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Crolla il fortino rosso: in Estremadura il PSOE sprofonda e la “destra arrabbiata” di Vox raddoppia. Trema il governo Sánchez

Estremadura, terremoto politico: il PSOE crolla, Vox raddoppia e Sánchez trema Storica disfatta socialista in una delle sue roccaforti: il centrodestra al 60%, con la destra di Vox che supera il PSOE nelle grandi città. Un segnale devastante per il governo nazionale in vista del 2027.

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Se cercavate un segnale di fumo sull’orizzonte politico spagnolo, l’Estremadura ha appena acceso un falò visibile fino a Madrid. La prima tappa del nuovo ciclo elettorale iberico non si limita a consegnare una vittoria tecnica al centrodestra, ma ridisegna completamente la geografia del consenso in una regione che, per decenni, è stata il granaio elettorale del socialismo spagnolo. Il dato è clamoroso e non lascia spazio a interpretazioni consolatorie per la Moncloa: il PSOE crolla verticalmente, il Partito Popolare (PP) consolida la sua posizione, ma la vera sorpresa – quella che fa più male a sinistra – è l’ascesa impetuosa di Vox.

Dove si trova l’Estremadura – Enciclopedia britannica

I numeri della disfatta socialista

Non stiamo parlando di una semplice alternanza, ma di un vero e proprio sisma politico. L’Estremadura, regione dove il PSOE ha vinto 10 elezioni su 11 superando regolarmente il 40% dei consensi, ha voltato le spalle a Pedro Sánchez e ai suoi rappresentanti locali.

Il governatore uscente e il suo partito pagano un prezzo altissimo, complice la scelta di candidati gravati da problemi giudiziari e la percezione di un governo centrale sempre più distante dalle realtà rurali e periferiche. Ecco la fotografia impietosa delle urne, con il 97% dei voti scrutinati:

  • Partito Popolare (PP): Vola al 42% dei consensi, conquistando 29 seggi (+1 rispetto al 2023). María Guardiola si conferma leader, pur senza maggioranza assoluta.
  • PSOE: Crolla al 26%, perdendo ben 13 punti percentuali e scendendo a soli 18 seggi (-10 rispetto al 2023). Un minimo storico umiliante.
  • Vox: Raddoppia la sua presenza, balzando al 17% e ottenendo 11 seggi (erano 5 due anni fa).
  • IU/Podemos: Tiene la posizione a sinistra con il 10% e 7 seggi, dimostrando che c’è vita a sinistra del PSOE, purché lontana dalle alchimie di Yolanda Díaz.

La “destra arrabbiata” sorpassa la sinistra istituzionale

Il dato forse più politicamente rilevante, al di là della vittoria numerica del PP, è la composizione del voto di protesta. La destra “arrabbiata”, quella rappresentata da Vox, non è più un fenomeno marginale o di pura testimonianza. Santiago Abascal ha personalizzato la campagna, puntando su candidati locali poco noti ma spinti dal brand nazionale, e la strategia ha pagato dividendi altissimi.

In centri nevralgici come Badajoz e Navalmoral de la Mata (dove pesa la questione della chiusura della centrale nucleare di Almaraz, tema caro ai conservatori e inviso agli ecologisti), Vox ha addirittura superato il PSOE, relegando i socialisti a terza forza politica. È un segnale terribile per Sánchez: l’elettorato operaio e rurale, deluso e impoverito, non torna al centro, ma scivola verso destra.

Il fallimento di Sumar e l’avvertimento a Yolanda Díaz

Mentre il PSOE piange, alla sua sinistra non si ride, o meglio, ride solo chi si è smarcato. Il risultato di IU/Podemos (7 seggi) è un successo tattico che suona come uno schiaffo sonoro a Yolanda Díaz e al suo progetto Sumar. In Estremadura, la sinistra radicale ha corso unita solo a patto che Sumar restasse fuori, limitandosi a un appoggio esterno silenzioso.

Il risultato? Un miglioramento netto rispetto al 2023. La lezione è chiara: il contenitore politico voluto dalla vicepresidente del governo non aggrega, anzi, rischia di essere tossico. Díaz vede il suo potere di interdizione e di influenza sulle candidature future ridursi al lumicino, mentre la “vecchia” sinistra unita dimostra di avere ancora uno zoccolo duro.

Scenari futuri: Sánchez verso l’uscita?

La somma dei voti di PP e Vox raggiunge ormai il 60% in una regione storicamente di sinistra. Questo spostamento tettonico verso il centrodestra è un presagio nefasto per il governo nazionale. Pedro Sánchez, che ha benedetto la candidatura dell’incriminato Miguel Ángel Gallardo sperando nell’immunità parlamentare, ne esce con le ossa rotte.

Le implicazioni per Madrid sono molteplici:

  1. Instabilità del Governo: Con un PSOE in caduta libera e tensioni localiste crescenti, la legislatura potrebbe non arrivare alla scadenza naturale del 2027.
  2. Il dilemma di Vox: Abascal è l’ago della bilancia. María Guardiola (PP) ha bisogno dei suoi voti. Vox si trova ora al bivio: continuare ad attaccare Guardiola accusandola di essere troppo morbida (“la socialista del PP”) o dimostrarsi forza di governo responsabile?
  3. L’effetto domino: Dopo l’Estremadura, toccherà ad Aragona, Castiglia e León e Andalusia. Se il trend venisse confermato, l’implosione del Sanchismo sarebbe inevitabile.

La sconfitta è clamorosa. Non è solo una questione di seggi persi, ma di egemonia culturale svanita. Il PSOE non è più il partito del popolo in Estremadura, e senza le roccaforti del sud, la strada per Sánchez si fa strettissima. Resta da vedere se il premier tenterà una disperata resistenza o se, tra scandali e crolli elettorali, sarà costretto a sgomberare la Moncloa prima del previsto. Per ora, l’unica certezza è che la Spagna sta virando a destra, e lo sta facendo con rabbia.


Domande e risposte

Perché il risultato in Estremadura è considerato “storico”? L’Estremadura non è una regione qualunque per la sinistra spagnola; è stata per decenni un feudo inespugnabile del PSOE, dove i socialisti vincevano regolarmente con oltre il 40% dei voti. Il crollo al 26% e la perdita della maggioranza culturale, prima ancora che politica, segnano la fine di un’epoca. Vedere il PP e Vox sommare il 60% dei consensi in questa specifica area indica che il malcontento verso il governo Sánchez ha raggiunto livelli strutturali e non solo congiunturali.

Qual è il ruolo di Vox in questo nuovo scenario? Vox non è più solo un partito di protesta, ma diventa determinante per la governabilità. Avendo raddoppiato i seggi e superato il PSOE in città chiave, si pone come l’interlocutore obbligato per il Partito Popolare. La leader del PP, María Guardiola, non ha i numeri per governare da sola. Vox deve ora decidere se usare questa forza per imporre la propria agenda ideologica, rischiando lo stallo, o se accreditarsi come forza di governo affidabile, in vista di un futuro esecutivo nazionale con il PP.

Cosa rischia il governo nazionale di Pedro Sánchez? Moltissimo. Questo voto era considerato un test nazionale. La sconfitta dimostra che la strategia di alleanze con gli indipendentisti e la gestione degli scandali (incluso quello che ha toccato il candidato in Estremadura) stanno erodendo la base elettorale socialista. Con un partner di governo come Sumar in crisi di identità e un’opposizione di destra galvanizzata che cresce nei sondaggi, la capacità di Sánchez di arrivare al 2027 appare compromessa. Le tensioni interne potrebbero portare a elezioni anticipate.

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