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Economia

Crisi industriale tedesca: siamo al -17% rispetto a pochi anni fa.. Una crisi profonda e difficile da risolvere

L’industria tedesca ha visto una forte riduzione della produzione e, soprattutto , sta prendendo una strada rivolta solo alle produzioni ad alto valore aggiunto che ne evidenza la non competitività

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Andiamo un po’ più in profondità sulla crisi del modello economico tedesco, utilizzando i grafici elaborati per Oxford Economics e presentati dall’analista Daniel Kral. 

Iniziamo con il primo grafico che mostra e scompone l’andamento della produzione industriale tedesca dal 2015 a oggi


Il grafico illustra il drammatico declino della produzione industriale tedesca, evidenziando una crisi strutturale del modello economico che ha sostenuto la Germania per decenni. La produzione è calata del 17% rispetto ail valore 100 del 2017, con cali in tutti i comparti. Il trend comunque era iniziato prima del Covid, che lo ha solo accelerato.

Questo modello, basato su tre pilastri fondamentali:

  • energia russa a basso costo;
  • esportazioni crescenti verso la Cina, soprattutto di prodotti tecnologici, con accordi con le aziende locali;
  • manodopera economica dall’Europa orientale.

Questi tre fattori stanno saltando: la guerra con la Russia ha eliminato l’energia a basso costo, le espeortazioni verso la Cina sono state spiazzate dalle produzioni nazionali di quel paese che, anzi, minacciano l’industria tedesca su altri mercati e la manodopra orientale non va più in Germania come prima, sostituita da altri paesi la cui integrazione è molto più problematica.

La situazione è ulteriormente aggravata da fattori interni ed esterni. L’eccessiva regolamentazione burocratica, unita a una gestione politica caratterizzata da decisioni ideologiche più che pragmatiche, sta compromettendo la competitività dell’industria tedesca.

La transizione verde,, viene implementata con un approccio eccessivamente dogmatico, creando ulteriori pressioni sul settore produttivo.

È interessante notare come questo declino industriale sembri essere, almeno in parte, il risultato di precise scelte politiche, sia a livello europeo che nazionale. Le decisioni di allontanarsi rapidamente dalle fonti energetiche tradizionali, senza aver predisposto alternative economicamente sostenibili, hanno contribuito a questa situazione.

Il grafico mostra chiaramente l’impatto di questi fattori, con un trend negativo particolarmente accentuato nel settore energetico e degli investimenti, suggerendo una trasformazione strutturale dell’economia tedesca che potrebbe avere conseguenze durature sull’intero sistema industriale europeo.

Passiamo ora ad un altro grafico, anch’esso interessante, che mostra la direzione che sta prendendo l’industria tedesca, analizzando occupazione e valore aggiunto

 Appare evidente che la produzione industriale tedesca si sta dirigendo verso produzione ad alto valore aggiunto, il cui grafico mostra un rallentamento inferiore rispetto a quello della produzione industriale. In qusto modo si riesce a tutelare meglio l’occupazione.

Peccato che questa strada mostri anche come l’industria tedesca non sia più competitiva nel mercato complessivo. Dovrebbe essere in grado di produrre valore aggiunto in tutti i segmenti. 

Il problema è che questa concentrazione in settori nicchia elevati è possibile solo per un moderato periodo, di tempo. Un’evoluzione del genere, simile a quella della Gran bretagna negli anni settanta e ottanta del secolo scorso, porta lenamente a una sempre maggiore marignalizzazione dell’industria che diventa, pian piano, sempre meno competitiva. Questa strategia può andare avanti per qualche anno, ma senza tornare a occupare anche fasce centrali del mercato l’industria tedesca è destinata a estinguersi o a proseguire nella propria riduzione.

 

 


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