sbaglia, perché viene a cogliere la presenza del virus anche in persone che sanno bene e che, apparentemente, non presentano nessun sintomo. Questo fa pensare che un mix fra asintomatici e carenza dei test casalinghi negli USA faccia sì che il numero di postivi al virus sia molto più alto. La società Biobot ha affermato che questi dati sono stati rilevati anche in altre città degli USA. Mostrando come Omicron stia favorendo una diffusione nascosta.
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