Attualità
Con l’aumento dei tassi BCE la ricchezza passa dagli stati alle banche commerciali
Un fenomeno secondario, ma non indifferente, si è prodotto nella redistribuzione della remunerazione delle banche centrali a causa della nuova politica monetaria. I recenti aumenti dei tassi di interesse hanno importanti implicazioni per i profitti e le perdite delle banche centrali: le principali banche centrali pagano gli interessi sulle riserve bancarie delle banche commerciali (detenute presso la banca centrale), gli aumenti dei tassi d’interesse comportano anche maggiori pagamenti di interessi da parte delle banche centrali a queste banche commerciali.
Prendiamo l’esempio dell’Eurosistema: le riserve bancarie detenute dagli istituti di credito presso le banche centrali nazionali e la BCE ammontavano a 4,6 trilioni di euro alla fine del 2022 . Nel dicembre 2022 il tasso di remunerazione delle riserve bancarie detenute dalle banche commerciali è stato portato al 2%. Ciò significa che l’Eurosistema pagherà 92 miliardi di euro di interessi agli istituti di credito nel 2023, mentre prima, con i tassi negativi, addirittura spremeva risorse da questi istituti di credito. Questi pagamenti di interessi saranno probabilmente ancora più consistenti, dato che la BCE ha annunciato ulteriori aumenti dei tassi di interesse.
Un modo per dare un’indicazione dell’entità di questi pagamenti di interessi è il seguente. I 92 miliardi di euro in più di interessi pagati alle banche significano che l’Eurosistema dovrà ridurre i suoi trasferimenti di profitti ai governi nazionali, tramite le banche centrali nazionali, di 92 miliardi di euro. Questa perdita di entrate dei governi nazionali ammonta allo 0,75% del PIL dell’area dell’euro e porterà a un aumento del deficit di bilancio, rendendo necessaria un’ulteriore austerità fiscale in futuro. Dato che è probabile che il tasso di interesse a breve termine venga ulteriormente aumentato, la stretta fiscale raggiungerà probabilmente l’1% del PIL dell’area dell’euro nel 2023. E ciò avverrà probabilmente quando l’area dell’euro entrerà in recessione.
In realtà il pagamento degli interessi da parte della banche centrali alle banche nazionali è, in qualche modo, un residuato del passato, quando gli isittui centrali non erano altro che banche commerciali scelte dallo Stato per svolgere funzioni di tesoreria, per cui continuavano comunque a comportarsi come istituti di credito. Però il pagamento degli interessi alle banche commerciali viene a raffforzare in modo distorsivo l’effetto delle politiche monetarie, dato che si riducono le risorse a disposizione degli stati nazionali. Forse sarebbe opportuno ripensare il regime di remunerazione delle banche commerciali e, in generale, il regime di riserve depositate stesse, per non rendere eccessiva e neppure desiderata la ricaduta delle politiche monetarie.
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