Attualità
Crack BPVI, verso all’epilogo, ma ci sono ottime novità per i risparmiatori truffati
Scriviamo da sotto il palco del Teatro San Marco di Vicenza dove l’associazione Noi che Credevamo nella BPVI, ha richiamato in meno di 24 ore il tutto esaurito. 500 persone. 500 risparmiatori. 500 destini che ciascuno di loro ha preso in mano, senza aspettare aiuti da nessuno.
La conta delle prenotazioni ha raggiunto il culmine con tale anticipo da mettere l’organizzazione nelle condizioni di trovare altri spazi per le repliche che si rendono urgenti. Tale e tanta è la partecipazione da aver già fatto presagire il pienone in almeno altri 4 teatri.
Il motivo è decisamente di quelli importanti: l’annuncio di nuove prospettive di recupero di ulteriori quote di risparmio oltre al 30% già recuperato con il FIR, la legge-strumento ottenuto dai truffati per il ristoro dei danni patiti con il crack delle due banche venete.
Veniamo accolti dal sottofondo musicale del celebre motivo tratto dal film “L’ultimo dei Mohicani”. E diversamente non poteva essere.
Un passo indietro. L’associazione dopo lunghe battaglie in tutte le sedi possibili, hanno nel tempo ottenuto che i propri associati (e tutti quelli che hanno creduto nella battaglia) ottenessero il 30% di quanto perso nella nota tragedia socio economica che ha interessato 180 mila famiglie italiane e disposto la razzia su due banche importanti per il tessuto produttivo del Veneto e di altre parti d’Italia.
Oggi siamo qui per testimoniare cosa, oltre alle promesse elettorali si possa raggiungere usando il cuore, la testa e una buona strategia, oltre ovviamente alle persone giuste per portarla a termine.
Si comincia: sul palco Mario Zambon, Daniele Marangoni e Luigi Ugone, padri e condottieri dell’esercito di quasi mezzo milione di persone.
Veloce excursus dei primi 8 anni di attivismo, conferenze, incontri e la raccolta di migliaia e migliaia di persone che si sono fatti forza e hanno convinto i politici che la loro lotta andava condotta. Perché solo alzandosi dalla poltrona e prendendosi sulle spalle il proprio destino, si possono raggiungere traguardi.
Il primo è il seguente: 144.848 domande di rimborso evase per oltre un miliardo di euro che sono ritornati sul territorio.
Il secondo sono i processi a Zonin & soci, ai revisori contabili, ecc.
Salgono sul palco gli Avvocati Filippini e Rinaldi.
ESITI DEI PROCESSI PENALI
La disamina parte dalla constatazione di come sono andati gli altri processi eccellenti che hanno preceduto il caso BPVI: MPS (tutti assolti), Banca Etruria (tutti assolti), Carife: (una sola condanna). Su tre crack bancari miliardari, un solo colpevole.
BPVI: 5 condanne in appello per il CDA più potente delle varie banche: Zonin, Piazzetta, Pellegrini, Marin, Giustini, Sorato (7 anni, la più pesante). Una sola assoluzione.
L’etichetta di essere stati degli speculatori, i risparmiatori se la sono tolta in Tribunale.
COSA RESTA DA FARE?
Ci sono ancora 500 milioni disponibili per i risarcimenti ma anche alcune categorie di risparmiatori che non sono stati risarciti perché:
– gli obbligazionisti non hanno ottenuto il rimborso;
– 4800 di casi esclusi per errata compilazione delle domande;
– esclusi dalla lista dei rimborsi perché le domande erano mancanti della PARTE POSTERIORE DELLA CARTA D’IDENTITÀ.
L’associazione ha nel frattempo contattato i principali candidati politici, sulla questione dei 500 milioni in ballo, chiedendo di occuparsi della distribuzione della quota rimanente ai soci delle venete perché il rischio che il MEF lo voglia utilizzare per finanziarci altro è molto sentito.
Tajani, Letta, Conte, Salvini, Calenda, Meloni.
Hanno tutti risposto accogliendo le preoccupazioni degli associati e dando seguito con attività parlamentari e risposte scritte sulla questione.
