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Continua la fuga dei fondi dalle banche USA e ormai è iniziata la stretta del credito

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La continua ondata di afflussi nei fondi del mercato monetario e l’aumento dell’utilizzo delle strutture di salvataggio bancario della Fed hanno creato lo scenario per un’accelerazione dei dati negativi relativi ai depositi questa settimana.

Secondo l’ultimo rapporto H8 della Fed, su base destagionalizzata, i depositi totali delle banche commerciali statunitensi sono diminuiti di 13,8 miliardi di dollari nella settimana conclusasi il 3/5, la seconda settimana consecutiva.

Su base destagionalizzata, i depositi delle banche commerciali statunitensi (esclusi i grandi depositi a termine) sono diminuiti di 25,4 miliardi di dollari la scorsa settimana (nel fine settimana del 5/3), dopo essere aumentati di 10,92 miliardi di dollari la settimana precedente. Si tratta del valore più basso da marzo 2021…

La fuga dei depositi ha colpito tutte le banche, piccole e grandi, anche se le grandi banche hanno visto prelievi maggiori rispetto a quelle regionali che, probabilmente, hanno superato il picco nei prelievi. Le uniche che si salvano sono le filiali delle banche straniere che, invece, hanno mostrato un aumento dei depositi. Gli maericani si fidano più delle banche estere che di quelle nazionali?

Vediamo queste variazioni in un altro grafico, forse più chiaro

il ritiro di questi depositi ha un effetto immediato nell’economia reale: se le banche hanno meno soldi, allora hanno meno fondi da concedere in prestito e questo viene a produrre una stretta creditizia che viene ad avere un effetto immediato sull’economia reale, e questo si sta producendo negli USA. In tutto, fra banche grandi e piccole, vi è stato un taglio di oltre 15 miliardi di dollari nei prestiti da parte delle banche

Nel frattempo gli ETF che riflettono le banche regionali sono ai minimi, mostrando la difficoltà che questi istituti abbero nel ricapitalizzarsi.

Quindi la crisi creditizia USA è ben lontana dall’essere risolta, anzi solo ora si iniziano a sentire gli effetti sul credito e sull’economia reale.

 

 


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