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Analisi e studi

Cura Italia, i soldi basteranno per tutti?

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Cura Italia

Decreto Cura Italia, ci sono soldi per tutti?
Di Francesco Celotto.

Leggendo con attenzione il decreto cd Cura Italia appena firmato dal capo dello Stato e quindi entrato già in vigore (manca ancora il decreto attuativo, ma il disegno è ufficiale), non posso sottrarmi dal fare alcune considerazioni sullo stesso, evidenziandone la lacunosità e la scarsa dotazione di sostegno finanziario soprattutto verso il mondo delle imprese e dei lavoratori autonomi, nonostante le parole altisonanti del ministro dell’Economia Gualtieri.


Il confronto impietoso tra il Cura Italia gli stanziamenti di Germania, Spagna, UK e USA

Guardiamo ai numeri: il Governo italiano ha stanziato complessivamente 25 miliardi di aiuti alle imprese e alle famiglie.
Oggi il Governo spagnolo (Paese nel quale risiedo) ha stanziato la somma “monstre” di 200 miliardi di euro ovvero otto volte tanto, l’esecutivo inglese ha stanziato 330 miliardi di sterline (oltre 350 miliardi di euro ).
Sempre oggi Trump ha promesso 850 miliardi di aiuti.
Nei giorni scorsi il Governo tedesco ha predisposto un piano di 550 miliardi di euro a favore delle imprese.

Ovviamente si potrebbe dire che Germania, Stati Uniti e Inghilterra hanno maggiori risorse finanziarie e un debito pubblico più contenuto, ma che dire della Spagna che ha un pil del 20% inferiore a quello italiano, un debito leggermente più basso ma mette sul piatto in aiuti e sostegno quasi il 20% del pil contro la miseria dell’1,5% del nostro Paese?

Come mai il nostro governo non mette sul piatto ben altro?

Continuo con gli (impietosi) confronti: la generalitat di Catalogna, ovvero la regione con capitale Barcellona dove io vivo, stanzierà a favore dei lavoratori autonomi (le classiche partite Iva) un aiuto una tantum pari a 2000 euro contro i 600 euro a favore dei lavoratori autonomi italiani.


Da dove prende i soldi lo Stato?

Come si finanzia lo Stato italiano?
I 25 miliardi del Cura Italia li prendiamo esattamente dove li prendiamo per tutte le altre spese.
Nel libro di economia spiegata facile ci occupiamo diffusamente di questo argomento.
Anzi, il tema è ricorrente in tutto il libro, perché è fondamentale capire che il debito pubblico non è colpa dei politici ladri, degli sprechi del passato o dell’incapacità di lavorare degli italiani.
Questi soprattutto argomenti propagandistici utili ai politicanti incapaci di oggi. Li usano per mettersi nelle condizioni di non dover affrontare la vera causa del debito, che è il meccanismo che obbliga lo Stato a finanziarsi sui mercati. E soprattutto di non dovere spiegare agli elettori perché non sono in grado di fare il loro mestiere.
La principale causa è il meccanismo di finanziamento dello Stato.


 

Come si finanzia lo Stato

Lo Stato si finanzia con l’emissione di Titoli, dal libro di economia spiegata facile


 

Insomma, anche se i soldi si creano dal nulla e basta un computer per farlo, non crescono sull’albero.
Strano vero?
La moneta si crea dal nulla, anche senza avere miniere di soldi, eppure lo Stato non può farlo per conto suo.
Se vuole i soldi, li deve chiedere in prestito.
Curioso vero?

Comprendere questo elemento della macro economia è forse la cosa più importante. Equivale a capire come si creano i soldi e a dove attinge uno Stato quando si deve finanziare.


DAVVERO I SOLDI SI CREANO DAL NULLA?
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I 25 miliardi del Cura Italia sono abbastanza?

Conte afferma che con il Cura Italia si genereranno movimenti per 350 miliardi.

Questa affermazione è discutibile in quanto con le misure a sostegno della liquidità e specificamente con 1,7 miliardi verrà attuata una moratoria ma solo fino  a settembre su 219 miliardi di  prestiti delle imprese.
Questo dato è contenuto nella relazione ministeriale che accompagna il decreto quindi non sono cifre inventate.

Non riesco a capire perché Conte parli di 350 miliardi quando al massimo si può parlare di 219 miliardi di misure indirettamente a favore delle imprese e altri miliardi non stimabili con certezza ma non certo pari a 111 miliardi a favore di famiglie, lavoratori dipendenti e autonomi.

In ogni caso queste misure sono poca cosa se confrontate alle misure a sostegno delle imprese pari a 550 miliardi messo a disposizione dal governo tedesco sotto forma di garanzie per le imprese e quasi 1000 miliardi del Governo americano.

 

La creazione di moneta

La moneta viene creata dal nulla. Schema riassuntivo di pagina 179 del libro di economia spiegata facile


 

Come verranno utilizzati i 25 miliardi del Cura Italia?

