Attualità
DA “LIBERO” DI OGGI: LE RAGIONI DI 4 ECONOMISTI CONTRO L’EURO.
«Con Trump e Putin questa Europa ha le ore contate»
Prof . Antonio Maria Rinaldi
Professor Antonio Maria Rinaldi , qual è la sua opinione sulla moneta unica? Quali errori sono stati commessi e cosa si deve fare per migliorare l’euro?
«Ormai l’unica cosa per migliorare l’euro è farne 19. E per elencare gli errori impiegheremo lo stesso tempo che ci separa dal 7 febbraio 1992 data della firma di Maastricht!».
Un referendum è una soluzione praticabile e utile o è meglio il dialogo tra governi?
«Un referendum farebbe più danni della stessa permanenza nell’euro. Fra l’annuncio e lo svolgimento, l’Italia non ci sarebbe più e pertanto l’opzione migliore, se non l’unica, è uno smantellamento concordato fra i paesi membri così come auspicato dal Manifesto di Solidarietà Europea».
Come fa l’Italia a uscire?
«Serve coagulare una forza trasversale politica che abbia come programma e come obiettivo finale l’uscita dall’euro e dall’Unione europea. Che non vuol dire azzerare i rapporti con gli altri partner, perché siamo un paese esportatore. Ma subito servono presupposti diversi rispetto a quelli sanciti dal trattato di Maastricht».
E l’Europa – che chiede interventi a molti Paesi membri – di quali riforme ha bisogno?
«L’Unione europea si è trasformata in un mostro bio-giuridico ormai non più riformabile anche per la deriva antidemocratica necessaria per imporre le sue volontà. L’unico futuro per la Ue è un ritorno al passato quando ciascuno aveva ancora la possibilità di determinare in modo autonomo la propria politica economica avvalendosi della propria moneta. Comunque è solo una questione di tempo: con Donald Trump e Vladimir Putin a braccetto la Ue la vedo proprio maluccio!»
«Sono stati 15 anni di autentico inferno per le famiglie»
Elio Lannutti (Adusbef)
Elio Lannutti ,presidente Adusbef, come al solito la tocca piano: «L’euro è la rapina del secolo».
E i rapinatori sarebbero?
«Piccoli oligarchi elevati a statisti, che hanno svenduto la sovranità e il sudore degli italiani, popolo di risparmiatori, agli interessi dell’Ue a trazione tedesca, già col cambio scellerato a 1936,27 lire per 1 euro, di un paese fondatore dell’Unione Europea entrato con il cappello in mano nella moneta unica».
Facciamo i conti a chi ha subito il furto.
«L’incapacità del governo nella gestione del changeover, con il teorema 1.000 lire 1 euro,ha ridotto sul lastrico il ceto medio e milioni di italiani, con il più grande trasferimento di ricchezza mai avvenuto prima, dalla tasche dei consumatori a coloro che hanno avuto la possibilità di determinare prezzi e tariffe, pari a 327 milioni di euro fino al 31 dicembre 2015. Come dimostrato anche dalla capacità di spesa, un indicatore economico che misura i redditi col potere di acquisto, è stato registrato un crollo del 16,8%, dato peggiore persino di quello della Grecia (-13,8%)».
Stavamo meglio prima?
«La crisi ci ha fatto passare da valori tra i più alti d’Europa nel 2001 a numeri da brivido, con 15 anni di inferno per le famiglie, la cui capacità di spesa misurava 119 punti, scesa nel 2015 a 98».
L’Europa può migliorare?
«Difficile oggi migliorare l’Europa ebbra capeggiata da Juncker, ex capo di uno Stato canaglia, che col dumping fiscale ha attratto 5/6 mila miliardi di euro in Lussemburgo, danneggiando gli altri paesi.Migliorare le condotte di banchieri, cleptocrati, oligarchi e tecnocrati europei che hanno prosperato con l’euro è impossibile. Il referendum resta l’unico strumento per misurare la volontà popolare».
