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Corso di Finanza Aziendale: dodicesima lezione. Il project financing 2 . Dagli appunti del Professor Rinaldi

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Garanzie

Il buon fine dell’operazione può essere minacciato dall’eventualità che si manifestino particolari eventi che possono ritardare o compromettere la realizzazione del progetto. In altri termini la combinazione rischio-rendimento dell’operazione potrebbe essere non adeguatamente appetibile per attrarre sufficienti finanziatori all’interno della struttura del project financing. L’apprestamento di opportune garanzie, come l’intervento di diversi soggetti come gli sponsor, acquirenti, fornitori, terzi, in qualità di garanti contribuiscono a ridurre in misura soddisfacente alcune aree di rischio.

-garanzie di completamento, uno dei rischi più consistenti, a carico dei creditori che intervengono nel finanziamento di un progetto, è quello relativo al mancato completamento dell’iniziativa entro i termini preventivati. In una simile circostanza si manifesterà generalmente la necessità di reperire finanziamenti addizionali e pertanto costi imprevisti maggiori. Nell’ipotesi in cui si verifichino ritardi o imprevisti in genere sono gli sponsor a fornire i fondi, generalmente nella forma di capitale di rischio o di prestito subordinato, necessari alla realizzazione dell’iniziativa intrapresa. Pertanto i promotori del finanziamento potrebbero essere chiamati, condizionatamente all’ottenimento del finanziamento, ad effettuare un deposito cauzionale presso una banca. In alternativa il gruppo degli sponsor potrebbe aprire una lettera di credito di tipo stand-by a favore del gruppo di finanziatori con la quale la banca si impegna a pagare l’ammontare garantito nel caso si verifichi un evento che determini l’inadempimento del debitore.

Inoltre possono essere previste anche altre forme di garanzia come quelle per la copertura del rischio di mercato, garanzie per la copertura del rischio di fornitura, contro i rischi politici e valutari.

Considerazioni sul project financing

La tecnica del project financing è da lungo tempo conosciuta nei paesi esteri ed in particolar modo dai paesi anglosassoni, ed è stata utilizzata soprattutto in campo internazionale per lo sfruttamento di fonti energetiche e l’estrazione di minerali con il coinvolgimento di paesi in via di sviluppo. Già negli anni sessanta le banche americane finanziarono progetti di estrazione petrolifera valutando i rischi tecnici specifici dei progetti che presentavano comunque flussi finanziari e redditività certi. Ulteriore sviluppo si ebbe nel settore energetico durante la crisi petrolifera del 1973 con la necessità di sviluppare nuovi giacimenti. Solamente negli anni ottanta l’applicazione di questa tecnica si estese anche alle opere infrastrutturali, incentivata dal processo di privatizzazioni avviatosi in quegli anni. L’utilizzo del project financing si adatta peraltro anche al finanziamento di opere infrastrutturali pubbliche e quelle realizzate nei paesi in via di sviluppo.

Lo schema del built-operate-tranfer (BOT)

Quando il project financing viene impiegato per la costruzione di opere pubblica utilità, e più in generale quando si riferisce ai rapporti con la pubblica amministrazione, assume spesso la particolare configurazione denominata built-operate-transfer (costruisci, gestisci e trasferisci) ed è una particolare struttura di project financing attraverso la quale l’amministrazione pubblica, in deroga alle tradizionali procedure d’appalto, permette ad una certa impresa o gruppo di imprese, di costruire e gestire una certa infrastruttura per un arco temporale sufficiente al recupero dei costi dell’investimento ed alla realizzazione di un certo margine di profitto per poi trasferirne, al termine della concessione, la proprietà allo Stato.

Il finanziamento delle opere infrastrutturali

In passato le opere infrastrutturali venivano realizzate dalla pubblica amministrazione poiché si riteneva che per la portata e l’onerosità di tali investimenti, fossero difficilmente finanziabili da investitori privati. Tuttavia la crescente crisi della finanza pubblica ha indotto le autorità a ridurre le uscite per investimenti infrastrutturali al fine del contenimento del deficit pubblico.

La globalizzazione dei mercati ha favorito lo sviluppo di nuovi strumenti capaci di finanziare investimenti a lungo termine, e unitamente alla necessità dei singoli paesi di dotarsi di nuove infrastrutture utili per la comunicazione, i servizi e i trasporti, hanno facilitato l’accesso dei privati nella realizzazioni di importanti opere.

L’apertura del settore delle opere pubbliche ai privati rappresenta una soluzione innovativa e di grande portata, i cui vantaggi possono essere:

– riduzione del gap infrastrutturale tra un paese e l’altro o tra zone dello stesso paese;

– maggiore certezza nei costi e nei tempi di realizzazione, incentivata dalla coincidenza tra soggetto realizzatore e soggetto gestore;

– incremento di efficienza dei servizi pubblici;

– riduzione dei rischi di moral hazard;

– maggior grado di trasparenza poiché i soggetti economici che partecipano alle operazioni costituiscono una garanzia per il controllo dell’efficienza complessiva del progetto stesso;

– passaggio da un modello di finanziamento delle opere pubbliche di tipo fiscale a uno di mercato mediante lo strumento della tariffazione, che consente di soddisfare la domanda di opere senza incidere sulla già precaria finanza pubblica.


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