Finanza
CRIPTO: 2020, L’ANNO DELLO YUAN DIGITALE
Il 2020 sarà l’anno dello Yuan digitale. Ne ha parlato direttamente un funzionario della Banca Centrale cinese (PBOC), Mu Changchun come riportato dal South China Morning Post e quello che ha detto a molti nn è piaciuto. Mu ha confermato che il digital Yuan, al contrario di quanto accade per Bitcoin e perfino per le altre stablecoin, non sarà utilizzato per le attività speculative, ma sarà solo uno strumento di pagamento. Questo fa pensare ad una valuta digitale non decentralizzata, senza mining, e strettamente collegata alla valuta cinese. Il fatto che si parli dell’impossibilità di utilizzarla per attività speculative da un lato ha fatto arrabbiare molti investitori e speculatori cinesi, che non hanno capito la mossa ed hanno affermato che troveranno qualcosa di diverso su cui agire, dall’altro dovrebbero invece fortemente inquietarci: infatti come evitare la speculazione se non attraverso una valuta , su blockchain, che sia perfettamente tracciabile?
La Blockchain ha la caratteristica di poter garantire l’assoluta trasparenza, per cui,per chi la sa leggere, è possibile percorrere ogni singolo passaggio della valuta virtuale stessa. Questo, unito ad una identità digitale unica e centralizzata, come quella di cui ha recentemente parlato un ministro pentastellato in Italia, porterebbe alla possibilità di controllare in modo capillare le spese di ogni singolo cittadino e di bloccarle anche alla bisogna. Una situazione che farebbe passare il perverso futuro disegnato in 1984 di Orwell come un gioco da dilettanti e che va esattamente in direzione opposto a quello che era il desiderio di Satoshi Nakamoto, il creatore di Bitcoin.
Non casualmente lo sviluppo dello Yuan digitale è partito proprio quando Facebook ha iniziato a sviluppare la propria idea di valuta digitale stabile con Libra. In fondo Facebook è giunto strumento di conferma dell’identità digitale e la valuta su blockchain avrebbe completato il progetto, esattamente come poi disegnato dala PBOC, ma lasciandolo in mano ad un privato, il quale avrebbe perfettamente tracciato i consumi. Tutto questo va esattamente in direzione opposto rispetto alla libertà ed alla necessità di riservatezza. Speriamo che il pubblico se ne renda conto quanto prima.
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