I redditi da lavoro hanno perso potere d’acquisto
Roberto Sommella
«L’euro resta un successo di fatto, ha rotto il monopolio plurisecolare del dollaro e rappresenta ormai una valuta rifugio» dice Roberto Sommella , direttore relazioni esterne Antitrust e autore di «Euxit, uscita di sicurezza per l’Europa».
Ma non tutto è funzionato al meglio con la moneta unica. «Effettivamente il cambiolira-euro nel 2002 fu svantaggioso: 1936,27 lire per un euro rappresentarono un facile alibi per chi avesse voluto speculare e arrotondare a 2.000 lire per un euro. Ma fummo messi di fronte a una scelta che come alternativa aveva quella di restare fuori, una sciagura per tutti. Così, molte categorie che vivevano di reddito da lavoro hanno perso in potere d’acquisto con il changeover,mentre chi viveva di rendita ha guadagnato dalla discesa dei tassi d’interesse. Tornare indietro è impossibile: sarebbe come rimettere il dentifricio dentro il tubetto».
Ai problemi di oggi sta mettendo una toppa la Bce …
«Sì,ma ancor prima che finisca il quantitative easing ci dovremo però porre il problema di come mettersi in sicurezza. Serve una riforma dei Trattati: va permesso di scomputare dal calcolo del deficit la spesa per investimenti. Non si possono costruire, strade,ponti,porti, rispettando vincoli di bilancio antistorici. Ne godrebbero tutte le economie, anche quella tedesca».
Come deve cambiare l’Ue?
«L’Europa ha bisogno di avere una moneta, un debito e un esercito comune. Così, nel 1787 sono nati gli Stati Uniti d’America, così dovrebbero nascere gli Stati Uniti d’Europa. Insomma,l’Europa ha bisogno di coraggio e di politici della statura di Spinelli, Adenauer, De Gasperi, Kohl. Purtroppo non se ne vedono in giro eil rischio è di affidare le nostre sorti a Marine Le Pen e Viktor Orban.
«Sottovalutati i gravosi costi a carico dei paesi»
Giuseppe Capuano
«Si sono sottovalutati i costi economico-sociali di medio lungo periodo che i paesi membri, in particolare quelli mediterranei, hanno sostenuto per l’ingresso prima e la permanenza poi, nell’Unione economica e monetaria».
Giuseppe Capuano , oggi alto dirigente del ministero per lo Sviluppo economico, già in un libro pubblicato nel 1998 (“Moneta unica, sviluppo economico e economie locali. Una analisi critica della politica economica dell’euro”) aveva messo in fila i pericoli della nuova valuta Ue. Cosa è stato sottovalutato nell’impianto del 1998?
«La presenza di forti squilibri regionali (in termini di Pil pro-capite e di disoccupazione) e di tassi di crescita differenziati nell’Unione europea ha reso più fragile la costituzione e il mantenimento dell’Unione monetaria».
Quali sono stati gli effetti?
«Aver creato mediamente più ricchezza nel medio periodo, ma con un coefficiente di concentrazione nelle regioni ricche molto elevato, segnando una più forte spaccatura tra “aree centrali” e “aree periferiche”, che nel lungo periodo ha provocato un rallentamento della crescita nelle stesse regioni prospere».
Sa indicare alcune priorità per rendere sostenibile l’euro ed evitare la sua progressiva disgregazione?
«Direi cinque interventi prima di tutto: creare una politica fiscale comune; dotare l’Ue di un bilancio proprio sul modello Usa;e liminare gradualmente i parametri di bilancio; cambiare lo statuto della Bce sul modello Fed, non solo per salvaguardare l’andamento dell’inflazione, ma anche per avere come obiettivo crescita e sviluppo; e una politica del cambio che tenga l’euro “legato” a una sostanziale parità con il dollaro».
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