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Economia

Costoso e pericoloso: il mito “Green” della “Cattura del Carbonio” si può trasformare in un incubo

Si parla spesso di progetti di cattura del Co2 sovvenzionati a spese dei cittadini, come nel Regno Unito, a spese dei contributi alla sanità o alle pensiono. Però questi progetti presentano dei pericoli di cui nessuno parla.

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Nel Regno Unito il governo Starmer vuole investire almeno 4 miliardi di sterline, circa 4,8 miliardi di euro, in progetti di “Cattura e immagazzinamento del carbonio”. Dopo aver tagliato i contributi al riscaldamento dei pensionati, il nuovo Primo Ministro ha deciso di investire in un progetto che, se va bene, è uno spreco di denato, se va male, è un grosso pericolo.

Iniziamo ponendo in luce com il Regno Unito sia diventato una potenza mondiale estraendo carbone su scala industrial dal XVIII secolo. Ora si è ridotto a un angolo secondario volendolo immagazzinare.

Perché i progetti di cattura del carbonio e come mai non reggono

I progetti di “Cattura e immagazzinazinamento del carbonio” dovrebbero essere strumentali all’ottenimento del cosiddetto “Idrogeno blu”, cioè idrogeno ottenuto dal gas naturale (una molecola di metano è composta da un atomo di carbonio e da quattro atomi di idrogeno). L’obiettivo è separare l’idrogeno per usarlo come fonte energetica e stoccare il cattivo carbonio perché non produca CO2.

Molecola di metano con il carbonio al centro (Wilkipedia9.

Per iniziare c’è un problema: pare che questi procedimenti non siano economicamente convenienti se non con un forte contributo da parte del pubblico. Proprio il Regno Unito lo evidenza: di 100 progetti di recupero del carbonio 21 sono già stati cancellati, solo 7 costruiti e solo 2 operativi. 76 sono sulla carta. Se fossero convenienti almenno quelli completati sarebbero operativi.

Già questo dovrebbe far venire dei dubbi, ma Oilchange è chiaro nell’evidenziare che i progetti non sono economicamente sostenibili senza contributi pubblici. La scelta politcia di Starmer di finanziare questi progetti invece die contributi al riscaldamento dei pensionati chiaramenti indica che le persone contano meno delle molecole. 

I pericoli di cui pochi parlano

Quesit progetti presentano poi delle insidie di cui nessuno parla, e che sono simili a quelli del vituperato Fracking, la procedura di estrazione di petrolio e metano tramite l’immissione di liquidi ad alta pressione nel terreno. Anche qui immettiamo qualcosa ad altissima pressione, Anidride carbonica,

Questo procedimento comporta il pompaggio di milioni di tonnellate di anidride carbonica pressurizzata in cavità rocciose eventualmente compromesse da precedenti perforazioni o da fratture naturali ignote. È noto che l’acqua di scarico di progetti petroliferi e di gas in pressione fuoriesce da tappi di trivellazione degradati, provocando geyser alti 30 metri. Una simile catastrofe sulla terraferma, con milioni di tonnellate di CO2 ad alta pressione, non è una buona prospettiva. Il 21 agosto 1986, l’improvviso rilascio ad alta pressione diCO2  magmatica dal letto del lago Nyos, in Camerun, ha provocato un’esplosione diCO2 più pesante dell’aria che ha soffocato tutti gli esseri viventi nei villaggi circostanti , comprese 1.746 personeIn questo caso  siamo noi stessi a causare il pericolo.

Curiosamente sia in Europa sia negli USA speso si demonizza il fracking, vietato quais ovunque nella UE, ma nessuno dice nulla su progetti che pensano di immettere migliaia di tonnellate di CO2 ad altissima pressione sotto terra, come se l’effetto sulla sismicità possa non essere diverso da quello che provoca pompare acqua, di cui, fra l’altro, si conoscono i rischi, fra cui quello dir endere l’acqua “Infiammabile” (guardate). Siamo sicuri di conoscere gli effetti del CO2 ad alta pressione?

Geologia ignorata. Il gas naturale si trova vicino ai giacimenti di petrolio in superficie, ma si accumula anche a livelli molto più profondi. È trattenuto da uno strato di roccia sedimentaria come il calcare o l’arenaria. Negli Stati Uniti, il bacino Permiano attraversa il Texas occidentale e il New Mexico sud-occidentale e i suoi ricchi giacimenti sono stati trivellati per oltre cento anni. L’area è disseminata di centinaia di migliaia di fori di trivellazione.

Nel 2016, un gruppo di ricercatori della Penn State ha osservato che quando la CO2  viene stoccata nel sottosuolo in un processo noto come sequestro geologico “può trovare molteplici vie di fuga a causa delle reazioni chimiche tra CO2 , acqua, rocce e cemento dei pozzi”. Si teme che la CO2  possa fuoriuscire nelle falde acquifere o dissolversi nei depositi di acqua salata.

L’acqua salata con CO2 disciolta diventa molto acida e  può dissolvere alcuni tipi di rocce e il cemento dei pozzi abbandonati. Si teme che un pennacchio di salamoia satura diCO2 possa liberarsi in superficie, con presumibilmente milioni di tonnellate di gas pressurizzato in cerca di un’occasione per seguirlo. Insomma la CO2 tornerebbe tranquillamente a circolare, e questo sarebbe il male minore: ricordatevi del caso del lago Nyos.

La professoressa di ingegneria Mary Kang della McGill University sostiene di aver visto “innumerevoli casi” di pozzi petroliferi tappati che non hanno retto o che si sono rotti per fenomeni sismici. Solo che in questo caso il petrolio, semplicemente, resta dove era. Che succede se un pozzo o un deposito di CO2 si frattura? Che miliardi di euro, sterline o dollari vengono , letteralmente, gettati al vento. Sempre che vada bene e che qualche casa non si trovi saturata di CO2…

 


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