Attualità
Criptoeconomia. La visione di Vitalik Buterin sull’economia delle criptovalute.
Cari amici,
recentemente in Cryptonomist ho trattato una recente conferenza di Vitalik Buterin relativamente alle criptoeconomia (o cryptoeconomia), cioè quella parte dell’economia che è collegata alle criptovalute. Potete lggere l’articolo originale qui
Al di la della trattazione puramente giornalistiche che ne ho fatto, vorrei integrare con alcuni pensieri di carattere personale.
La criptoeconomia è finanza? Si ma non solo… Quando si parla di criptovalute si parla spesso, come va Buterin, di finanza “Frictionless” senza cioè costi di transazione. Questo è vero ed è un aspetto molto importante del sistema delle criptovalute, ma , secondo no:
- non è completamente vero, perchè le transazioni sono completamente gratuite solo per un gruppo limitato di criptovalute, e per un altro gruppo sono così basse da poter essere ignorate, ma per altre, bitcoin incluso, questo non è detto, perchè sono variabili sulla base di una serie di fattori. Recentemente l’introduzione di Lighting Network ha reso le transazioni più convenienti, ma, nello stesso tempo proprio Ethereum ha visto un boom dei costi. Quindi quasi frictionless….
- anche se una gran parte del fascino delle criptovalute è legato alla possibilità di tradarle esattamente come se fossero azioni o obbligazioni, 24 ore al giorno, sugli exchange, nella speranza di arricchirsi, questa è solo una parte, e forse la meno importante del fenomeno delle criptovalute.
La criptoeconomia come economia aziendale avanzata. Uno dei temi che si pone Vitalik, è legato alla valutazione delle criptovalute, ed in questo campo mette in evidenza un aspetto effettivamente essenziale, è la necessità di valutare il valore dei token sulla base di una analisi dei progetti aziendali alle spalle. Questo rende essenziale una alfabetizzazione economico-aziendale dei team che lanciano questo tipo di iniziative, cosa che, verifico, è molto spesso assente: raramente i white paper affrontano l’ambiente competitivo del progetto, le analisi di mercato sono superficiali, raramente vengono fatti dei test operativi, o questi coincidono con il lancio della ICO, per cui gli investitori sono spesso anche cavie del progetto aziendale. Molto spesso, anzi quai sempre , si assiste a “Roghi di token”, token burst, ma questi non sono tanto procedure di mantenimento del valore, quanto l’ammissione che qualcosa nel progetto aziendale non ha funzionato perchè non si è potuto raccogliere quanto progettato. Praticamente ci sono delle azioni invendute, quindi o se ne emesse troppe e si voleva raccogliere capitale eccedente, oppure la ICO non è stato un successo. Più economia, meno improvvisazione.
La valutazione con la teoria quantitativa della moneta. Un secondo pilone della valutazione delle criptovalute, secondo Buterin deriva dall’applicazione della teoria quantitativa della moneta:
M X V = P X Q
Dove M è la quantità di moneta V la velocità di circolazione , P il prezzo e Q la quantità di beni calcolata ad un prezzo reale. Praticamente si fissa il valore P sulla base della massa di moneta, della velocità di circolazione e della quantità di beni o servizi prodotti. Siamo sicuri che questa equivalenza, sia adeguata a dare una valutazione al fenomeno delle criptovalute ? Prima di tutto già Keynes, ai suoi tempi, affermava che la legge può essere valida, ma “Nel Lungo Perodo”. Inoltre in questo caso la valutazione dovrebbe essere paramentrata al singolo progetto, ed i valori di V possono essere elevatissimi o bassissimi, basta controllare i volumi transati per alcune cripto:
21/7 (marketcap/volume)
Selfkey: 2,8
Ethereum: 26
Ripple: 61
Quindi ci troviamo di fronte a due problemi di carattere valutativo non indifferente:
a) quale è il valore di Q, quantità prodotta e, soprattutto, è questa adeguata alla domanda?
b) i valori di velocità possono essere estremi, soprattutto se comparati a quelli dei sistemi monetari ordinari.
Quindi nella valutazione di M bisogna anche dare una valutazione alle quantità prodotte dal mining: quanta moneta è prodotta dalla decentralizzazione?
Insomma sono molti i punti di debolezza di questo tipo di valutazione e sarebbe necessario sviluppare un sistema completamente nuovo, anche se basato su ragionamento di base della teoria quantitiva.
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