Il decreto stanzia complessivamente 25 miliardi a favore di lavoratori dipendenti, autonomi e imprese così ripartiti:

  1. 10,3 miliardi a sostegno del lavoro di cui 7 miliardi per i lavoratori dipendenti, destinati in parte alla attivazione della Cassa integrazione guadagni (CIG) applicabile anche alle microimprese con 1 dipendente e 3 ai lavoratori autonomi e stagionali destinati in gran parte alla indennità una tantum pari a 600 euro a testa;
  2. 5,1 miliardi a sostegno della liquidità di cui 1,6 miliardi sono riconducibili al rifinanziamento del fondo centrale di garanzia per le PMI; 1,7 miliardi sono riconducibili alle misure per la moratoria fino al 30 settembre della restituzione dei prestiti delle PMI; 400 milioni riconducibili alle misure per la sospensione dei mutui prima casa. Con specifico riguardo alla moratoria del rientro dei prestiti a favore delle PMI , la relazione tecnica stima in 219 miliardi l’importo complessivo dei prestiti che ne beneficerebbero ;
  3. 2,3 miliardi di misure fiscali: 982 milioni sono riconducibili al blocco della riscossione dei ruoli; 880 milioni sono riconducibili al bonus di 100 euro per i dipendenti con redditi fino a 40.000 euro che a marzo vanno regolarmente al lavoro; 356 milioni sono riconducibili al credito di imposta pari al 60% dell’affitto di marzo di negozi e botteghe per gli esercenti “chiusi” per decreto.
  4. 3,2 miliardi euro andranno a misure di potenziamento del Servizio sanitario
  5. il rimanente ad altre misure tra cui 500 milioni per la nazionalizzazione di Alitalia, dato che in questo contesto nessuno se la comprerebbe.

In merito al punto 1 evidenzio che sono stati lasciati fuori i lavoratori domestici che quindi rimarranno privi di copertura. La indennità per i 5.000.000 di lavoratori autonomi e stagionali non credo arriverà neppure ai 600 euro stimati e soprattutto è una misura una tantum come se il virus ad aprile terminasse e con esso la emergenza economica. E’ chiaro che sarebbe servita la applicazione di ammortizzatori sociali anche al comparto delle partite iva, completamente prive di tutela, senza considerare che il decreto non blocca i versamenti obbligatori all’Inps.

Un intervento in questo senso sarebbe necessario.


Come dovrebbe essere il vero Cura Italia?

Le misure fiscali sono insufficienti posto che si rinvia il pagamento di tasse e tributi a fine maggio e solo per i contribuenti con ricavi inferiori ai 2 milioni; per gli altri il termine è spostato dal 16 al 20 marzo. Assurdo ed incomprensibile.

A fine maggio l’emergenza non sarà certo terminata e comunque si sarebbe dovuto estendere a tutti il rinvio non solo ai piccoli contribuenti.
Infine le misure a sostegno della liquidità anche in questo caso appaiono inadeguate in quanto la moratoria sulla restituzione dei prestiti è rinviata al 30 settembre 2020, un termine troppo breve e che non consentirà a tante imprese di far fronte a questi obblighi.

Infine il fondo di garanzia per le pmi sarà gratuito per soli 9 mesi e consentirà interventi per progetti fino 1,5 milioni con contributo pari all’80%.

In sintesi il decreto Cura Italia mi sembra non apportare un adeguato sostegno al settore delle imprese e dei lavoratori autonomi.
In questo senso gli altri Paesi europei hanno messo in campo risorse ben superiori a quelle del governo Conte.
L’emergenza coronavirus non terminerà certo a maggio o a settembre e il calo del giro d’affari sarà drammatico.
Credo che servirebbe mettere sul piatto aiuti pari ad almeno 100 miliardi attraverso la estensione della CIG ai lavoratori autonomi o un sussidio al reddito pari ad almeno 500 euro al mese fino a fine 2020 e il rinvio degli obblighi fiscali e contributivi al 2021 per tutti e maggiori aiuti a favore delle famiglie.


 

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Come sarebbe dovuto essere il Cura Italia?

Gli altri esecutivi stanno capendo la magnitudine del disastro, invece i nostri politicanti balbettano, giochicchiano, baruffano, incapaci di lanciare davvero un piano ambizioso di aiuti per superare questa che ogni giorno di più sembra la terza guerra mondiale.

Se avessero le palle farebbero una mossa più intelligente: un Cura Italia da almeno 400/500 miliardi.
Se i tedeschi non ci stanno, tanto sono loro che comandano e impongono i diktat a tutti, minacciamo concretamente la uscita dall’euro e l’emissione di una moneta parallela. L’Italia è, come dicono gli americani, “too big to fail”.
Se falliamo noi falliscono pure i crucchi. Vale la pena di giocare l’azzardo.

Il vero Cura Italia dovrebbe contemplare un sostanzioso piano di helicopter money a favore di famiglie e piccole imprese e crediti a tasso zero. Sto parlando di almeno 300/400 miliardi.

Qui serve ben altro che 25 miliardi o mancette di 600 euro per i lavoratori autonomi.
E serve anche investire di nuovo nella sanità, smantellata in questi anni per seguire alla lettera i diktat dei panzer nostri padroni, nella ricerca e nella cultura.
Il coronavirus rappresenta una formidabile occasione per cambiare tutto, per liberarci da istituzioni ridicole. O l’Europa diventa solidale o è meglio fare davvero da soli.

Dr. Francesco Celotto
Consulente Finanziario Indipendente

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Francesco Celotto, imprenditore, analista finanziario indipendente, ex attivista M5S ,candidato al Senato per M5S, già fondatore del gruppo grandi opere del M5S Veneto. Coautore di due libri sul disastro ambientale e la corruzione relativa alle grandi opere del Veneto (2012: Strada Chiusa con Marco Milioni; 2015 Strade Morte con Marco Milioni, Carlo Costantini, Massimo Follesa) , ex presidente di Veneto sostenibile ed ex vicepresidente della Associazione Soci Banche Popolari, già portavoce Covepa (Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa).


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