L’associazione, Noi che Credevamo nella BPVI, ha presentato l’emendamento per far entrare in tempo nella legge di bilancio 2022 proprio la questione della redistribuzione dell’avanzo di 500 milioni.
Non è certo se l’emendamento verrà accolto, ma è stato presentato in tempo e le probabilità di successo sono molto alte.
COSA CONTIENE L’EMENDAMENTO
4.800 persone sono state escluse perché hanno sbagliato a presentare le dichiarazioni dei redditi errati. Con l’ammissione dell’emendamento, anche questi risparmiatori rientreranno in gioco. Vice versa, l’associazione farà causa al MEF, con buone probabilità di successo, perché chi ha presentato una dichiarazione dei redditi errata aveva comunque diritto di essere rimborsato, perché la norma non prevede l’esclusione di nessuno. Quindi chi ha presentato dichiarazioni dei redditi mendaci non avrebbe comunque tratto alcun vantaggio.
Il messaggio è chiaro; a differenza di quanto proposto da altre associazioni di risparmiatori, Noi che credevamo non lascerà indietro NESSUNO, neanche un nome della lista (ascolta l’audio).
Questa ripartizione può quindi proseguire anche superando la quota del 30% ottenuto sino ad oggi dal FIR, perché tale opzione è prevista dalla legge stessa, in caso di residuo dei fondi, come si è effettivamente verificato.
Altri punti nodali contenuti nell’emendamento proposto da Noi credevamo sono:
- la richiesta di mantenimento della commissione che decide l’esito delle domande, fungendo da cuscinetto del MEF.
- l’estinzione di pendenze penali elevate contro le erronee dichiarazioni patrimoniali e fiscali presentate.
- l’erogazione della rimanenza dei fondi residui fino a un tetto di 100.000 € per risparmiatore, per restare entro il limite “tollerato” e “intoccabile” fissato dalle regole bancarie riferibili al bail-in, ovvero i famosi 100.000 € garantiti in caso di fallimento di una banca.
- l’inserimento degli obbligazionisti nel lotto dei risarcibili.
KPMG
È la società di revisione contabile che ha revisionato i bilanci della BPVI ed è risultato non aver fatto bene i controlli.
L’associazione ha citato in giudizio la KPMG per aver validato dei bilanci farlocchi della BPVI.
La causa è in corso. Il processo è penale e punta a coinvolgere la KPMG nel novero dei responsabili della truffa ai risparmiatori ed eventualmente a inserirla fra coloro i quali dovranno risarcire i danni.
La conclusione del processo è prevista tra fine aprile e inizio maggio, ma la sentenza potrebbe arrivare tra giugno 2023 e l’inizio del 2024.
CONCLUSIONI
Commentando l’uscita del film Il film “C’era una volta in Italia (Giacarta sta arrivando)”, ho usato queste parole.
“Il film dimostrerà a tutti che non bisogna essere preparati in tutto per fronteggiare il potere, ma che occorre essere pronti a tutto pur di vincere.
Anche se informazione e contro-informazione ci narrano di ostacoli talmente grandi e lontani per essere affrontati dai comuni cittadini, esistono invece molteplici piani d’azione in cui ognuno, mettendo all’opera le proprie capacità, può contribuire allo smantellamento dello status quo.
È vero; bisogna conoscere l’economia, la legge, la finanza, la burocrazia, la tattica e la strategia. Ma non occorre conoscere tutto. Occorre che tutti si adoperino per costruire un corpo unico, capace di arrivare a fare tutto.A Cariati sono in pochi, ma con l’aiuto di tutti, hanno affrontato il potere del mercato che era entrato nelle loro vite, portandosele via e lo hanno fermato. Quando (il metodo) Giacarta arriva occorre essere un corpo unico”.
Mi pare che nel caso del crack delle venete siamo allo stesso punto, se non oltre, ma l’associazione preferisce mantenere il suo solito basso profilo: si dichiara soddisfatta perché la dignità dei risparmiatori è stata riconquistata.
La gente come loro non molla mai.
Per davvero.
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