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COSI’ NON CAMBIERA’ NULLA A ROMA, ANZI, ANDREMO PEGGIO! (di Nino Galloni)

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campidoglio

La linea prossima ventura per il Comune di Roma viene già delineata in questi giorni, se il prossimo Sindaco non proverà a cambiare le cose: oggi si dice che la Tari diminuirà (di qualche decina di euro a famiglia) grazie a tagli di straordinari e premi ai dipendenti. Ecco due cose di cui parlare e per cui alzare il tiro: i rifiuti ed il trattamento economico dei dipendenti comunali.

Non si tratta di abbassare la Tari di qualche decina di euro, ma di eliminarla grazie ad una seria strategia di “rifiuti zero” e generazione di energia elettrica a costo negativo con gli attuali e disponibili sistemi puliti (trattamento al chiuso dei rifiuti senza alcuna differenziazione); poi si può continuare con la differenziata a patto che il recupero di plastica, vetro, metallo, ecc. avvenga nelle vicinanze -non in Germania!-  sempre con tecnologie ad emissioni zero.

Il saldo occupazionale, infatti, sarà negativo e si riassorbe la disoccupazione tecnologica in altre attività: l’attuale AMA dovrà gestire i nuovi apparati di quartiere con conferimento a cura degli utenti, quindi con una perdita di addetti pari all’80% che sarà assorbita nelle nuove attività (recupero e riciclo materiali, manutenzione di immobili e strade); il restante 20% collaborerà per la gestione degli apparati stessi (uno ogni 20.000/30.000 abitanti). Per le utenze domestiche l’energia elettrica sarà pressochè gratuita – come già avviene in molte città del mondo che hanno iniziato, con grande successo, queste pratiche, ma bisognerà ridisegnare la mission di utilità sociale delle aziende preposte, ovviamente.

Per quanto riguarda i dipendenti comunali è doverosa una premessa: il personale deve venir concentrato dove c’è più lavoro e non viceversa. In caso contrario, continueranno a registrarsi casi di superlavoro con lamentele da parte dei cittadini; e il fenomeno dell’assenteismo che nasce dal comportamento della dirigenza poco attenta alla gestione razionale della risorsa umana.

Detto questo, non vanno demonizzati premi o straordinari (se giustificati da oggettive esigenze del servizio): il lavoro va pagato quel che è giusto e i dipendenti vanno rimotivati.

Mi auguro che almeno il Movimento 5 Stelle – tra i tanti possibili soggetti di buona volontà – raccolga questo “grido di dolore” che viene da un vecchio funzionario pubblico non ancora rassegnato a confondere le chiacchiere dei politici con le lamentele dei cittadini.

Nino Galloni


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